“La Regina degli scacchi”: una miniserie breve ma intensa (NO SPOILER)

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La Regina degli scacchi è il nuovo gioiellino Netflix e del regista due volte nominato agli Oscar Scott Frank. Può inizialmente sembrare il solito cliché della ragazzina abbandonata in un orfanotrofio con traumi infantili e dipendenze, ma ci fa subito cambiare idea, facendoci entrare in un mondo che noi non conosciamo (a meno che non giochiate a scacchi) visto dagli occhi della protagonista, Beth.

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Fonte: pinterest

La narrazione dei sette episodi gira intorno alla solitudine, alle dipendenze, all’escapismo, al desidero, o meglio, alla necessità di dover vincere a tutti i costi. Il titolo della serie, La regina degli scacchi in italiano e Queen’s Gambit (Il gambetto di donna), può far pensare che sia dedicato a un pubblico di scacchisti o che comunque masticano il gioco. No, invece, anche chi non ha la minima conoscenza di questo sport può benissimo innamorarsi e trovare meravigliosa La regina degli scacchi.

Con l’interpretazione di una bellissima e talentuosa Anya Taylor-Joy, circondata da altri grandi attori, la miniserie scorre velocemente, facendoti divorare un episodio dopo l’altro sebbene durino circa un’ora. La Regina degli scacchi è tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevis del 1983 che ha come protagonista una giocatrice di scacchi prodigio, un fenomeno. I sette episodi sono ambientati negli anni ’60, quindi assistiamo anche a una donna che riesce a eccellere in uno sport dominato da uomini.

Vediamo, quindi, la trama, il trailer, il cast e cosa ci lascia la regina degli scacchi, ovviamente senza spoilerare in alcun modo, per cui anche se ancora non avete visto la serie, potete continuare tranquillamente a leggere questa recensione.

La Regina degli scacchi: trama e trailer

«La regina degli scacchi esplora la vita di una bambina prodigio degli scacchi, orfana, di nome Beth Harmon; seguendo le sue vicissitudini dall’età di otto ai ventidue anni, mentre lotta con la dipendenza da alcol e psicofarmaci nel tentativo di diventare un grande maestro di scacchi».

La Regina degli scacchi: cast

Il cast della Regina degli scacchi è un cast colmo di talenti, nessun attore è fuori posto, nessuno toglie la scena alla protagonista indiscussa: Anya Taylor-Joy, che interpreta Beth Harmon da ragazza. Conosciamo il resto dello staff:

  • Isla Johnston e Annabeth Kelly sono Beth Harmon da giovane e da bambina;
  • Bill Camp è Mr. Shaibel, l’uomo che introduce Beth al mondo degli scacchi;
  • Moses Ingram è Jolene, una compagna di orfanotrofio e amica della protagonista;
  • Christiane Seidel è Helen Deardoff, la donna che gestisce l’orfanotrofio;
  • Chloe Pirrie è la madre biologica di Beth, Alice Harmon;
  • Akemnji Ndifornyen è Mr. Fergusson, un insegnante dell’orfanotrofio;
  • Marielle Heller è Mrs. Alma Wheatley, madre adottiva di Beth;
  • Harry Melling (conosciuto per il suo ruolo in Harry Potter) è Harry Beltik, un amico e avversario della protagonista;
  • Patrick Kennedy interpreta Allston Wheatley, marito di Mrs. Alma;
  • Jacob Fortune-Lloyd è invece Townes, la prima cotta di Beth;
  • Thomas Brodie-Sangster (The Maze Runner, Il trono di spade) è Benny Watts, amico e grande avversario di Beth;
  • Marcin Dorociński interpreta Vasily Borgov, principale avversario di Beth.

Tra i consulenti della serie c’è anche stato l’ex campione del mondo di scacchi Garry Kasparov. La colonna sonora è stata composta da Carlos Rafael Rivera.

La Regina degli scacchi: recensione spoiler free

Come abbiamo scritto all’inizio dell’articolo, La Regina degli scacchi è una di quelle miniserie che ti mangi in pochissimo tempo, poiché un episodio tira l’altro e tu non ne hai mai abbastanza. Conosciamo e cresciamo insieme a Beth, gioiamo per le sue vittorie, abbiamo l’ansia durante le sue partite, ci preoccupiamo per le sue dipendenze, c’è anche quel tocco di teen-drama che rende tutto più piacevole.

