Un’altra settimana in Erasmus se n’è andata, e si avvicina quella del mio ritorno a casetta! La settimana scorsa vi ho raccontato dei mercatini di Natale, ma questa l’ho passata solamente a studiare. E non sto scherzando. Ho letteralmente solo studiato, e sono andata a lezione, ovviamente. Però, se devo essere onesta, non l’ho trovato molto stancante. Come ho detto più volte, studiare qui mi piace, perché studio cose interessanti e soprattutto perché vivo gli esami in un modo completamente diverso, senza stress e paura. Ed è così che dovrebbe essere.
La settimana prossima, cioè da domani, sarà decisamente quella più impegnativa fino a oggi, questo perché mercoledì avrò una presentazione e un esame orale in cui spiegherò il mio seminario sull’uso del film nella glottodidattica, e giovedì avrò l’esame scritto di glottodidattica e poi un esame di filologia classica. Ma, sapete cosa? Mi sento davvero preparata anche se non ho perso ore e ore a studiare come succede in Italia. Sono stata molto attenta alle lezioni, ho preso appunti e sono persino intervenuta, e questo mi ha fatto sentire molto sicura di me.
Tuttavia, un po’ di ansietta la ho comunque, ma giusto quel che basta per non farmi avere un mental breakdown. Riguardo alla settimana appena conclusa, ho purtroppo dovuto rinunciare al viaggio a Spalato con le mie amiche, ma sabato prossimo andrò al National Park di Krka, che volevo visitare anche lo scorso semestre ma ho dovuto rinunciare perché sono stata in quarantena e poi d’estate costava molto di più, mentre adesso costa solo €4 circa, per cui è il momento giusto per visitarlo!
Venerdì, quando sarò libera dagli esami, sarà invece dedicato interamente ai regali di Natale che devo finire di comprare, mentre domenica è per fare la valigia e sistemare le ultime cose. Domani, tra l’altro, è San Nicola, quindi farò le pettole e la mia amica tedesca farà una specialità della sua città, e non vedo davvero l’ora di assaggiarla! Ovviamente però prima ci sarà la lezione e soprattutto lo studio! In ogni caso, vi voglio parlare di un determinato momento della settimana, avvenuto venerdì a lezione di Italiano.
Erasmus 2021: le differenze delle università
Vi ho sempre detto come qui mi trovi molto meglio, e sinceramente sto persino pensando di venire qui a studiare per la magistrale ma ovviamente è una decisione a cui devo pensare molto bene, tuttavia questo venerdì ho davvero riso per come una professoressa italiana in un listening descrivesse l’università in Italia. Alcune cose che ha detto erano corrette, come il fatto che i docenti universitari avessero uno stipendio davvero basso e quindi molti di loro non sono motivati e considerano l’insegnamento quasi come un secondo lavoro, a discapito però degli studenti (questo lei non lo ha detto, ma lo aggiungo io).
Ha poi dato dei consigli agli studenti stranieri che vogliono studiare in Italia, e non solo come esperienza Erasmus: ha detto di seguire le lezioni, non come gli studenti italiani. Vorrei che questa docente fosse venuta a lezione con me durante alcuni insegnamenti in Italia. In alcune lezioni ero seduta nel corridoio, in altre per terra, in altre ancora sulle scale, e non perché non mi piacessero le sedie, non perché c’erano meno posti a causa del Covid (tutto questo è pre-Covid), bensì perché c’erano troppi studenti e persino l’aula più grande non era capace di contenerci. Troppi studenti.
Ha poi affermato che il sistema università 3+2 (triennale + biennale) è molto utile perché permette a molti studenti di trovare lavoro anche solo dopo la triennale. Probabilmente quell’intervista risale a molti anni fa, perché adesso anche solo pensare di potersi fermare con la triennale, è un’utopia. La magistrale è d’obbligo, perché altrimenti ti ridono in faccia. Non che non lo facciano comunque quando gli dici che non hai esperienza visto che l’università italiana ti insegna, senza farti mettere in pratica sul campo, sia chiaro.
Sempre riguardo a ciò, ha anche detto che un difetto della triennale è che gli argomenti non sono approfonditi. Ora, io sono solo un’umile studentessa Erasmus, ma proprio studiando in Erasmus mi sono resa conto di come all’estero il mio topic di studio sia molto più approfondito e soprattutto interessante. Prendiamo come esempio la mia facoltà, lettere classiche. Nel mio piano di studi ci sono materie come letteratura inglese/francese/tedesca/spagnola, come anche geografia o storia romana/greca (quest’ultima potrei accettarla, se però intesa come storia sociale e culturale e non come un semplice elenco di guerre e date).
Sono materie che sono indubbiamente interessanti e hanno contribuire a far aumentare le mie conoscenze di cultura generale, ma oggettivamente a cosa serviranno per il mio piano di studio? Sì, cultura. Sì, conoscenza in più. Ma qui a Zadar le conoscenze in più sono sempre e solo nel mio ambito. In Italia non una volta ho avuto un accenno alla società dell’antica Grecia, mi hanno solo fatto imparare a memoria 500 date e leggi che ho già dimenticato. La società e la cultura, anche paragonata a quella di oggi, invece, non l’ho dimenticata e soprattutto sono stata interessata a studiarla.
Quindi, a questa professoressa, direi che le materie alle triennale non sono approfondite per il semplice motivo che nei piani di studi ci sono materie che non ci interessano minimamente, a discapito di qualcosa che invece potrebbe esserci davvero utile, e non solo come cultura generale. Perché la cultura generale ce la possiamo creare anche da soli. Ovviamente io tutto questo l’ho detto alla classe, perché se vogliono studiare in Italia, devono sapere i lati positivi (quali?) e anche i negativi. Altrimenti arrivano e si trovano con cinque mental breakdown a settimana.
Non ricordo tra l’altro se vi ho raccontato della studentessa di italiano che mi ha raccontato del suo Erasmus in Italia, paese in cui non vuole più tornare come studentessa poiché ha trovato dei docenti cattivi che non sono stati capaci di aiutarla in alcun modo, docenti che se ne sono fregati completamente che stesse studiando in una lingua che non era la sua, studenti che l’hanno completamente ignorata. Questo succede in Italia, nel Belpaese, dove troppi studenti preferiscono la morte alla laurea. Pensateci, ogni tanto. Io passo e chiudo, alla prossima settimana!
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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