Patrick Zaki: approvato l’odg per la cittadinanza italiana

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Lo stato italiano deve conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki: questo quello che il Senato ha deciso oggi con 208 voti favorevoli, nessuno contrario e 33 astenuti, tutti di Fratelli d’Italia. A proporre il provvedimento è stato Francesco Verducci, sostenuto anche dai partiti del centrodestra. Presente al Senato anche la senatrice a vita Liliana Segre, che è stata felicissima di poter dare una mano al ragazzo che da più di un anno è prigioniero.

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Fonte: twitter

Ormai non dovrebbe esserci nessuno che non conosce la storia di Patrick Zaki, ma per chi non lo sapesse riassumiamo in breve: Patrick è un attivista e ricercatore egiziano che dall’8 febbraio 2020 si trova in detenzione preventiva fino a data da destinarsi, ma rischierebbe fino a 25 anni di carcere solo per dieci post di un profilo facebook che la sua difesa considera falso. Dopo mesi, solo il 25 agosto la sua mamma lo ha potuto incontrare, dicendole che in tutti quei mesi le aveva scritto almeno 20 lettere, tuttavia la donna ne ha ricevute solamente due, molto brevi.

Le udienze sul suo processo si sono tenute a luglio, nella seconda Patrick Zaki ha consultato per la prima volta i suoi avvocati e, in quell’occasione, gli avvocati lo hanno visto molto dimagrito. A settembre il tribunale ha rinviato l’udienza che ci sarebbe dovuta essere. A dicembre, invece, il giudice della terza sezione antiterrorismo del tribunale del Cairo ha annunciato che Patrick Zaki, studente dell’università di Bologna, sarebbe dovuto rimanere in custodia cautelare per altri 45 giorni.

Patrick Zaki si trovava nel suo paese solo per una vacanza con i suoi cari, prendendosi una breve pausa dallo studio, tuttavia è stato arrestato per «incitamento alla protesta» e «istigazione a crimini terroristici». Amnesty, che ha creato un appello per la sua libertà, fa anche sapere che gli agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale (NSA) «hanno tenuto Patrick bendato e ammanettato durante il suo interrogatorio all’aeroporto durato 17 ore. Patrick è stato picchiato sulla pancia e sulla schiena e torturato con scosse elettriche».

Patrick Zaki: perché la cittadinanza italiana?

In primis: Mattarella può dare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki? Secondo la legge n.91 del 1992, sì. L’art.9 comma 2 afferma che «la cittadinanza può essere concessa allo straniero», nel momento in cui «questi abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato». Il presidente della Repubblica, «sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro degli affari esteri», può quindi conferire la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Il testo propone che

«la drammatica condizione in cui versa Patrick Zaki e il regime di detenzione cui è sottoposto nel carcere di massima sicurezza di Tora, noto, come denunciato ripetutamente da diverse organizzazioni internazionali, per le condizioni inumane e i continui abusi ai danni dei reclusi, unitamente alle ripetute e precedentemente citate violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime egiziano ai danni dei dissidenti politici configurano come di tutta evidenza il ricorrere di un eccezionale interesse del nostro Paese a riconoscere tempestivamente la cittadinanza italiana al ricercatore egiziano».

Poiché Patrick Zaki ha ottenuto la cittadinanza italiana e quindi europea, adesso l’Unione Europea deve intervenire prendendosi le proprie responsabilità, facendo pressione al regime di Abdel Fattah al-Sisi, per liberare lo studente, affinché questo inferno possa finalmente finire e possa abbracciare la sua famiglia e i suoi colleghi universitari che non si sono mai arresi. Proprio di recente Patrick Zaki ha ricevuto la visita della fidanzata a cui ha dato il libro Cento anni di solitudine e la scritta «resisto, grazie per il sostegno di tutti».

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Fonte: twitter

Patrick Zaki: ha ricevuto la cittadinanza italiana

Oggi Palazzo Madama ha ufficialmente approvato il provvedimento per la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. A festeggiare sono in tanti, tra cui anche la senatrice Segre, che aveva deciso di sospendere la sua partecipazione in senato a causa della pandemia ma che è tornata per la seconda volta (la prima per la fiducia a Conte 2) perché «c’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà».

La viceministra Marina Sereni (PD) ha confessato che «il governo italiano segue con la massima attenzione il caso Zaki fin dalle prime ore dall’arresto e condivide pienamente la preoccupazione del Parlamento anche alla luce di un’ulteriore proroga della sua custodia cautelare», aggiungendo che continuano a sensibilizzare le autorità egiziane, sollecitando anche a rilasciare lo studente. «Su nostra richiesta il procedimento giudiziario è stato inserito nel programma di monitoraggio processuale dell’Unione europea pochissimi giorni dopo il suo arresto».

Francesco Verducci, colui che ha proposto la mozione, ha ricordato quello che lo studente sta subendo: «da quasi 15 mesi Patrick Zaki, studente e ricercatore dell’Università di Bologna, attivista per i diritti umani, è imprigionato nelle carceri egiziane per la sola colpa delle sue idee. Dal 7 febbraio 2020 è sottoposto ripetutamente, senza prove e senza processo a quella che viene chiamata detenzione preventiva ma è a tutti gli effetti una detenzione arbitraria e una violazione dei diritti umani. Zaki è stato picchiato e torturato con scariche elettriche, le accuse contro di lui sono pretestuose».

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Fonte: twitter

Si è poi rivolto a Liliana Segre: «La firma e presenza di Liliana Segre in quest’Aula, il suo nome accanto a quello di Zaki ha un valore incommensurabile contro ogni violazione dei diritti umani e civili, contro ogni indifferenza. Quando Zaki saprà che abbiamo approvato questo ordine del giorno sarà orgoglioso dell’Italia, come noi lo saremo quando sarà di nuovo libero. La reclusione e la sorte di Zaki rende più profonda la ferita del sequestro, della tortura, dell’omicidio di Giulio Regeni, abbiamo il dovere di non smettere mai di pretendere dalle autorità egiziane verità e giustizia per Giulio».

C’è ovviamente almeno da citare il partito di Giorgia Meloni, che è l’unico che si è astenuto: «Il motivo della nostra astensione? Siamo molto solidali con Zaki, ma sono convinta che un’ingerenza tale del Parlamento italiano lo aiuti». «Siamo convinti che per raggiungere l’obiettivo della sua liberazione la strada da seguire sia quella della diplomazia», aggiunge Alberto Balboni, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama.

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