Violentata mentre fa jogging a Tabina (Modena): arrestato un 17enne

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Una tranquilla mattina di primavera si è trasformata in un incubo per una donna di 65 anni, aggredita e violentata mentre faceva jogging lungo la pista ciclabile di Tabina, una zona verde di Formigine, in provincia di Modena. Erano circa le 12 quando un giovane in bicicletta l’ha avvicinata, fatta cadere e trascinata in un fossato, dove ha abusato di lei. La violenza si è consumata in pochi minuti, ma le sue conseguenze hanno segnato profondamente la vittima e l’intera comunità.

Nonostante il trauma subito, la donna ha trovato la forza di chiedere aiuto e fornire una descrizione dettagliata dell’aggressore, del mezzo e degli abiti che indossava. Grazie alla sua prontezza e lucidità, i carabinieri si sono messi subito sulle tracce del sospetto, individuando in breve tempo un ragazzo di 17 anni, di origine tunisina, ospite di una comunità per minori stranieri non accompagnati nella zona.

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L’arresto del giovane è avvenuto poco dopo grazie al riconoscimento da parte della vittima e ad altri elementi riscontrati dagli investigatori. Il minorenne è stato condotto nel carcere minorile del Pratello, a Bologna, dove resterà in attesa delle decisioni del giudice. Le forze dell’ordine stanno proseguendo le indagini per raccogliere tutte le prove necessarie, incluse testimonianze e immagini di videosorveglianza della zona.

Formigine (Modena) sotto shock: paura, rabbia e solidarietà

L’aggressione ha scosso profondamente la comunità di Formigine, lasciando dietro di sé un clima di paura e incredulità. La pista ciclabile di Tabina è da sempre un luogo frequentato da sportivi, famiglie e persone di tutte le età. Che un simile episodio sia avvenuto in pieno giorno, in un’area considerata sicura, ha colpito nel profondo i cittadini.

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La sindaca di Formigine, Elisa Parenti, ha espresso solidarietà alla vittima e ha promesso il massimo impegno da parte delle istituzioni per fare chiarezza sull’accaduto. Ha anche lanciato un appello alla comunità affinché si eviti qualsiasi tipo di generalizzazione, sottolineando che la responsabilità penale è personale e non può ricadere su un intero gruppo sociale:

Quanto accaduto ci colpisce profondamente e lascia un senso di dolore, rabbia e smarrimento. La violenza subita da una donna nella nostra comunità è un fatto gravissimo, che condanniamo con fermezza e senza alcuna ambiguità. Il nostro primo pensiero va a lei, alla sua sofferenza, al coraggio che ha avuto. Come istituzioni abbiamo il dovere di starle accanto, di proteggerla e di garantirle tutto il supporto necessario.

Ringrazio i primi soccorritori intervenuti e le forze dell’ordine per il tempestivo lavoro investigativo che ha portato all’immediata individuazione e al fermo del presunto responsabile. È fondamentale che la giustizia faccia ora il suo corso, in modo rapido e rigoroso.

Allo stesso tempo, voglio ribadire con forza che non possiamo e non dobbiamo cedere alla tentazione della generalizzazione o della strumentalizzazione. La responsabilità è sempre individuale, mai collettiva. La nostra comunità è e resterà unita nei valori della legalità, del rispetto e della convivenza civile. Come amministrazione continueremo a lavorare per rafforzare il presidio del territorio, la collaborazione con le forze dell’ordine e i progetti di prevenzione e sensibilizzazione, soprattutto verso i più giovani. La sicurezza non è solo un tema di ordine pubblico, ma è anche il frutto di una comunità che si prende cura di sé stessa. E noi, come comunità, non volteremo lo sguardo dall’altra parte.

Intanto, la donna aggredita è ricoverata all’ospedale di Baggiovara, seguita da un’équipe di medici e psicologi. Le sue condizioni fisiche sono stabili, ma il percorso di recupero psicologico sarà lungo e complesso. L’assistenza psicologica sarà fondamentale per aiutarla a superare il trauma.

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nei luoghi pubblici, in particolare per le donne che spesso si trovano a dover affrontare da sole situazioni di rischio. Molti cittadini chiedono una maggiore presenza delle forze dell’ordine, l’installazione di telecamere nei tratti meno frequentati e una migliore illuminazione di certe aree, spesso isolate nelle ore centrali della giornata o la sera.

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Fratelli d’Italia, invece, ne approfitta per essere, come al solito, razzista (d’altronde, l’abbiamo visto anche con gli ultimi femminicidi): «Quanto successo a Tabina di Magreta è agghiacciante. Piena solidarietà alla vittima, che dovrà riprendersi da uno shock tremendo. La cooperativa che ha in carico il minore si prenda la piena responsabilità civile e penale dell’accaduto: racconti perché questo soggetto non era controllato, racconti come funzioni il sistema di monitoraggio di persone così pericolose e la smetta, come fanno tutte le cooperative del settore, che vivono solo grazie all’immigrazione, di dire che sono tutti bravi ragazzi», ha detto il consigliere comunale Piergiulio Giacobazzi.

La violenza contro le donne resta un fenomeno profondamente radicato, che non può essere affrontato solo con misure repressive e soprattutto dando la colpa solo agli “immigrati” come se la violenza non fosse anche da parte degli italiani stessi. Serve educazione, prevenzione e un impegno costante da parte delle famiglie, delle scuole, delle istituzioni e di ciascuno di noi. Educare al rispetto, alla responsabilità e alla non violenza è l’unico vero modo per impedire che fatti simili possano ripetersi.

Quanto accaduto a Formigine non può e non deve passare sotto silenzio. È un richiamo forte alla coscienza collettiva, un invito ad agire e a non voltarsi dall’altra parte.

Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty

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