Milano, bandiera della Palestina al Forum di Assago: multa per il consigliere Luca Paladini
Un episodio recente ha suscitato discussioni e polemiche a Milano. Durante la partita di basket tra Olimpia Milano e Hapoel Tel Aviv al Forum di Assago, il consigliere regionale lombardo Luca Paladini ha esposto una bandiera della Palestina sugli spalti, in un gesto pacifico e simbolico. L’iniziativa, però, ha portato a una multa di 200 euro, generando un acceso dibattito sulla libertà di espressione e sulle regole degli eventi sportivi.
Il gesto di Paladini è avvenuto in un contesto sportivo molto seguito, con tifoserie internazionali presenti al Forum di Assago. Secondo quanto riportato, il consigliere ha voluto mostrare solidarietà alla popolazione palestinese senza arrecare disturbo agli altri spettatori o interferire con la partita. Tuttavia, gli agenti della Digos hanno identificato Paladini e gli hanno imposto di rimuovere la bandiera, in base al regolamento del palazzetto che vieta esposizione di simboli politici durante eventi sportivi. E in base all’aria che si respira in Italia.
Dopo l’identificazione, al consigliere è stata notificata una sanzione amministrativa pari a 200 euro. Paladini ha contestato la decisione, definendo la multa come una forma di censura della libertà di espressione e annunciando la volontà di fare ricorso.

Libertà di espressione e regolamenti sportivi: il caso Paladini
Il caso solleva questioni centrali tra libertà personale e regole degli eventi sportivi. Molti si chiedono fino a che punto sia possibile manifestare simboli politici o culturali durante eventi pubblici senza infrangere le norme interne delle strutture sportive.
Il Forum di Assago, come altri palazzetti, adotta regolamenti per garantire ordine e sicurezza e mantenere la neutralità durante le competizioni. L’esposizione di bandiere politiche o simboli internazionali può infatti essere vista come un gesto che rischia di dividere il pubblico o generare tensioni, soprattutto in eventi che coinvolgono squadre di paesi con conflitti storici, come Israele e Palestina. Nonostante si parli letteralmente di un genocidio e non si comprenda come qualcuno possa supportare Israele.
Dall’altro lato, Paladini e i sostenitori dell’iniziativa sostengono che il gesto sia pacifico e simbolico, e che rientri nel diritto di manifestare opinioni e solidarietà, senza provocazioni o violenze. Il ricorso annunciato potrebbe diventare un caso di riferimento sul bilanciamento tra libertà di espressione e regole di sicurezza negli eventi sportivi. Esporre la bandiera della Palestina in Italia è un gesto che assume significati politici e simbolici, specialmente in contesti pubblici e sportivi. Il conflitto israelo-palestinese è un tema di forte sensibilità internazionale, e azioni simboliche come quella di Paladini possono generare dibattito mediatico e reazioni contrastanti tra chi sostiene e chi non sostiene i diritti umani.

«Prima del mio gesto, ho letto il regolamento dell’Eurolega. Il testo dice che sono vietati striscioni o vessilli con messaggi minacciosi, violenti o discriminatori. Lo stendardo della Palestina non ha nessuna di queste caratteristiche», ha affermato Paladini. Sembrerebbe infatti che il regolamento del Forum non faccia riferimento alle bandiere. «Sono curioso di conoscere le motivazioni della multa. Forse c’entra il ddl Sicurezza? In ogni caso, penso che la contesterò. Mi hanno scritto quattro avvocati pronti a sostenermi gratuitamente e tante persone che vogliono contribuire al pagamento della multa».
Il gesto del consigliere lombardo non è isolato: negli ultimi anni, eventi sportivi e manifestazioni pubbliche sono diventati luoghi in cui esprimere solidarietà, opinioni politiche e valori sociali, con una crescente attenzione sui limiti tra gesto simbolico e violazione di norme. Questo episodio rientra quindi in una discussione più ampia sul ruolo dello sport come spazio pubblico, capace di unire ma anche di polarizzare opinioni.
🇵🇸 Un ragazzo che sventolava una bandiera della #Palestina è stato allontanato dalla sicurezza dello stadio di Udine, martedì scorso durante Italia-Israele.
— Pallonate in Faccia @pallonateinfaccia.bsky.social (@pallonatefaccia) October 16, 2025
Lo denuncia su Instagram @justice_italy. pic.twitter.com/dNa26wBFph

Reazioni e polemiche
L’episodio ha suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, molti cittadini e attivisti hanno espresso solidarietà a Paladini, considerandolo un esempio di libertà di espressione pacifica e difesa dei diritti civili. Dall’altra, vi sono opinioni che sottolineano la necessità di rispettare le regole del palasport e di evitare simboli politici durante eventi sportivi internazionali, per non compromettere la neutralità dell’evento.
Il dibattito si estende anche sui social e sui media, dove l’episodio è stato definito come censura o abuso di regolamenti, oppure come gesto provocatorio in un contesto delicato. Il ricorso annunciato da Paladini potrebbe aprire un confronto giuridico su:
- La compatibilità tra diritto di manifestare opinioni e regolamenti interni degli eventi sportivi.
- Il ruolo delle istituzioni nella gestione di simboli politici o culturali durante eventi pubblici.
- L’impatto sociale di gesti simbolici in contesti di forte visibilità mediatica.
A seconda dell’esito del ricorso, la vicenda potrebbe stabilire un precedente importante sul limite tra libertà personale e regole di sicurezza negli spazi pubblici.
La vicenda della bandiera della Palestina al Forum di Assago e la multa a Luca Paladini rappresentano molto più di un episodio di cronaca locale. È un caso simbolico che mette in discussione libertà di espressione, regolamenti sportivi e sensibilità internazionale.
Mentre il consigliere annuncia ricorso e denuncia una forma di censura, il dibattito rimane aperto, evidenziando la complessità di gestire gesti simbolici in spazi pubblici come quelli sportivi. Il caso di Milano potrebbe diventare un punto di riferimento per future discussioni su diritti civili e limiti regolamentari negli eventi pubblici.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e insegnante di Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty






