Josh Cavallo è divenuto popolare per essere entrato nella storia come primo calciatore in attività a fare coming out come omossesuale. Da quel momento è diventato uno pseudo attivista e cerca di sensibilizzare non solo i colleghi e i tifosi riguardo la comunità LGBT nel mondo del calcio, ma anche denunciando alcune situazioni, in particolare quella che si vive in Qatar, dove «le manifestazioni pubbliche di affetto tra gay sono disapprovate e questo vale per tutti», fece sapere Asser Al-Khater, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali in Qatar.
Josh Cavallo, lo scorso anno, ha detto di essere «orgoglioso di annunciare pubblicamente che sono gay», ha raccontato di aver «combattuto la mia sessualità per oltre sei anni ormai, ma ora sono felice di potermene finalmente liberare. Tutto quello che voglio fare è giocare a calcio ed essere trattato allo stesso modo». Ha raccontato della realtà di cosa si prova a essere un calciatore professionista omosessuale, e del suo percorso per accettarsi e per amarsi, per trovare il coraggio di parlarne pubblicamente.
Perché «nel calcio, hai una piccola finestra per raggiungere la grandezza, e fare coming out pubblicamente potrebbe avere un impatto negativo sulla tua carriera. Come calciatore gay, so che ci sono altri calciatore che vivono nel silenzio. Voglio aiutare a cambiare questo, a mostrare che tutti sono i benvenuti nel mondo del calcio, e che c’è il diritti di essere autentici», ha scritto. Delle parole forti, importanti e di grande impatto che speriamo possano arrivare al cuore di chiunque, non solo delle persone LGBT ma soprattutto degli omofobi, per far sì che si rendano conto di sbagliare.
Ultimamente, poi, si è anche espresso sui mondiali in Qatar, un paese in cui l’omosessualità è vietata dalla legge. «Ho letto che in Qatar c’è la pena di morte per i gay. E questo mi rattrista. Disputare i Mondiali è un sogno per qualunque calciatore, così come rappresentare il proprio Paese. Ma dover andare a giocare in una nazione che mette in pericolo la vita delle persone è un rischio troppo grande, secondo me. È più importante restare incolumi o raggiungere un traguardo professionale così importante? Io personalmente avrei paura ad andare lì a giocare», ha detto il giocatore. E adesso continua a parlare del suo sogno.
Josh Cavallo sui mondiali di Qatar
«Il Qatar e i Paesi limitrofi sono molto conservatori e chiediamo ai tifosi rispetto. Siamo sicuri che lo faranno, così come noi rispettiamo le diverse culture, speriamo che lo sia anche la nostra», disse Asser Al-Khater, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali in Qatar. Ha aggiunto però che tutti i tifosi e giocatori che andranno nel Paese «potranno fare ciò che farebbe qualsiasi altro essere umano». «Sappiamo che il Mondiale è un possibile palcoscenico per proteste su questi temi, ma non siamo preoccupati».
La situazione non è così semplice, tuttavia. SVT Sport, insieme a NKR e DR, hanno condiviso un report in cui hanno affermato di aver contattato i 69 hotel consigliati dal sito FIFA per pernottare in Qatar durante il mondiale di calcio, e non tutti sembrano essere disposti a ospitare persone queer. Molti si sono rifiutati di avere delle persone LGBT nel proprio hotel, altri invece hanno avvertito che rischiano di essere arrestati. Per questo motivo Josh Cavallo ha voluto denunciare ancora una volta questa situazione.
«Voglio dimostrare che c’è sicurezza per tutti. E non solo per Josh Cavallo perché è un calciatore e va protetto, voglio che vada bene per tutte le persone comuni», ha detto il ragazzo, aggiungendo che andrebbe «sicuramente» ai Mondiali se il ct australiano lo convocasse, ma ovviamente a rischio e pericolo. Per lui «sarebbe un onore e sto facendo di tutto per riuscirci. Allo stesso tempo, però, quelle leggi mi spaventano. Ho sempre sognato di giocare i Mondiali con l’Australia, ma posso mettere in pericolo la mia vita?», ha commentato.
«In molti messaggi ci sono molte persone da quei Paesi che devono scappare solo per poter vivere liberamente ed essere se stesse. Spero che questo cambi in futuro perché non va bene il modo in cui sta andando in questo momento. È qualcosa che dobbiamo cambiare definitivamente», ha detto, dicendo anche di essere felice di aver fatto coming out: «è stato incredibile vedere come il mondo ha reagito e in pratica mi ha dato un grande abbraccio. Non mi rendevo conto dell’impatto che la mia storia avrebbe avuto su milioni e milioni di persone in tutto il mondo».
«Ci sono milioni e milioni di persone in tutto il mondo che stanno uscendo allo scoperto e sentono come di avere un posto su questa terra grazie alla mia storia. L’odio non mi colpisce, mi motiva solo a essere un rappresentante migliore, a continuare a lottare, per continuare a essere un modello per tutti.
È davvero bello vedere queste persone avere qualcuno a cui rivolgersi ora, perché è qualcosa con cui ho lottato crescendo. Con il calcio, non c’era nessuno a cui potevo rivolgermi e voglio esserlo per qualcuno».
Tuttavia, oltre a queste notizie negative, nell’intervista con Sky Sports, il 22enne Josh Cavallo ha rivelato di aver ricevuto messaggi di supporto da artisti del calibro di Zlatan Ibrahimovic e Antoine Griezmann dopo il coming out, e ha dichiarato la sua convinzione che altri atleti professionisti seguiranno il suo esempio. E noi ce lo auguriamo, perché spesso il mondo del calcio ci ha dimostrato di essere davvero omofobico oltre che sessista.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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