Avete mai visto Inside Out? È un cartone molto carino della Disney Pixar che ha come protagonista una ragazzina che è costretta, a causa di un trasloco, a cambiare improvvisamente la sua vita. Ma la particolarità del cartone è che noi vediamo proprio la personificazione dell’emozioni di Riley e abbiamo anche una bella morale: non c’è felicità senza tristezza. Tuttavia, la protagonista potrebbe essere no-binary?
A far balenare quest’idea sono delle teorie dei fan, secondo cui Riley sarebbe un personaggio no-binary. Perché? Perché, come può confermare chi ha visto il film, in una scena si vedono le emozioni dei genitori della protagonista e sono tutte dello stesso genere, quindi femmine per la mamma e maschi per il papà. La figlia adolescente, invece, ha sia delle emozioni maschili (rabbia, paura), che delle emozioni femminili (tristezza, gioia e disgusto). Perché?
Tra l’altro, in molti ritengono che Inside Out sia un cartone meraviglioso, uno dei più belli degli ultimi tempi, tuttavia non adatto ai bambini, o meglio, i bambini non riuscirebbero a comprenderlo, proprio perché le emozioni e tutta la morale che vi è dietro, ovvero che ogni emozione e ogni evento, positivo e negativo che sia, contribuisce alla creazione della persona che saremo da adulti, è fin troppo impegnativa, poiché i bambini vedranno solo dei personaggi buffi e divertenti.
In ogni caso, tornando all’argomento principale, quello di Riley no-binary non è solo una semplice teoria dei fan molto curiosi, perché anche Cinemabland ha posto la domande sulle emozioni di Riley di ambedue i sessi al regista di Inside Out, per cui vediamo insieme come Pete Docter e John Lessetter hanno risposto ai dubbi sulla protagonista.
Inside Out: Riley è no-binary?
A rispondere alla domanda principale è stato Pete Docter, che spiega come sia venuto in mente, a lui e a Lessetter di rendere le emozioni di Riley (tra l’altro, sembrerebbe proprio che l’idea iniziale, quelle delle emozioni, sia nata dall’osservazione di Docter verso sua figlia, da bambina molto solare e invece chiusa e timida da adolescente, come una normalissima ragazzina che cresce) sia femminili che maschili.
«Ricordo di aver parlato con John e lui ha detto: “Beh, pensavo che l’avessi fatto perché, da adulti, diveniamo più simili a ciò che siamo. Un bambino, invece, può essere ciò che vuole».
In più, ha spiegato che la scelta del rendere la protagonista di Inside Out con entrambi i sessi mentre quella dei genitori di un solo genere è dovuta anche a una questione di comicità. «Se i genitori di Riley avessero avuto entrambi emozioni di tipo multiculturale come la figlia, la scena avrebbe avuto 18 personaggi diversi, e sarebbe stata un po’ turbolenta a meno che tutti non fossero stati identificabili. Non solo rendere le emozioni di genere specifico nei genitori rende la sequenza più facile da seguire, ma ha anche aperto un’opportunità per creare qualche risata in più».
Quindi, in poche parole, i personaggi sono dello stesso genere solo perché devono essere identificabili, per cui se si vede un’emozione con dei grandi baffi, si capisce subito che quell’emozione è del papà e non della mamma, in questo modo anche i bambini sono capaci di poter distinguere meglio tutti i personaggi sulla scena. Quelli di Lily sono diversi sempre per una questione di comicità, poiché li rende più divertenti e unici.
A noi però, piace continuare a pensare che le emozioni protagoniste di Inside Out siano diverse perché i produttori hanno voluto far passare il messaggio che il genere con cui si nasce non è per forza quello in cui la persona si identifica e, soprattutto, che esistono dei ragazzini e poi degli adulti che posseggono o entrambi i sessi, o nessuno dei due. Insomma, quelle persone di cui tutti si dimenticano ma che, per una volta, a noi sembrava di averle incontrate in un bel cartone.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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