Sin dal primo momento in cui Beth si avvicina agli scacchi con Mr. Shaibel, noi sappiamo che è quello il suo futuro, che li batterà tutti, uno alla volta. Ma, nonostante la centralità degli scacchi come tematica della serie, vengono trattati anche argomenti come quelli della dipendenza dalle droghe e dall’alcool, la situazione di una donna il cui talento eccelle in mezzo a tanti uomini, e tanto, tanto, altro ancora.

Il lato politico

Sebbene velato, troviamo un lato politico in La Regina degli scacchi. Beth è un’orfana, una bambina, che comincia ad appassionarsi agli scacchi, uno sport prettamente dominato dagli uomini, non che in quegli anni a una donna fosse concesso di essere qualcosa che non fosse una casalinga. Nessuno credeva in lei, all’inizio, a partire dal sig. Shaibel che però, poco dopo, si rende conto del suo incredibile talento tanto da presentare al coordinatore del club di scacchi di una scuola superiore.

Beth impara, con pazienza, nella sua testa e tramite la lettura di libri e, quando raggiunge il successo che merita, la bambina prodigio, si ritrova davanti delle persone che la vedono solo come una donna che è riuscita in un ambito di uomini, ma lei non vuole essere così. Beth non vuole essere lodata perché è una donna che c’è riuscita, lei vuole essere una persona che è riuscita a sconfiggere gli scacchisti più bravi.

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Fonte: Pinterest

A lei non piace essere lodata perché è una donna e c’è riuscita, perché per lei è quasi scontato che ci riesca, e quello che ha fra le gambe non è importante. In più, a Beth non sono mai piaciute le cose da ragazzina, le bambole, i club scolastici o le cheerleader. Beth ha solo una passione: gli scacchi, e grazie a questa passione riesce a diventare qualcuno. A mozzarella (capirete quando vedrete la serie) non importa di essere una ragazza, essere una ragazza non è mai stato un limite né un vantaggio, per lei.

Una parte fondamentale è poi pensare al periodo storico in cui ci troviamo, la guerra fredda fra America e Russia. A Beth vengono chieste di dire molte cose, quasi come se fosse un’influencer, ma a lei importa solo degli scacchi. Non le importa se rifiutare di permettere ad altre persone di sfruttare la sua immagine e il suo successo le causerà più difficoltà: lei non vuole schierarsi.

L’amicizia

In questa serie impariamo anche l’amicizia, ma non la vediamo come viene raccontata in tutti i teen drama che trattano di sport. Non c’è rivalità, ma c’è solo amicizia, tanta solidarietà e la volontà di far andare avanti la propria amica. Beth ha amici maschi, ma questo non la fa sentire a disagio, perché lei si vede come una scacchista, e i suoi amici sono scacchisti.

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Fonte: Pinterest

Sebbene stare accanto a una persona con una dipendenza non sia la cosa più semplice del mondo, i suoi amici non la abbandonano, anche quando la protagonista de La Regina degli scacchi se lo meriterebbe, anche quando fa di tutto per restare sola con se stessa. Ma lei non è mai davvero sola.

In più, un tipo di amicizia non da sottovalutare è quella con la sua madre adottiva. Beth e Mrs. Alma si salvano a vicenda, sfruttandosi a vicenda, una per i soldi e una per la passione, ma a loro va benissimo così. Le due, sebbene non se lo dicano mai apertamente, dipendono l’una dall’altra, sono fatte l’una per l’altra, sono una bomba esplosiva in procinto di esplodere.

La morale

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Fonte: pinterest

Ma in tutto ciò, qual è la morale de La Regina degli scacchi? Quello che ha tramesso è stato di superare i propri limiti, di non farsi abbattere dalla vita e dalle perdite. Che non importa quanto tu sia bravo, ci sarà sempre qualcuno più bravo di te e questo non deve farti smettere di giocare, deve solo spronarti a migliorare ancora e ancora. Ma ci insegna anche che, quando capiamo di aver perso, non dobbiamo temere di arrenderci.

È una miniserie sugli scacchi come metafora della vita. Beth ama questo sport per la scacchiera, perché le consente di avere un totale controllo su ciò che avviene sugli abitanti. Allo stesso modo Beth, un’orfana che non ha mai avuto una vita normale, ha bisogno di quella stabilità che esiste nella scacchiera, ha bisogno di avere delle certezze e di poter dominare se stessa, di essere lei a scrivere il proprio futuro.

E poi c’è sicuramente l’insegnamento sulle dipendenze, che possono darti quella carica ma che, con il tempo, diventano nocive e non portano a nulla di buono. Insomma, La Regina degli scacchi tratta davvero di tutto, per tutti. È una miniserie da vedere almeno una volta, per cui vale la pena perdere 7 ore della propria vita.

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