La cultura dello shibari (detto anche Kinbaku) nasce in Giappone, infatti, nelle antiche cerimonie religiose, si utilizzavano corde e legamenti per rappresentare il collegamento tra l’umano ed il divino. Ma prima di continuare a parlare della pratica dello Shibari, abbiamo parlato in un precedente articolo del o meglio del Rope Bondage, che viene praticato con corde e similari, utilizzate seguendo stili ben precisi (occidentale, shibari, nuovi stili fusion ancora in via di sviluppo).
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Kinbaku è una parola giapponese risale al 20° secolo) che può essere resa come “legatura stretta”, mentre Kinbaku-bi significa letteralmente “la bellezza della legatura stretta”. Il termine Kinbaku allude all’uso della corda di canapa per trattenere i prigionieri, come simbolo di potere, allo stesso modo con cui le manette sono usate in un contesto BDSM occidentale.
Una distinzione fra Shibari e Kinbaku è che:
- Shibari sia una pratica puramente artistica ed estetica
- Kinbaku si riferisca alla pratica artistica e sensuale nel suo insieme
Differenze dello Shibari Orientale ed Occidentale
La pratica dell’immobilizzazione, in Oriente, veniva addirittura usata dai samurai e dalla polizia come forma di prigionia: per sopperire alla carenza di materiali metallici, si legavano i prigionieri con corde di iuta e canapa, entrambi presenti in abbondanza a quel tempo. Durante il periodo Edo (dal 1600 al 1860), attraverso delle stampe artistiche su carta, legature e scene immaginarie di costrizione iniziano a pervadere Ie menti dei giapponesi, cosa che ha continuato a svilupparsi nel tempo con pittura e fotografia, influenzando le successive generazioni di Kinbakushi (maestro o esperto della legatura stretta)
La tecnica occidentale nasce molto dopo quella giapponese dello shibari, ovvero dopo la sua correlazione al sesso, a partire dall’800.
Questa tecnica, ha obiettivi estetici finali diversi da quelli orientali (nei quali troviamo principalmente un’estetica basata sull’asimmetria e sulla quieta accetazione del dolore), tendendo ad evidenziare maggiormente la muscolatura, piuttosto che le curve, terminando in posizioni simmetriche.
Per quanto può sembrare incredibile questa pratica non ha come scopo quello del rapporto sessuale.
Per alcuni, è prima di tutto un’arte. Molti rigger trascorrono anni se non decenni affinando le loro capacità. I più famosi praticanti sono eccezionalmente abili con le loro mani e leggono i desideri e le antipatie dei loro partner di gioco. Per molti, la parola shibari descrive un’arte oltre che una pratica spinta e non si può avere l’una senza l’altra. Per queste persone, cose come esibirsi dal vivo o perfezionare il loro stile personale, sono di grande importanza. Per alcuni è prima di tutto un’arte… Altri semplicemente partecipano alla schiavitù come mezzo di sollievo dallo stress o relax.
Per altri, è un modo di costruire l’intimità e la fiducia con un altro essere umano. Molte spesso chi lega le corde e chi si fa legare sono partner sessuali nella vita reale, ma in alcuni casi questi due lavorano solo insieme a livello professionale. Oppure, sono vicini personalmente ma scelgono di non copulare.
Esempi di questo potrebbero essere una dominatrice e il suo cliente, o due artisti di spettacolo. Alcune persone hanno anche partner di gioco che sono separati dai loro partner effettivi, forse perché il proprio partner non può soddisfare un particolare desiderio. Altri semplicemente partecipano alla schiavitù come mezzo per alleviare lo stress o rilassarsi, inoltre essere legati può effettivamente rilasciare tonnellate di endorfine creando un effetto euforico.
Come si fa?
Lo Shibari prevede di legare una persona, facendo in modo che non riesca più a muoversi, con corde sottili (generalmente, il diametro è compreso tra 4-6 mm) e lunghe 7-8 m, a seconda della corporatura. Il tipo di fune tradizionalmente più utilizzato è quella di iuta a tre trefoli (Asanawa), mentre è raro che il Nawashi usi corde in fibra sintetica. Le fibre naturali si agganciano facilmente l’una all’altra, il che significa che il bondage può essere tenuto insieme dall’attrito di torsioni o nodi molto semplici.
Gli schemi per la legatura sono specifici, molti dei quali derivati dallo Hojōjutsu sebbene modificati in modo significativo per renderli più sicuri per il bondage. Come da tradizione orientale, il bondage giapponese mette in risalto tutto ciò che è imperfetto e asimmetrico.