Danny Masterson, protagonista di That 70s Show, è stato condannato a 30 anni di carcere a vita per lo stupro di due donne, vent’anni fa. L’attore interpretava il personaggio di Steven, nella serie in cui troviamo anche Topher Grace, Laura Prepon, Ashton Kutcher, Wilmer Valderrama e Mila Kunis. E proprio due di loro, Kutcher e Kunis, nelle ultime ore sono finiti nella bufera in quanto hanno deciso di scrivere una lettera di supporto a Masterson, dicendo che era un modello di comportamento. Ovviamente, poi, sono arrivate le scuse.
La sentenza a Masterson è arrivata dopo che una giuria ha ritenuto l’attore colpevole di due casi di stupro. Il processo, in cui la Chiesa di Scientology è stata più volte al centro della scena, ha segnato il processo giudiziario di un attore di Hollywood in precedenza apprezzato nell’era del #MeToo. Durante il processo l’accusa ha sostenuto che Masterson avrebbe abusato del suo ruolo nella chiesa per evitare di rispondere degli attacchi. In aula sono state presenti anche le due donne che hanno denunciato l’attore.
«Quando mi hai violentata, mi hai derubata. Questo è lo stupro, un furto dello spirito», ha detto una delle due. «Sei patetico, disturbato e completamente violento. Il mondo è migliore con te in prigione», ha aggiunto, mentre l’attore non aveva alcuna reazione. L’altra vittima ha detto che Masterson non avrebbe dimostrato alcun «briciolo di rimorso per il dolore che ha causato. Sapevo che sarebbe stato dietro le sbarre per la sicurezza di tutte le donne con cui è entrato in contatto. Mi dispiace così tanto e sono così sconvolta. Vorrei averlo denunciato prima alla polizia».
Gli attacchi hanno avuto luogo nella casa di Danny Masterson nella zona di Hollywood nel 2003, quando era all’apice della sua fama nella sitcom della rete Fox That 70s Show. Più recentemente era apparso nella commedia Netflix del 2016 The Ranch, ma è stato cancellato dallo show quando nel marzo 2017 è stato rivelato che era indagato dalla polizia di Los Angeles per stupro. In una dichiarazione dopo la sentenza, il procuratore distrettuale di Los Angeles, George Gascón, ha affermato che «giustizia è stata finalmente fatta»:
«La mia speranza è che questa sentenza porti in qualche modo loro la pace e che il loro coraggio sia un esempio per gli altri. Una delle mie massime priorità è garantire che Los Angeles non sia più un terreno di caccia per l’élite di Hollywood che si sente autorizzata a depredare le donne».
La lettera di Kutcher e Kunis su Masterson… E le scuse
La lettera è stata pubblicata in primis dall’Hollywood Reporter. Ashton Kutcher ha affermato che attribuisce a Danny «il fatto di non cadere nella tipica vita hollywoodiana fatta di droga. Ogni volta che incontravamo qualcuno o interagivamo con qualcuno che era drogato o faceva uso di droghe, lui chiariva che quella non sarebbe stata una buona persona con cui essere amici». Lo ha definito un “modello“, con un “carattere eccezionale“. La Kunis, a sua volta, lo ha definito «una figura eccezionale di fratello maggiore». «La sua dedizione all’evitare tutte le sostanze ha ispirato non solo me ma anche innumerevoli altri nella nostra cerchia», ha scritto.
Aggiunge poi: «La fermezza di Danny nel promuovere uno stile di vita libero dalla droga è stata una luce guida nel mio viaggio nel mondo dello spettacolo e mi ha aiutato a dare priorità al mio benessere e a concentrarmi sul fare scelte responsabili». Anche David Trainer, che ha diretto That ’70s Show, ha affermato che l’attore è stato «sempre rigorosamente contrario alle droghe di qualsiasi tipo», spiegando che il cast «si è impegnato a vicenda, impegno che mantengono fedelmente, di non assumere mai droghe». Il motivo per cui si parla tanto delle droghe, è perché l’uomo sarebbe stato anche accusato di aver drogato le vittime per stordirle.
Nessuno degli attori era presente durante la sentenza di Masterson quando i suoi accusatori si sono rivolti alla corte spiegando come le aggressioni hanno influenzato le loro vite. Altre figure di Hollywood che hanno scritto alla corte come riferimenti ai personaggi includono Shawn Piller, Justin Mooney, Jim Patterson, Giovanni Ribisi, William Baldwin ed Eric Balfour. Intanto, però, su internet è scoppiata la bufera e Ashton Kutcher e Mila Kunis hanno pubblicato un video congiunto su Instagram in cui chiedono scusa.
«Siamo consapevoli del dolore che abbiamo causato con le nostre lettere di supporto a Masterson», ha detto Kutcher, mentre Kunis aggiunge: «noi siamo dalla parte delle vittime, è quello che abbiamo sempre fatto attivamente e continueremo a fare in futuro». Entrambi poi hanno spiegato che la famiglia di Masterson aveva chiesto loro di supportare il figlio: «Ci hanno chiesto di scrivere delle lettere per raccontare una persona che conosciamo da 25 anni così che il giudice potesse prendere in considerazione tutto il necessario per la sentenza».
In più, sembra che «le lettere erano destinate al giudice e non volevano minare le testimonianze delle vittime e riportare a galla i loro traumi. Non abbiamo mai voluto questo e chiediamo scusa nel caso fosse successo. I nostri cuori vanno a tutte le persone che sono mai state vittime di violenza sessuale, abusi o stupri». Una delle vittime ha così risposto: «Questo video è stato incredibilmente offensivo e doloroso. La mia speranza è che imparino la responsabilità radicale e l’importanza dell’auto-educazione per imparare a tenere sotto controllo i loro privilegi – soprattutto Ashton, che sostiene di lavorare a favore delle vittime di crimini sessuali. E per quanto riguarda Mila, posso solo pensare a Times Up».
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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