Università pubblica, diritto allo studio, la didattica a distanza non serve a niente, bisogna laurearsi in tre anni, poi però gli affitti aumentano ancora e ancora e per studiare devi essere ricco, avere obbligatoriamente una borsa di studio o dover lavorare. Ovviamente non è colpa degli affittuari: certo, potrebbero essere più umani, ma anche loro affrontano una crisi. La colpa è delle università che non vanno incontro agli studenti, perché la didattica a distanza o mista, siamo onesti, avrebbe permesso a chiunque di studiare senza dover spendere soldi.
Quando pensiamo alla didattica a distanza, si pensa agli “studenti che vogliono copiare”. O meglio, lo pensano le persone che evidentemente non si sono mai trovate nella situazione di voler studiare a casa propria, di non poter seguire le lezioni, di non riuscire ad andare in università, che sia per una difficoltà fisica, per degli impegni lavorativi, perché si è genitori single, perché si vive a un’ora di distanza dalla sede ma a due ore di bus/treno o perché si è studenti caregiver, perché non ci si può permettere gli affitti. Perché la didattica a distanza, o meglio, la didattica mista, non discrimina in alcun modo.
Tuttavia, i rettori universitari insieme ai docenti pretendono che tutti gli studenti facciano dei sacrifici per poter studiare. Qualcuno di loro dovrà persino rinunciare agli studi perché non potrà permettersi gli affitti. Immaginate qualcuno che durante la pandemia si è iscritto all’università a Milano che si trova costretto a dover pagare minimo €600 di affitto per una stanza, o che semplicemente dovrà rinunciare agli studi perché non può permettersi di spostarsi. I report di Immobiliare.it ci hanno permesso di comprendere la situazione sia tragica in Italia.
In Croazia ho pagato €250 un monolocale in pieno centro, con forno, microonde, bagno con doccia, condizionatore, termosifone, letto matrimoniale e persino una terrazza arredata, tutto molto moderno. In Italia con €250 puoi aspettarti un buco, letteralmente. Gli altri affitti non erano così diversi, per singole, bilocali, doppie. Erano giusti. Non so quanti di voi che leggono quest’articolo siano studenti, ma se vi siete trovati almeno una volta nella situazione di dover cercare una stanza, un monolocale o un bilocale in Italia, non trovate niente di moderno e a un prezzo accessibile.
Il problema degli affitti per studenti
Nella giornata di ieri Immobiliare Insights, celebre agenzia che affitta in tutta Italia a studenti fuorisede, ha pubblicato un report in cui denuncia come in un anno gli affitti siano aumentati dell’11%, con Milano che supera i €600 per singola stanza. «Quest’anno chi cerca una stanza in affitto in una delle principali città italiane farà meglio ad optare per una doppia: infatti, i prezzi delle singole sono aumentati di ben 11 punti percentuali rispetto al 2021 (439 euro) mentre un posto letto in doppia costa il 9% in meno (234 euro)», scrivono.
Dopo il Covid, la domanda per gli affitti comincia a crescere: sarà che forse chi ha iniziato l’università a distanza si trova a dover pagare un affitto che non può permettersi? Secondo i dati di Immobiliare, c’è un 45% in più di richiesta per le singole e 41% in più per le doppie rispetto al 2021. «Lo stock di locazioni disponibili sul mercato si riduce, rimanendo sempre di segno più per le singole (+7%) ma comunque lontano dai volumi degli scorsi anni», leggiamo.
La città con gli affitti più cari è Milano, «dove per potersi permettere una stanza singola bisogna mettere a budget 620 euro di media mentre per un posto letto in doppia ne servono circa la metà (321 euro)». Roma, invece, si trova al secondo posto, con una singola che si paga in media 465 euro, mentre una doppia 248 euro. Seguono poi Padova e Firenze, dove per affittare una singola servono poco più di 450 euro. Sempre sopra i 400 euro Bologna, in quinta posizione con 447 euro.
«Se confrontati con il 2021 i prezzi delle stanze, con pochissime eccezioni, hanno subito una nuova e significativa spinta al rialzo. Le variazioni di affitti più consistenti si registrano a Padova, con oscillazioni positive che superano il 40%, e a Milano e Firenze, che si aggirano intorno al +20%. Aumenti importanti anche a Bologna, +16,7%, e a Modena, +12,6%. In particolare, quest’ultima ha conosciuto una crescita nei prezzi del 28,6% nel confronto con il periodo pre-pandemia», leggiamo ancora.
La città che ha visto il significativo incremento del prezzo degli affitti nell’ultimo anno è Venezia, dove la domanda per una stanza è quasi quadruplicata, e quindi «i prezzi, dopo la flessione degli anni della pandemia, sono tornati a salire acquistando oltre 10 punti percentuali nell’ultimo anno e attestandosi sui 360 euro». In generale, in quasi tutti i principali poli universitari, con qualche eccezione, c’è stato un consistente aumento nella richiesta rispetto al 2021.
«Come avevamo preannunciato un anno fa la situazione stanze nelle principali città universitarie italiane tornata ad una sostanziale normalità. Studenti e lavoratori fuori sede sono tornati a popolare i grandi centri, innescando di fatto la ripresa del mercato delle locazioni. L’elevata richiesta, che ha portato ad una contrazione dell’offerta, ha fatto sì che i proprietari – per i quali, ricordiamolo, l’immobile è un reddito integrativo – tornassero ad alzare i prezzi, che attualmente in molte città sono addirittura superiori a quelli del periodo pre-pandemico.
È prevedibile che, con la crisi alle spalle, si ritorni alle logiche di crescita continua, soprattutto dove l’offerta di immobili scarseggia. Questo trend richiederà ulteriori sacrifici alle famiglie per assicurare le migliori opportunità di studio e/o professionali ai loro figli. Sarà necessario che le istituzioni ragionino su come continuare ad assicurare l’importante ruolo di accoglienza dei grandi centri urbani del Paese, partecipando con iniziative di offerta che siano rilevanti nel mercato. In caso contrario è probabile che questi diventino appannaggio esclusivo di quelle fasce di popolazione che posso contare su un risparmio accumulato negli anni, a discapito dei più giovani, motore propulsivo della società».
Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it
Milano, 900 euro una stanza in affitto.
— Charlotte Matteini (@CharlyMatt) August 19, 2022
Ma ci sarà chi dirà che è tutto normale, nulla di male. pic.twitter.com/VnZuK2woxy
Gli affitti a Cagliari per un bilocale sfiorano gli 800 euro, lo stipendio medio in Italia è di 1200 (se sei fortunato) l’indipendenza e la stabilità sociale se non hai una famiglia alle spalle sono solo fantasie
— chaosmode (@chaossmod) August 18, 2022
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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