Ciro Grillo e amici: continua il processo per stupro

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Siamo giunti alla dodicesima udienza del processo per violenza sessuale di gruppo in cui a essere accusati da una ragazza sono Ciro Grillo, figlio del comico e politico fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, insieme a tre suoi amici genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. L’udienza si svolge a porte chiuse nel tribunale di Tempio Pausania e oggi a depositare è stata l’amica 21enne della vittima, che è scoppiata in lacrime durante l’intervento. L’avvocata Giulia Buongiorno ha sottolineato l’importanza della testimonianza, in quanto «per la prima volta abbiamo avuto la ricostruzione dalla viva voce di una delle protagoniste».

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Ciro Grillo

La vicenda ha avuto inizio alla celebre discoteca Billionaire di Porto Cervo, locale di Flavio Briatore, dove i quattro incontrano due ragazze di 19 anni, bevono qualche drink insieme e poi si recano nella residenza di Ciro Grillo. Durante la serata una delle due ragazze si addormenta, mentre l’altra viene costretta ad intrattenere dei rapporti sessuali con tutti e quattro i ragazzi fino al mattino successivo. La ragazza, abbreviata come S.J., sporge denuncia dopo otto giorni dalla terribile serata, sostenendo di essere stata vittima di abuso sessuale ripetute volte. 

«Sono stata costretta cinque o sei volte ad avere rapporti sessuali, prima in camera da letto e nel box doccia da uno dei ragazzi con gli altri che guardavano, ma senza partecipare, poi dal bagno al soggiorno e ancora in camera da letto», ha affermato, denunciando quindi violenza verbale, violenza sessuale, ancora violenze e molestie fisiche, una dopo l’altra fino alle 6 del mattino. Il giovane Ciro Grillo, ad oggi ventenne, nega: «Non c’è stata alcuna violenza, lei era consenziente», ha messo a verbale. La medesima dichiarazione arriva da parte degli altri tre accusati.

Secondo i magistrati la ragazza era stordita, quasi incosciente e assolutamente non in grado di difendersi. Affermano dunque: «Quando è stata condotta nella camera matrimoniale la lucidità della ragazza risultava enormemente compromessa, gli indagati hanno approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica, e mediante violenza la costringevano o comunque inducevano S. J. a subire e compiere atti di natura sessuale, abusando delle sue condizioni d’inferiorità dovuta all’assunzione di alcolici».

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Le novità sul processo di Ciro Grillo

«È stata un’udienza a tratti drammatica», ha affermato Giulia Bongiorno, avvocata che difende la vittima di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. L’udienza «ha messo una pietra angolare importante sulla ricostruzione di quanto accaduto. Per la prima volta abbiamo avuto la ricostruzione dalla viva voce di una delle protagoniste e per la prima volta il tribunale ha potuto vedere, e non leggere sui giornali, il dolore e la sofferenza di queste ragazze», ha aggiunto. Prima dell’udienza, la vittima ha detto di doversi fare forza, e poi si è allontanata dall’aula.

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Parlando dell’amica della ragazza, invece, l’avvocata ha detto che «ha pianto mentre ricostruiva i fatti, raccontando quello che prova ancora adesso. Oggi non è stata sentita la mia assistita, ma di fatto il testimone chiave è proprio questa ragazza che è stata efficace e lucida». In questi due giorni (oggi e domani), infatti, è stata ascoltata l’amica della vittima, mentre poi sarà il turno proprio della ragazza che ha sporto denuncia. Entrambe comunque avevano già parlato della propria versione dei fatti anni fa. L’amica, leggiamo sul Corriere nel 2019, aveva affermato che quando si era svegliata era sola, sul divano in sala:

«Saranno state le 12,30- 13. Mi sono alzata e sono andata a cercare Silvia (nome fittizio, ndr). L’ho trovata nella prima stanza a destra, nel letto, nuda, ed era sola. L’ho svegliata, l’ho vista molto confusa e sconvolta, aveva tutto il trucco colato, si guardava attorno, credo che non riuscisse a capire dove si trovasse.

Mi è capitato di vederla ubriaca in altre occasioni, ma mai in quello stato, quindi in quel caso non mi è sembrato che fosse per gli effetti dell’alcol. Le chiedevo che cosa fosse successo, soprattutto avendola vista nuda nel letto, lei inizialmente non mi rispondeva. Poi glielo chiedevo di nuovo e alla fine mi rispondeva: mi hanno violentata. Chi?, ho chiesto. E lei: tutti. Le ho chiesto cosa voleva che facessi. E lei ha risposto: andiamo via di qui».

Continua dicendo di essersi svegliata due volte. «In una occasione ho sentito Ciro che urlava con qualcuno, era molto irritato perché avrebbe voluto un rapporto con Silvia e invece stava succedendo a Corsiglia. L’altra persona cercava di calmarlo: tanto è brutta, ne trovi un’altra domani. Una seconda volta, mentre dormivo, si è avvicinato Ciro e mi ha chiesto se ero sicura di voler dormire sul divano o se volessi andare con lui. Ho risposto che stavo benissimo e che volevo solo dormire, e si è allontanato senza insistere».

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La terza volta, poi, non ricorda se era già sveglia o era stata già svegliata, ma comunque aveva l’amica accanto a lei sul divano, in accappatoio e in lacrime. «Le ho chiesto cos’era successo ma lei piangeva singhiozzando e non mi ha risposto. Continuava a piangere ma mi ha detto: non preoccuparti, va tutto bene, sto bene. Le ho chiesto più volte cosa fosse successo ma lei diceva che andava tutto bene. Poi si è allontanata, e credo di essermi riaddormentata subito. Saranno state le 8.30. Non ricordo di essermi più svegliata fino alla tarda mattinata, intorno alle 12.30-13».

Speriamo che la verità venga a galla il prima possibile, e soprattutto che in Italia si cominci a fare una vera e propria educazione al consenso perché, sebbene questo stupro risalga al 2019, si sentono troppo spesso casi analoghi (pensiamo al figlio di La Russa, ad esempio, oppure alla ragazza stuprata a Palermo, o ancora alle due cugine minorenni stuprate da un gruppo di ragazzi).

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