Un piccolo passo avanti in Israele e soprattutto per la comunità LGBT proprio nel periodo in cui abbiamo più bisogno di notizie positive. Nello stato è stata finalmente revocata la restrizione riguardante gli uomini omosessuali e bisessuali per quanto riguarda le donazioni di sangue. A ufficializzarlo è stato il ministro della salute israeliano, Nitzan Horowitz, apertamente omosessuale e anche primo leader gay eletto in Israele, che ha scritto con molto orgoglio su Twitter: «La discriminazione contro gli omosessuali nella donazione di sangue è finita».
Proprio questa mattina abbiamo parlato della triste situazione che sta vivendo l’Afghanistan e soprattutto la comunità LGBT a causa dei talebani. Con il ritorno al potere di quest’ultimi e soprattutto con lasharia, la legge islamica seguita dai talebani, per gli omosessuali e i transessuali è prevista la pena di morte schiacciati da un muro alto più di 2 metri o lapidati. La comunità europea chiede infatti che la comunità venga considerata a rischio e soprattutto che gli venga riconosciuto «lo status di rifugiato a chi vorrà fuggire».
In Israele però la situazione non era a questi livelli ma c’erano comunque diverse discriminazioni. Questo riguardante il divieto delle donazioni di sangue da parte di persone omosessuali o bisessuali risale agli anni ’80, durante gli anni della diffusione dell’Aids. Nel 2017 poi si è deciso che i ragazzi avrebbero potuto donare il sangue solo se non avessero avuto dei rapporti sessuali con altri uomini nell’ultimo anno. Se, al momento della compilazione dei modulo, uno dei donatori rispondeva di aver avuto dei rapporti, il sangue poteva essere donato ma poi sarebbe stato congelato per mesi e donato solo dopo che il donatore fosse risultato negativo all’Hiv.
Israele: passo storico per la comunità LGBT
«La discriminazione contro i gay nelle donazioni di sangue è finita. Quando sono entrato in carico ho incaricato il ministero di rimuovere le domande degradanti e irrilevanti dal questionario sulla donazione del sangue. Era un residuo di uno stereotipo che appartiene alla storia. Per anni abbiamo cercato di liberarcene e ora finalmente ci siamo riusciti. Non c’è differenza tra sangue. Un altro passo storico per l’uguaglianza per le persone LGBT in Israele», ha scritto su Twitter il ministro della salute di Israele, Nitzan Horowitz.
La data scelta per eliminare le donazioni di sangue in Israele è il primo ottobre e lo stato si conferma come uno dei più avanti rispetto a tutto il resto dell’Asia. Infatti, insieme alla Giordania, Turchia, Iraq e Cipro, non considera illegali gli «atti omosessuali tra adulti consenzienti svolti in privato». Nel resto dei paesi arabo-musulmani del Medio Oriente invece l’omosessualità è considerata un crimine punibile dalla legge e a volte con la pena di morte.
Nell’ultimo anno Israele può anche vantare di aver dato il via libera per la GPA, il cosiddetto utero in affitto non solo per le coppie eterosessuali ma anche per le coppie LGBT, decidendo di fermare anche le terapie di conversione che invece in Italia non sono ancora illegali, mentre il divieto sulle donazioni di sangue dagli omosessuali è stato rimosso venti anni fa, quando entrò in vigore il decreto firmato dal ministro della Sanità Umberto Veronesi, che cancellò la norma imposta nel ’91 dal ministro De Lorenzo.
Riguardo le donazioni di sangue e il divieto per le persone omosessuali, l’Israele ha seguito il Regno Unito che ha eliminato questa restrizione lo scorso giugno e poi gli Stati Uniti che lo hanno fatto un anno prima, a causa di un calo di scorte di sangue nazionali. Adesso speriamo che tutti i paesi anche in Medio Oriente possano seguire il loro esempio.
האפליה נגד הומואים בתרומות דם נגמרה. כשנכנסתי למשרד הנחתי להסיר את השאלות המשפילות והלא רלוונטיות משאלון תרומות הדם. זה היה שריד של סטריאוטיפ ששייך להיסטוריה. שנים שאנחנו מנסים להיפטר ממנו ועכשיו סוף סוף הצלחנו. אין הבדל בין דם לדם.
— Nitzan Horowitz نيتسان هوروفيتس ניצן הורוביץ (@NitzanHorowitz) August 19, 2021
עוד צעד היסטורי למען שיוויון ללהט"ב בישראל.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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