Il Vaticano (Stato) non può essere denunciato per pedofilia e abusi sessuali (dei cittadini): lo ha stabilito la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

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Martedì scorso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che il Vaticano non può essere denunciato per i casi di abusi sessuali che riguardano la Chiesa, questo perché è riconosciuta come un ente sovrano straniero. Sono quindi stati rigettati i 24 querelanti che nel 2011 avevano fatto caso alla Chiesa per come aveva gestito il problema degli abusi sessuali all’interno dell’istituzione. Inutile dire che la comunità in generale è molto indignata, poiché, religione o no, ente straniero o no, delle persone la cui vita è stata rovinata resteranno senza giustizia. Tuttavia, non c’è nulla di strano in questa notizia ovviamente strumentalizzata dai media.

Parlando di Chiesa e abusi sessuali, ricorderete sicuramente il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi nella Chiesa (CIASE) sulle violenze sessuali all’interno della Chiesa cattolica in Francia che ha creato tanto scalpore poiché sono più di 330 mila i bambini e le bambine che hanno subito degli abusi sessuali da sacerdoti o da persone laiche che hanno a che fare con la Chiesa. Il rapporto fa riferimento ai migliaia di casi di abusi sessuali su minori avvenuti negli ultimi 70 anni, e infatti è composto da 2500 pagine in cui si descrivono 3000 pedofili, di cui due terzi sono dei sacerdoti, mentre il resto sono persone che hanno lavorato nella Chiesa cattolica in Francia.

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Fonte: State of Mind

«Quelle sui minori da parte della Chiesa cattolica rappresentano il 4 % del totale delle violenze sessuali avvenute in Francia, se si includono solo i preti e il clero, e il 6 % se si considerano anche gli abusi commessi da laici (cattolici)», ha detto il presidente. Francois Devaux, co-fondatore dell’associazione “La parola liberata” e vittima in primis, ha detto che «voi membri della Commissione, siete tornati dall’infernoAvete esplorato ciò che di più oscuro e abietto gli uomini sono capaci di fare e siete scesi nei meandri più viziosi e insostenibili del comportamento umano».

Ovviamente Papa Francesco non poteva stare in silenzio. Già in un’altra occasione aveva mandato la sua solidarietà alle vittime, e anche questa volta non ha fatto eccezione. Il suo portavoce, Matteo Bruni, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che «il  suo pensiero va anzitutto alle vittime, con grande dispiacere, per le loro ferite, e gratitudine, per il loro coraggio nel denunciare, e alla Chiesa di Francia, perché, nella consapevolezza di questa terribile realtà , unita alla sofferenza del Signore per i suoi figli più vulnerabili, possa intraprendere una via di redenzione».

Eppure, la Cedu non è d’accordo e ha deciso che il Vaticano è immune alle querele. In che senso uno Stato è immune solo perché fanno parte di una religione? Beh, no. Non è proprio così. In realtà non è niente di particolarmente strano. Se un italiano uccide una persona all’estero o in Italia, non viene condannato lo Stato italiano. È semplice, no? Un cittadino non può chiamare in giudizio un intero Stato per un crimine commesso da uno o più cittadini. Insomma, è come se tutta l’Italia venisse querelata per i crimini della mafia. Non avrebbe senso, vero?

Vaticano immune giurisdizionalmente

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Fonte: Twitter

Quello che ha invocato la Cedu, l’«immunità» della Santa Sede, è riconosciuta dai «principi di diritto internazionale». Leggiamo in una nota che «la Corte ritiene che il rigetto (…) non abbia deviato dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti in materia di immunità dello Stato» e che si applicano al Vaticano. Per questo motivo si ritiene che non ci sia stata alcuna violazione delle disposizione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sul «diritto di accesso a un tribunale».

Quello a cui si riferisce sono i 24 querelanti belgi che avevano citato in giudizio il Vaticano senza però ottenere successo. Questo proprio perché il Vaticano non risponde di quello che fanno i preti cattolici, per cui a pagare, com’è giusto che sia, devono essere i preti e non il vaticano. Le vittime però volevano un risarcimento contro il Vaticano a causa «del danno causato dal modo strutturalmente carente in cui la Chiesa avrebbe affrontato il problema degli abusi sessuali al suo interno».

Ma per i giudici europei il Vaticano «ha caratteristiche paragonabili a quelle di uno Stato», per questo la giustizia belga ha il diritto di «dedurre da queste caratteristiche che la Santa Sede era un ente sovrano straniero, con gli stessi diritti e doveri di uno Stato». «Il totale insuccesso dell’azione dei ricorrenti deriva in realtà» da «scelte procedurali» da essi «non modificate» durante il procedimento «per chiarire e individuare i fatti a sostegno delle loro azioni», concludono nella nota che potete leggere interamente in lingua inglese qui:

Insomma, come avete potuto leggere, non c’è nulla di strano nella scelta della Cedu. Nel Vaticano ci sono dei pedofili e dei preti che si macchiano di abuso sessuale? Sì. Il Vaticano (lo Stato) deve pagare per i crimini di alcuni? No. Perché, altrimenti, tutti gli Stati dovrebbero ripagare per qualcosa fatto dai cittadini e, credetemi, all’Italia non converrebbe poi così tanto.

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Fonte: Pexels

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