Quasi 80 studentesse sono state avvelenate in Afghanistan

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Continua la tragedia tutta afghana iniziata nel ad agosto 2021, quando i talebani sono saliti al potere e hanno iniziato a reprimere diritti e libertà delle donne e delle ragazze in Afghanistan. Da quel momento, la situazione è andata sempre più in basso, con giornaliste che non hanno più potuto esercitare mostrando il proprio volto, e a tutte le donne è stato imposto il burqa. I contraccettivi sono stati vietati, le donne non hanno più potuto istruirsi (solo fino alla terza media)… E da un po’ di tempo le studentesse vengono anche avvelenate.

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Bambine che tornano a casa a Kabul, capitale afghana.
Samiullah Popal / EPA-EFE / Shutterstock

Quasi due anni fa, abbiamo ascoltato con i brividi la conferenza stampa dei talebani in cui dicono di essere cambiati, di voler rispettare i diritti delle donne di lavorare o essere indipendenti, come anche hanno detto di rispettare l’orientamento politico, tanto che hanno detto che non si vendicheranno delle persone che sono state amiche della democrazia. Hanno precisamente affermato che «non ci vendicheremo con nessuno. I diritti delle donne saranno tutelati dalla Sharia». Ma qualcuno ci ha creduto?

«Ci impegniamo per i diritti delle donne all’interno della Sharia. Le donne potranno avere attività in settori e aree diverse, come l’educazione e il sistema sanitario, lavoreranno spalla a spalla con noi. Se la comunità internazionale è preoccupata, assicuriamo che non ci saranno discriminazioni all’interno della nostra cornice di Sharia. Permetteremo alle donne di lavorare e studiare all’interno del nostro sistema.

Le nostre donne sono musulmane e saranno quindi felici di vivere dentro la cornice della Sharia. Permetteremo alle donne di studiare e lavorare all’interno della cornice della Sharia, saranno attive nella società ma rispettando i precetti dell’Islam. Le donne sono parte della società e garantiremo i loro diritti nei limiti dell’Islam».Parole dei talebani alla conferenza stampa

Tuttavia nella stessa conferenza stampa dissero anche che avrebbero rispettato «i media all’interno della nostra cornice culturale. I media privati possono continuare la loro attività con alcune richieste: l’Islam è un valore molto importante», sottolineando che i media «non devono essere in contrasto» perché l’Islam «deve essere considerato per lo sviluppo dei programmi. I media devono essere imparziali, possono criticare il nostro lavoro così possiamo migliorare e non devono andare contro l’unità nazionale».

Nella realtà però, come fece sapere Committee to Protect Journalists (CPJ), «i talebani questa settimana hanno perquisito le case di almeno quattro giornalisti e operatori dei media», facendo sapere che «sta indagando sulle ultime notizie secondo cui militanti talebani oggi hanno picchiato almeno due giornalisti nella città di Jalalabad, provincia di Nangarhar (Est), dove stavano seguendo una manifestazione contro la presa del potere da parte dei talebani». E la situazione non finisce qui, ma si estende a tutte le donne, lavoratrici o studentesse.

A dicembre scorso il ministro dell’istruzione superiore ha annunciato che le donne sono ufficialmente bandite dalle università in Afghanistan. Il divieto ha limitato ulteriormente l’istruzione delle donne: le ragazze erano già state escluse dalle scuole secondarie da quando i talebani sono tornati al potere nel 2021. A febbraio sono stati vietati i contraccettivi in quanto «sono un’agenda occidentale». E la situazione continua a peggiorare sempre, giorno dopo giorno.

Afghanistan: 80 studentesse sono state avvelenate

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Un funzionario dell’istruzione locale ha fatto sapere che quasi 80 bambine sono state avvelenate e ora sono ricoverate in ospedale in seguito a due attacchi nelle loro scuole primarie nel nord dell’Afghanistan, nella provincia di Sar-e-Pul. Ha aggiunto che il colpevole dell’avvelenamento covava un rancore personale, ma non ha approfondito la questione. Mohammad Rahmani, che dirige il dipartimento provinciale dell’istruzione, ha sottolineato che 60 studentesse sono state avvelenate nella Naswan-e-Kabod Aab School e altre 17 nella Naswan-e-Faizabad School.

L’Associated Press ha commentato dicendo che «entrambe le scuole primarie sono vicine l’una all’altra e sono state prese di mira una dopo l’altra. Abbiamo trasferito gli studenti in ospedale e ora stanno tutti bene». Le indagini in fase iniziale mostrano come qualcuno abbia pagato un’altra persona per compiere gli attacchi. Al momento non si sa come le bambine siano state avvelenate o sulla natura delle loro ferite. Rahmani non ha dato la loro età, ma ha detto che erano nelle classi da 1 a 6.

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Studentesse che leggono il Corano a Kabul.
Fotografia: Ebrahim Noroozi/AP

Mohammad Rahmani ha detto però alla CNN che «dopo essere arrivate a scuola la mattina, le studentesse hanno improvvisamente cominciato a provare vertigini, mal di testa e nausea». Molte di loro si trovano nell’ospedale locale, ma 14 con una situazione più critica sono state trasportate in un ospedale della capitale provincia. Un medico dell’ospedale Sar-i-Pul ha confermato alla CNN che alcune delle bambine sono state ricoverate e crede, sulla base dei loro sintomi, che siano state avvelenate.

Diversi attacchi di avvelenamento contro studentesse hanno avuto luogo durante il precedente governo dell’Afghanistan appoggiato dall’estero. Nel 2012, più di 170 donne e ragazze sono state ricoverate in ospedale dopo aver bevuto acqua di pozzo apparentemente avvelenata in una scuola. I funzionari della sanità locale hanno attribuito gli atti agli estremisti contrari all’istruzione delle donne.

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