Patrick Zaki condannato a tre anni per “diffusione di notizie false”

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Oggi Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere per diffusione di notizie false riguardo ad alcuni articoli pubblicati sui social media. La notizia è stata riportata all’Ansa da uno dei quattro avvocati dell’attivista, al termine dell’udienza odierna tenutasi a Mansura, in Egitto. Alla conclusione della sentenza, Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna, è stato condotto via dall’aula in manette, attraverso il passaggio nella gabbia degli imputati, mentre la madre della sua fidanzata e i suoi amici gridavano. Amnesty International ha annunciato oggi una piazza per #FreePatrickZaki.

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Patrick è un attivista e ricercatore egiziano che dall’8 febbraio 2020 al 7 dicembre 2021 è stato in detenzione preventiva, rischiando fino a 25 anni di carcere solo per dieci post di un profilo facebook che la sua difesa considera falso. Dopo mesi, solo il 25 agosto 2021 sua madre lo ha potuto incontrare, dicendole che in tutti quei mesi le aveva scritto almeno 20 lettere, tuttavia la donna ne ha ricevute solamente due, molto brevi.

Le udienze sul suo processo si sono tenute a luglio 2021, nella seconda Patrick Zaki ha consultato per la prima volta i suoi avvocati e, in quell’occasione, gli avvocati lo hanno visto molto dimagrito. A settembre il tribunale ha rinviato l’udienza che ci sarebbe dovuta essere. A dicembre, invece, il giudice della terza sezione antiterrorismo del tribunale del Cairo ha annunciato che Patrick Zaki, studente dell’università di Bologna, sarebbe dovuto rimanere in custodia cautelare per altri 45 giorni.

Patrick Zaki si trovava nel suo paese solo per una vacanza con i suoi cari, prendendosi una breve pausa dallo studio, tuttavia è stato arrestato per «incitamento alla protesta» e «istigazione a crimini terroristici». Amnesty, che ha creato un appello per la sua libertà, fa anche sapere che gli agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale (NSA) «hanno tenuto Patrick bendato e ammanettato durante il suo interrogatorio all’aeroporto durato 17 ore. Patrick è stato picchiato sulla pancia e sulla schiena e torturato con scosse elettriche».

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Tra l’altro, vi facciamo anche sapere che lo Stato italiano ha deciso, con 208 voti favorevoli, nessun contrario e 33 astenuti (tutti di Fratelli d’Italia), di conferire al ragazzo la cittadinanza italiana. Al Senato si presentò anche la senatrice a vita Liliana Segre, felicissima di poter dare una mano al ragazzo che è stato prigioniero per quasi due anni. Ma adesso sembra che dovrà tornare in carcere…

Patrick Zaki dovrà tornare in carcere

Nonostante la volontà dei suoi avvocati di presentare un ricorso, la sentenza nei confronti di Patrick Zaki è inappellabile a causa delle rigide leggi antiterrorismo vigenti in Egitto (e poi c’è chi dice “perché scappano se non c’è la guerra?”). Inoltre, la sentenza dovrà essere firmata dal presidente egiziano Al-Sisi, il quale potrebbe decidere un destino diverso per Zaki, compresa la grazia. Secondo quanto riferito dai suoi legali all’Ansa, l’attivista dovrà scontare in carcere altri 14 mesi, essendo stato già detenuto per 22 mesi.

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«Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere con l’accusa di diffusione di notizie false», ha detto un tweet il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, che ha seguito da vicino la vicenda dello studente egiziano fin dall’inizio. Ha definito la sentenza come «il peggiore degli scenari possibili». Noury ha anche lanciato un appello al governo italiano affinché intervenga per la scarcerazione di Zaki e tra l’altro Amnesty Italia ha anche lanciato un flash mob per stasera a Piazza Nettuno (Bologna) alle 19.30, per chiedere libertà per i ragazzo.

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