Poste Italiane è una delle aziende italiane che si occupa dei servizi di spedizione, ma, più volte, i suoi utenti si sono lamentati dei postini che, spesso e volentieri, non consegnano raccomandate e pacchi, creando quindi dei disagi. Ma, adesso, l’azienda sarà costretta a pagare per i propri errori.
L’antitrust ha multato Poste Italiane con una sanzione di 5 milioni, ovvero il massimo che la legge consente, poiché ha «adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate».
In questa sanzione sono quindi incluse solo le raccomandate, i pacchi di Amazon, Aliexpress, Wish o di altre aziende di vendita online, sono esclusi. Le raccomandate, però, sono un tantino più importanti di questi pacchi, poiché prevedono che il ricevente firmi alla consegna.
Tuttavia, nonostante l’importanza delle ricevute, che spesso contengono dei documenti, sembrerebbe che i postini di Poste Italiane non si sforzassero neanche di accertarsi che il destinatario stesse in casa, lasciando solo il messaggio di mancata consegna.
Le accuse a Poste Italiane dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
L’Autorità «ha accertato che il tentativo di recapito delle raccomandate non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari, venendo, peraltro, frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge. Infatti, Poste Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario».
Questo vuol dire che i postini lasciano direttamente l’avviso, senza neanche provare a suonare il campanello per accertarsi che le persone stiano in casa. Una testimonianza, arriva da Twitter.
#posteitaliane in tendenza mi ricorda quella volta in cui sono rimasta a casa ad aspettare il mio pacco da Amazon per poi arrivarmi quel giorno stesso la comunicazione che il postino di PosteItaliane non ha potuto consegnare perché “non mi ha trovato a casa”.
Periodo quarantena.— Beatrice (@bae_triss) September 15, 2020
Insieme a questa testimonianza, ce ne sono tante altre, e anche l’Agcm ha ricevuto diverse segnalazioni dei consumatori:
«Al riguardo, numerosissimi risultano essere i reclami dei consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione (si pensi ad esempio alle persone costrette a casa in quanto portatrici di handicap o per l’emergenza sanitaria durante il lockdown)».
Non consegnando le raccomandate, Poste Italiane provoca «gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati, come più volte affermato nelle Relazioni Annuali sullo stato della giustizia citate nel provvedimento».
Ma non solo, anche «un inammissibile onere a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate».
La sanzione
Poste Italiane si è chiaramente difesa da questa accusa, poiché le segnalazioni degli utenti non soddisfatti sono molte meno rispetto a quelli che in realtà hanno ricevuto la raccomandata in tempo e in modo onesto.
Tuttavia, c’è anche da sottolineare come, quando un utente segnalava il fatto di essere stato effettivamente a casa ma di non aver ricevuto la propria raccomandata, Poste Italiane si limitava a predisporre una lettera di riscontro reclami per l’emissione dell’avviso di giacenza o, in altri casi, ha semplicemente richiamato i propri funzionare spronandoli al «ripristino della procedura corretta».
Ma questo non è stato abbastanza, perché la multa è sanzionata al massimo consentito dalla legge, ovvero 5 milioni di euro, poiché i danni arrecati ai consumatori e la frequenza con cui si svolgevano rende la questioni estremamente grava.
Tuttavia, sottolinea l’Antitrust, «non risulta deterrente in rapporto al fatturato specifico generato da Poste Italiane nel solo anno 2019 pari a 3,492 miliardi di euro». Poste Italiane non avrà quindi difficoltà a pagare questa multa, ma adesso bisogna vedere se, effettivamente, imparerà dal proprio errore oppure continuerà sulla propria strada.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty