Quando diciamo che oggi i social hanno dato il potere anche a chi non lo merita, non scherziamo. Quello che è successo a Crazy Cat Café è l’ennesima testimonianza di come internet, i social e soprattutto la società dia troppo potere a dei personaggi che non lo sanno sfruttare per migliorare la nostra quotidineità. Non ci aspettiamo che tutti donino i propri guadagni o che invitino a firmare petizioni, tuttavia dall’essere un essere umano decente e dal mandare (anche indirettamente) delle shitstorm a un negozio che ha riaperto da pochissimo tempo, la strada è abbastanza lunga.
Prima di iniziare a raccontarvi questa storia, voglio aprire una piccola parentesi: non è vero che «non è colpa dello streamer, sono stati i fans» come in molti stanno dicendo. Il nostro pubblico è lo specchio di ciò che siamo. Se i miei fans vedono che io sto donando dei soldi, magari, se ne hanno la possibilità, lo faranno anche loro. Ma, soprattutto se sono dei ragazzetti che vogliono credersi alternativi mancando di rispetto ad altre persone, se mi vedono entrare in un negozio dando fastidio a dei clienti, allora cominceranno a scrivere recensioni negative anche se, quel negozio, non l’hanno mai frequentato.
Quando ottiene 10k, 20k, 100k followers, devi anche essere coscente di avere delle responsabilità, che un bambino potrebbe guardare un tuo post o una tua live e imitarti. È lo stesso discorso che abbiamo fatto anche con Pio e Amedeo e con il monologo del «fatevi una risata» o «contano le intenzioni». Il Gabbrone, lo streamer che ha iniziato la shitstorm nel negozio, probabilmente non aveva cattive intenzioni, voleva solo scherzare, e così anche tutti i suoi followers, eppure le vittime non sono riuscite a scherzare, a ridere davanti a tutte le cattiverie che hanno ricevuto.
Crazy Cat Café, un locale di Milano frequentato dagli amanti dei gatti che, a loro volta, amano essere coccolati dai clienti nella loro permanenza nel locale, ha scritto un post su Instagram, senza fare nome e cognome dello streamer (e quindi non rispondendo alla shitstorm con una shitstorm) ma semplicemente raccontando quello a cui sono stati sottoposti negli ultimi giorni, chiedendo aiuto alla comunità online. Se non avete ancora visitato questo bar, il format del locale è proprio quello dei Neko Caffè giapponesi, e per questo è molto amato dai suoi clienti e dai turisti.
Crazy Cat Café: la denuncia su Instagram
«Ero indecisa se scrivere questo post, ma penso sia anche giusto chiedere aiuto quando se ne ha bisogno. Purtroppo stiamo subendo un attacco mediatico causato da un episodio avvenuto questo martedì 16 giugno», scrive su Instagram ieri la pagina ufficiale di Crazy Cat Café, cominciando poi a raccontare quello che hanno subito nelle ultime ore: «Uno streamer, di cui non faremo il nome per non alimentare la visibilità, è venuto nel nostro locale, in diretta twitch».
«La popolarità di questo personaggio deriva dal fatto che entra nei locali o negozi e comportandosi in modo molesto, alla fine, si fa cacciare, il tutto condito dal supporto del suo pubblico in live, che lo incita in chat. Come da copione il suo comportamento sopra le righe ha infastidito diversi clienti ed esausti dalle iniziative dei suoi sostenitori (che hanno iniziato incessantemente a telefonare al locale, con scherzi, battute oscene e altro) abbiamo chiesto allo streamer di uscire, e cortesemente di non tornare»: in effetti, le clip più popolari di questo personaggio sono proprio quelle in cui viene cacciato dai locali, e questo ci fa capire il calibro dei contenuti che porta online.
