«Mi hai promesso l’amore eterno e di amare i miei figli come se fossero tuoi, ma mi hai uccisa». Parole toccanti quelle condivise dalla figlia di Lilia Patranjel, ultima vittima di femminicidio a Spinea. La ragazza, primogenita della donna, ha fatto pronunciare alla madre 40enne delle parole che potrebbe aver pensato o scritto lei stessa, una lettera dedicata al suo assassino e che ha pubblicato online insieme a una raccolta fondi per il funerale della madre, per cui al momento ha raggiunto €4000.
Il 28 agosto dopo una discussione molto violenta, Lilia aveva chiamato i carabinieri che si sono presentati con 3 o 4 pattuglie. Tuttavia, lui, Alexandru Ianosi, era corso da lei e le aveva chiesto scusa piangendo, promettendole che sarebbe cambiato. Così la donna, tre giorni dopo, ha ritirato la querela. Purtroppo, però, dopo pochi giorni è tornato a maltrattare la donna, fino a ucciderla giovedì scorso con più coltellate. Al figlio che hanno insieme ha detto che “la mamma è caduta“. Ma è stato lui ad ammazzarla, è lui la bestia che ha tolto la vita a una donna, e la madre a dei figli.
Lilia, assistente domiciliare a Chirignago, aveva altre due figlie, entrambe minorenni e avute da una precedente relazione ma che non vivevano con lei. La più grande aveva deciso di andarsene e andare a vivere dal fidanzato, mentre la più piccola ha scelto di tornarsene in Moldavia proprio a causa di Alexandru, che lei non sopportava. «Non la faceva uscire, non poteva vedere le amiche, la rimproverava per tutto e la opprimeva, come faceva con sua madre», ha raccontata Ilinca Buhnaici. Anche il femminicida ha due figli avuto da un precedente matrimonio, ed entrambi vivono in Romania.
La lettera di Lilia Patranjel
«Aiutiamo Lili ad arrivare a casa di sua madre!!!», leggiamo all’inizio della lettera, che più che una lettera è un testamento, un racconto di una figlia distrutta dal dolore. «È mezzanotte, sono sdraiata per terra senza capire cosa mi stia succedendo! Il suono del silenzio mi rompe il timpano, è tardi e triste, e alla finestra c’è la luna rossa, troppo rossa come il colore del sangue, e mi fissa con insistenza! Sento un calore su tutto il corpo, provo a muovermi ma la mia forza mi lascia con una velocità cosmica! Chiudo gli occhi e i miei pensieri mi riportano al passato, esattamente nove anni fa».
«Delusa dall’amore, decido di mettere la X nel capitolo maschile! Cerco di dedicarmi alla mia famiglia! A me e alle mie bambine! Si dice che ognuno di noi ha il proprio destino già scritto dalla nascita! Nel mio destino non volevo più uomini, ma guarda, sei apparso!», e poi descrive l’assassino di Lilia Patranjel come un «bel ragazzo in faccia e nell’anima». «Mi hai fatto innamorare di te dal primo momento», scrive la figlia.
«Non mi hai promesso il mare e il sole, ma mi hai promesso amore eterno! Mi avevi promesso che avresti amato i miei figli come i tuoi! Mi avevi promesso una lunga e bella vita insieme!», ma poi iniziano i litigi, e lei decide di resistere perché voleva una bella famiglia, e comincia a dare sempre altre possibilità, arrivando persino ad allontanare le figlie. «Mi ami troppo, sei geloso, abbiamo un figlio insieme, quindi è normale picchiarmi, è naturale perdonarti, sono sicuro che mi ami», parole da far venire i brividi.
Racconta anche della denuncia: «L’ultima volta mi ha picchiato così forte che non ho più resistito! Ho lasciato! Ma invano! Mi ha trovato! Mi hai implorato di perdonarti, hai giurato il mio amore! Dio, quando finirà tutto questo male, tutti questi maltrattamenti? Quando sarò felice, quando i miei figli avranno una vita serena?». E poi… la minaccia di femminicidio. «Mi hai minacciato che se me ne andassi mi ucciderai!!! Certo non ci credevo, ma dentro ero orgogliosa che tu non possa vivere senza di me! Che mi ami così tanto da minacciarmi di morte».
«E la luna rossa mi guarda con gli occhi pieni di lacrime! Sono sdraiata sul pavimento, sono in una pozza di sangue! E tu ti siedi e mi guardi fumando sigaretta dopo sigaretta, con una calma che non ha mai visto la terra prima! Ma perché fumi con la mano sinistra? Ah ora capisco, ora capisco che hai un coltello nella mano destra! Il coltello con cui mi hai pugnalato non una, ma molte, molte volte!».
Infine, un messaggio ai figli: «Ma che dire dei miei figli? Arinuta perdonami!!!! Perdonami per i tuoi 13 anni!!! Ianis perdonami! Hai solo 3 anni!!! Samira, hai 17 anni, perdonami mia cara!!! Tutta la fiducia è in te! Prenditi cura dei tuoi fratelli!!». Una lettera che non può che smuovere il cuore di tutti, una lettera forte, dura, cruda, che ci fa capire come un uomo possa distruggere non solo la vita di una donna, ma anche quella di chi sta intorno alla vittima. Condoglianze alla famiglia di Lilia Patranjel.
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Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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