Lady Gaga si racconta da Oprah Winfrey: stuprata da un produttore, lasciata incinta per strada

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Sono parole forti e toccanti quelle di Stefani Germanotta, in arte Lady Gaga, durante la puntata della serie The Me You Can’t See (La me che non puoi vedere), di Apple Tv+ sulla salute mentale ideata dal principe Harry e da Oprah Winfrey. Non è la prima volta che la popstar ne parla: la prima volta è stata nel 2014, ma questa volta ha fornito più dettagli. Sembrerebbe che il suo stupratore fosse un produttore musicale che l’avrebbe minacciata, e che tra l’altro lei sarebbe anche rimasta incinta da quella violenza.

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Fonte: Twitter

Lady Gaga è una grande artista, vincitrice di un’Oscar, ma anche una grande donna che non ha mai avuto paura di esporsi riguardo a temi delicati come quello della comunità LGBT, come quello della Presidenza degli Stati Uniti e anche come quello di porgere la mano a Taylor Swift, artista da sempre sottovalutata da troppi vip, sia uomini che donne che non-binary. Sentire quelle parole, fra le lacrime, ci fa davvero venire i brividi, perché ci ricorda che dietro ogni vip c’è anche una persona, con i suoi traumi e il suo passato.

Prima di raccontare tutto quello che ha detto, voglio ricordare a quei maschi bianchi etero cis e a tutte le Karen che hanno commentato la vicenda con “tutte ora si svegliano” o ridendo o insultando in qualsiasi modo Lady Gaga, che in primis, è Lady Gaga, non ha bisogno di inventare uno stupro per divenire popolare, in secundis, che non ha fatto nomi e ha persino detto di non volerne fare, e infine che una donna può anche parlare dello stupro che ha subito dopo 40 anni, l’uomo che l’ha stuprata resta comunque un letamaio pubblico impastato di sudiciume, che abbia stuprato il giorno prima o anni prima.

Lady Gaga: le confessioni al The Me You Can’t See

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Fonte: Twitter

Nel primo episodio dello show di Oprah Winfrey e del principe Harry, Lady Germanotta ha raccontato che «avevo 19 anni e stavo muovendo i primi passi nel settore, e un produttore mi disse ‘togliti i vestiti’». Lei, a quel punto, si è rifiutata e se ne stava andando, ma poi quel produttore le ha detto che, se non lo avesse fatto, avrebbe bruciato tutta la sua musica. Oltre allo stupro, oltre all’abuso psicologico, c’è anche l’abuso del proprio potere, il ricatto. Dopo mesi e mesi di abusi poi, l’ha lasciata incinta e per strada.

«Comprendo il movimento #MeToo, capisco che alcune persone non si sentono a proprio agio con questo, e neanche io. Non voglio più incontrare faccia a faccia quella persona. Il sistema è così abusivo, è pericoloso», ha continuato, parlando del movimento #MeToo che consiste, in parole semplici, nel raccontare la propria esperienza di abuso, una che magari non è mai stata denunciata per paura, per timore di ritorsioni sulla propria carriera o per paura di come i media avrebbero appreso la vicenda.

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Fonte: Twitter

Racconta poi di essere diventata insensibile, di essersi autolesionata: «provavo dolore, poi niente, quindi stavo male per settimane. Solo dopo ho capito che era lo stesso dolore che ho provato quando la persona che mi ha violentata mi ha lasciata incinta in un angolo, fuori da casa dei miei genitori perché non stavo bene e continuavo a vomitare. Avevo subito un abuso». Sono delle parole difficili da pronunciare, degli eventi terribili da ricordare, che tu sia una pop-star famosa in tutto il mondo, o una ragazza di 16 anni qualsiasi.

Parlando di autolesionismo, sottolinea anche che «non aiuta, anzi fa stare peggio. Non fa bene tagliarsi o buttarsi contro un muro: nel mostrare agli altri il proprio malessere, non c’è alcuna forma di guarigione». Lady Gaga a anche parlato del suo crollo mentale, durato anni e anni: «Mi hanno fatto così tante risonanze magnetiche in cui non trovavano nulla. Ma il tuo corpo ricorda tutto».

Adesso, comunque, le cose per Lady Gaga, che ha raccontato di questa terribile vicenda nella canzone “Til it happens to you“, del 2015 (cantata agli Oscar del 2016, circondata da tante vittime di stupro), vanno meglio, dopo un lungo percorso su se stessa. Il suo mental breakdown c’è stato anche quando ha vinto gli Oscar, ma, come dice lei stessa: «il trauma resta lì sotto e basta poco per innescarlo e farmi stare male».

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