Ma per Crazy Cat Café non finisce qui: «pensavamo fosse tutto finito, invece da quel momento stiamo ricevendo una “shitstorm” su tutti i nostri social, ma la cosa peggiore sono le recensioni da 1 stella non veritiere che stanno intasando la nostra pagina google» e, come spiegano anche loro, dopo mesi di lockdown, trovarsi in una situazione del genere a meno di un mese dalla riapertura, sarebbe una sfida anche per le più famose imprese. Chiedono, quindi, di condividere la propria storia e di scrivere delle recensioni positive, quelle che i clienti che hanno visitato il bar hanno già scritto.
Il post, a sorpresa, ha raggiunto subito le pagine di influencer, cantanti o anche di altri streamer che hanno mandato il proprio sostegno e hanno chiesto ai propri followers di dare una mano a Crazy Cat Café, insomma, hanno utilizzato il proprio potere mediatico per fare del bene. Sempre ieri, infatti, è arrivata la risposta del bar a tutto quell’amore e quel sostegno che stavano e stanno tutt’ora ricevendo. Ma hanno voluto anche sottolineare un’altra cosa.
Le scuse dello streamer
Nel secondo post scritto ieri e in cui hanno voluto ringraziare tutte le persone che si sono mosse per cancellare l’odio, l’ansia e la fatica che sono stati una costante nei giorni precedenti, hanno anche sottolineato che loro non ritengono che tutti gli streamer siano un problema: «non è il mezzo (in questo caso twitch o i social in generale) ma urge una riflessione sulle responsabilità e sul legame vischioso tra personaggio e pubblico», insomma, quello su cui abbiamo già riflettutto all’inizio del nostro articolo, e che loro hanno avuto con Il Gabbrone quando si è presentato di nuovo per scusarsi.
«È giusto dire che si è dimostrato molto dispiaciuto e che, lui in particolare, non ha fomentato il suoi seguaci a recarci il danno di immagine. Credo che possa essere una lezione per tutti, sulla potenza (in positivo e in negativo) dei social e sulla responsabilità dell’essere un personaggio o una pagina pubblica, che anche senza volere, puó creare molti danni», hanno scritto, sottolineando anche che «le recensioni negative non sono cessate, ma le avete asfaltate con il vostro calore».
Sul profilo di Il Gabbrone qualcuno ha cominciato a insultare lo streamer nei commenti, qualcuno ha cercato di fargli capire il proprio errore (che lui ha sicuramente compreso, considerando che ha chiesto scusa in persona a Crazy Cat Café), ma lui non ha postato storie né altri post riguardo Crazy Cat Café, tuttavia ci si chiede anche se Twitch non dovrebbe intervenire in questi casi. Abbiamo parlato più volte di come Twitch abbia delle regole rigide per alcuni argomenti, tuttavia non ci rendiamo conto che, se non avessero ricevuto tanto amore mediatico, Crazy Cat Café avrebbe potuto soffrire tanto per questa situazione, e tutto per colpa di una live su Twitch.
In effetti, guardando la live, rimaniamo basiti dai commenti che riceve in diretta lo streamer, quali «limona un gatto» o «pulisciti il sudore con un gatto, tanto servono a quello», e questo ci fa solo rendere conto il livello di persone che assistono alle live del ragazzino, che inizialmente si limita a coccolare i gattini del locale e che si descrive come un «grande fan dei gattini», ma che poi comincia a parlare a voce molto alta, anche bestemmiando, infastidendo i clienti e, infatti, quando una dei clienti comincia a lamentarsi del suo atteggiamento, tutti i suoi followers cominciano a ridere e a insultarla. Subito dopo, poi, comincia anche la shitstorm telefonica.
C’è anche da dire che, nella stessa live, lo streamer dà contro i suoi followers che hanno chiamato Crazy Cat Café, chiamandoli «stupidi a chiamare, ci credo che poi mi mandano via». Tuttavia, Il Gabbrone come chiunque ha un po’ di followers, dovrebbe sapere che la community è lo specchio dell’influencer, per cui se lui è famoso per farsi cacciare dai locali, i suoi fan si sentiranno il diritto di essere maleducati nei confronti del bar. Siamo comunque felici che la situazione si sia risolta al meglio.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty