Jonathan Galindo: un undicenne di Napoli è la sua ultima vittima

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È la Blue Whale, lo Slenderman, la Momo, del 2020, il fenomeno Jonathan Galindo terrorizza i social con messaggi, foto e sfide che, come con quella precedente, portano all’autolesionismo e al suicidio. Apparentemente, un bambino di Napoli di 11 anni si sarebbe ucciso lanciandosi dal balcone proprio per «seguire l’uomo nero col cappuccio». La polizia sta indagando sul caso per istigazione al suicidio.

Non si sa con precisione se sia proprio Jonathan Galindo (o colui che si trova dietro i numerosi profili con il creepy Pluto) o qualche altra challenge, ma quello che si sa è che l’undicenne era terrorizzato ed è stato spinto al suicidio da un’altra persona. Si pensa anche che possa essere una persona che, per divertimento, porti i bambini e gli adolescenti al suicidio tramite il web.

Prima di suicidarsi, il bambino aveva scritto un messaggio d’addio ai genitori, esprimento l’amore e la gratitudine nei loro confronti, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, dicendo:

«Mamma, papà vi amo ma devo seguire l’uomo col cappuccio».

Un ultimo messaggio agghiacciante, inviato prima di buttarsi dal balcone della sua stanzetta all’undicesimo piano dell’appartamento dove viveva con i genitori. Adesso gli investigatori stanno indagando, analizzando il suo cellulare e altre eventuali prove per cercare di capire chi è l’uomo nero incappucciato che lo ha spinto a togliersi la vita.

I fenomeni pericolosi del web

Slenderman, Blue Whale, Momo, Jonathan Galindosono solo alcuni dei fenomi che infestano il web rendendolo ancora più pericoloso per le persone più deboli o ancora troppo piccole per ragionarci su e chiedere aiuto. Lo Slenderman, in realtà, è più una leggenda, un uomo altissimo e magro senza volto che rapisce bambini e adolescenti. Sul catalogo Netflix è anche presente un film sulla sua leggenda.

Per quanto riguarda invece la Blue Whale (Balena azzurra), risale a qualche anno fa e ne parlarono anche le Iene in un loro servizio, allertando in questo modo anche gli adolescenti e i genitori in Italia. È una challenge nata in Russia nel 2016 che avrebbe portato alla morte di più di 100 ragazzi in quasi un anno.

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Fonte: web

Questo gioco consiste in una serie di sfide sempre più difficili, ideate dal “curatore”, una al giorno, che concludono con la morte. La durata di questo gioco è di cinquanta giorni, aumentando sempre la difficoltà. Una sfida poteva essere, ad esempio, incidere sulla propria pelle una balena, o tagliarsi i polsi in superficie. Il cinquantesimo giorno, invece, ci si deve uccidere buttandosi da un palazzo o sotto un treno.

Momo è analogo alla Blue Whale e si presenta come una donna-uccello inquietante che spingerebbe gli adolescenti a fare delle sfide assurde che poi potrebbero portarli alla morte o al suicidio. Non si conoscono le sfide di questa challenge o gioco (come viene chiamato), mentre il personaggio nella foto era stato postato su Reddit e poi su 4chan e, quando arrivò in Sud America, diventò protagonista della Momo Challenge.

Jonathan Galindo: il pericolo del 2020

L’ultimo pericolo (ultimo si fa per dire, poiché la rete è piena di pericoli per i più deboli e ingenui) è quello di Jonathan Galindo, un personaggio inventato da un videomaker e artista americano nel 2012-2013, una sorta di Pippo umano, dalle sembianze molto inquietanti. Tuttavia, il suo creatore, Dusky Sam, non c’entra nulla con il fenomeno, come ha fatto sapere su Twitter dove scrive:

Nel thread, scrive:

«Ciao a tutti. Questa follia di Jonathan Galindo sembra terrorizzare moltissimi giovani impressionabili. Le foto e i video sono miei del 2012-2013. Erano per il mio strano divertimento allora, non per qualche moderno cercatore di brividi che cerca di spaventare e intimidire le persone.

Se ricevi un messaggio da qualcuno che vuole giocare, non farlo. Non lasciarli entrare nella tua vita. Questo mondo ha già abbastanza problemi reali, e soffrire o morire per il piacere a buon mercato di qualcuno non dovrebbe essere uno di questi.

Sono solo un uomo. Non posso sorvegliare Internet o controllarlo. Ma posso chiederti di essere vigile contro i predatori e i bulli. Sono stato vittima di bullismo nella mia giovinezza, ma era in una forma tangibile non digitale. È difficile sopportare qualunque forma arrivi.

Quello che vedo è una crescente consapevolezza e bisogno di capire. Se hai domande, sono disposto a rispondere più apertamente e onestamente possibile. Non mi piace la disinformazione e la reprimerò quando la vedrò. Non sono online per partecipare a giochi meschini.

Viviamo in un periodo molto turbolento. Se vedi qualcuno che ha bisogno, aiutalo. Se qualcuno ha paura, sostienilo. Potrei non abbracciare sempre l’umanità, ma quando funziona è perché le persone si uniscono per combattere le cazzate. Sappi questo e sii forte. È l’unico modo. Buona notte.»

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Fonte: web

Per cui, Dusky Sam, centra poco con questo trend terrificante dove un personaggio di nome Jonathan Galindo contatta sui social, tra Twitter, Instagram e Tiktok, gli adolescenti per spronarli a giocare a sfide pericolose che li portano alla morte.

Sebbene comunque in Italia sia divenuto virale nell’estate del 2020, Jonathan Galindo ha preso le sembianze di Pippo umano nel 2017, quando uno, probabilmente, psicopatico ha rubato le foto dal profilo di Dusky Sam e creando questo personaggio inquietante con cui contattare i più ingenui della società.

 

I personaggi presentati sono ovviamente frutto della fantasia, non esistono nella vita reale Momo, Jonathan Galindo o lo Slenderman, sono delle sfide pericolose create per il divertimento di qualcuno a discapito della vita di altri. Non tutte le morti per la Blue Whale o per le altre challenge sono accertate, sono solo delle ipotesi fatte poiché molti ragazzi di un gruppo sono stati spinti al suicidio.

Qualsiasi sia la verità, fate sempre attenzione con chi parlate sul web e non abbiate paura a chiedere aiuto ai vostri genitori, ai professori o ai vostri amici.

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