Nuova ordinanza per chi entra in Italia: ma l’Unione Europea non ci sta

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Green Pass o Super Green Pass? Questo è il dilemma, e noi non capiamo più nulla. Sappiamo solo che il Covid-19 continua a esistere e a rovinare tutti i nostri piani natalizi, per il secondo anno di seguito, sperando che, almeno questo, sia l’ultimo. Tuttavia, non è solo l’Italia ad avere dei dubbi su questo super Green Pass e, in particolare, sul tampone da dover fare prima di entrare in Italia, ma anche l’Unione Europea, che pretende delle risposte da parte del governo italiano.

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Il vaccino non ci rende immuni, questo dovremmo averlo almeno constatato dopo quasi due anni di pandemia. Probabilmente non saremo mai immuni al Covid-19, ma sicuramente, quando tutti o quasi saremo vaccinati, potrebbe cominciare a sparire. Queste almeno sono le aspettative dei vari governi. Il vaccino serve, principalmente, a non farci finire in terapia intensiva quando ci prendiamo la malattia. Serve per salvarci la vita, insomma. Ma non tutti sono ancora convinti.

Il Green Pass, invece, ha i suoi pro come i suoi contro, e noi li abbiamo esposti in diversi articoli. Tra i pro c’è la possibilità di viaggiare e di sentirsi più al sicuro, è una sorta di compromesso per la normalità, tra i contro il fatto che non rende immuni e quindi bisogna continuare a indossare la mascherina e a prestare attenzione, o ancora il fatto che la burocrazia italiana è davvero troppo lenta (potrebbe interessarvi: Le criticità del Green Pass all’università: «ho avuto il Covid-19 in Spagna e ora non posso vaccinarmi né avere il Green Pass», la storia di uno studente di Bari o Non tutti quelli che non hanno il Green Pass sono no-vax o complottisti).

Il Super Green Pass, invece, è un po’ un’incognita. Quello che sappiamo è che il super Green Pass, però, a differenza della forma base, è valido solo per chi è vaccinato o per chi è guarito dal Covid-19, quindi non sarà più possibile ottenerlo facendo dei tamponi ogni due giorni come molte persone stanno facendo in questo momento. In poche parole, è una sorta di obbligo vaccinale, senza però mettere l’obbligo vaccinale. Al momento sarà valido fino al 15 gennaio 2022, per cui per il periodo natalizio.

Insomma, a Natale tutti si ricordano che il Covid-19 esiste. Ricorderete come a Natale dell’anno scorso il governo abbia quasi deciso di dimenticarsi dell’esistenza del Covid-19 per far andare avanti il commercio, per poi chiuderci completamente nei giorni di Natale, come se il virus in quei giorni fosse più pericoloso. Anche quest’anno ci sono delle restrizioni ad hoc per il periodo, che però potrebbero essere anche prorogate. Il super Green Pass è una di queste. Ma all’Unione Europea non sta bene.

Super Green Pass: l’Unione Europea vuole delle spiegazioni

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Non basterà più il Green Pass, ottenuto con vaccinazione, guarigione da Covid-19 o tampone, per entrare in Italia. Qualsiasi italiano che vive all’estero, o semplicemente qualsiasi persona che vuole passare il periodo natalizio o l’arrivo dell’anno nuovo in Italia, vaccinato o no, dovrà sottoporsi a un tampone molecolare entro le 48 ore prima del rientro in Italia, o a un tampone antigenico nelle 24 ore prima della partenza. A stabilire ciò è un’ordinanza firmata da Roberto Speranza, ministro della Salute.

Questa stabilisce l’«obbligo del test negativo in partenza per tutti gli arrivi dai Paesi dell’Unione Europea. Per i non vaccinati, oltre al test negativo, è prevista la quarantena di 5 giorni». L’ordinanza sarà in vigore da domani, 16 dicembre, fino al 31 gennaio. In più, prevede la «presentazione al momento dell’imbarco della certificazione di essersi sottoposto, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, a un test molecolare effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo, ovvero a un test antigenico, effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo, nelle 24 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale».

Ma all’Unione Europea questo super Green Pass e soprattutto questa ordinanza non piace. La vicepresidente della Commissione Europea, Vera Jourova, chiede spiegazioni all’Italia: «L’Italia giustifichi l’obbligo di tampone ai vaccinati». Aggiunge poi: «Le scelte unilaterali dei Paesi minano la fiducia delle persone. Il green pass non è morto, è uno dei progetti Ue più di successo. Quando la Commissione ha proposto il regolamento volevamo mantenere il principio di libertà di viaggio, a patto che i viaggiatori fossero vaccinati, con un test negativo o guariti dal Covid. Gli Stati hanno voluto mantenere una porta aperta, per introdurre ulteriori restrizioni, che devono essere però giustificate».

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Infine, conclude: «Credo se ne discuterà nel Consiglio Europeo, perché queste decisioni danneggiano, o diminuiscono, perché danneggiano è una parola forte, la fiducia della popolazione nel fatto che ci siano le stesse condizioni in tutta Europa. Gli Stati hanno chiesto che ci fosse questa ’backdoor’ nel regolamento che ha istituito il Certificato Covid Ue Digitale per situazioni in cui i dati dei contagi sono troppo alti, come è il caso adesso purtroppo. Gli Stati lo possono fare, spero che non danneggi il green pass perché è uno degli strumenti pratici che abbiamo sviluppato per le persone in Europa».

Insomma, l’Italia dovrà giustificare queste scelte, sebbene nel territorio già ci siano persone d’accordo e persone che sono contro. Fra i primi ci sono il presidente della Camera, Roberto Fico, e Andrea Mandelli, responsabile Salute di Forza Italia, che al TG1 afferma: «I numeri parlano chiaro: la pandemia è ancora in corso e la campagna di vaccinazione non è conclusa. Per le prossime settimane servono ancora attenzione, cautela e rispetto delle regole».

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è ovviamente contraria: «Non sono d’accordo con la proroga dello stato di emergenza: se dura più di due anni è un controsenso logico e linguistico. Credo che il governo oggi debba riuscire a combattere l’epidemia ripristinando i diritti. Comincia a crearsi un problema per la democrazia. Gli unici a difendere la Costituzione siamo rimasti noi di FdI», ha detto al Corriere.it. Insomma, se c’è una certezza, è che non saremo mai tutti d’accordo.

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