Due anni senza giustizia: le proteste per le vittime di Tempe continuano a chiedere verità

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Sono trascorsi due anni dalla tragica notte del 28 febbraio 2023, quando un devastante scontro ferroviario a Tempe, nella regione della Tessaglia, ha strappato la vita a 57 persone, per lo più giovani studenti. Ieri, in tutta la Grecia e in numerose città del mondo, si sono alzate voci indignate che chiedono giustizia per le vittime di quella che è stata definita la più grave catastrofe ferroviaria nella storia del paese. Le manifestazioni rappresentano una mobilitazione senza precedenti: ci sono state proteste in 250 città greche e in 54 città all’estero. In Italia, la comunità greca di Napoli si è riunita in Largo Berlinguer, mentre a Perugia la manifestazione si è svolta a Piazza Italia.

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Manifestazione a Perugia in supporto della Grecia

Grecia: la rabbia della popolazione contro il governo

La rabbia e la frustrazione della popolazione sono palpabili. Nonostante le promesse iniziali di un’indagine rapida e trasparente, a due anni di distanza, nessuno è stato ancora ritenuto responsabile. Le indagini hanno rivelato gravi carenze nelle infrastrutture ferroviarie e trasporti illegali di sostanze chimiche pericolose sul treno merci coinvolto nell’incidente, che hanno poi causato l’esplosione che ha ucciso tantissime persone. Queste rivelazioni hanno alimentato il sospetto di insabbiamenti e negligenze da parte delle autorità. La gestione dell’incidente da parte del governo ha suscitato ulteriore indignazione. Le accuse di copertura e la lentezza nelle riforme promesse hanno eroso la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

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Manifestazione a Perugia in supporto della Grecia

Le manifestazioni di ieri sono state sostenute da una vasta gamma di gruppi, tra cui sindacati, associazioni studentesche e comunità locali. In Grecia, lo sciopero generale ha paralizzato il paese, con trasporti pubblici fermi e servizi essenziali interrotti. La partecipazione massiccia alle proteste riflette un sentimento collettivo di dolore e rabbia, con i manifestanti che portano cartelli con scritte come “Non dimenticheremo“, “Giustizia per Tempe” e “Non ho ossigeno“, una delle frasi simbolo del movimento, in quanto è stata pronunciata da una delle vittime dell’esplosione, prime di morire.

«Credo che tutti noi volessimo dire: “Dovete assumervi le vostre responsabilità”», ha detto Paris Economou, studente di teatro che ha partecipato alla manifestazione di Atene, al The Guardian. «Giovani come me hanno perso inutilmente la vita. E la questione si riduce a questo: o lo Stato è così inadeguato da non essere in grado di gestire un sistema ferroviario moderno, oppure dobbiamo credere alle teorie cospirative e a tutto ciò che dicono sull’insabbiamento. O l’una o l’altra cosa è vera».

È inaccettabile che, dopo due anni, le famiglie delle vittime siano ancora in attesa di risposte concrete. La mancanza di azioni decisive da parte delle autorità non solo offende la memoria di coloro che hanno perso la vita, ma mina anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. È imperativo che si faccia luce su quanto accaduto e che i responsabili, a tutti i livelli, vengano chiamati a rispondere delle proprie azioni o omissioni. Un sondaggio diffuso a fine gennaio rivela che oltre l’80% dei cittadini greci ritiene insufficiente l’operato del governo nel far luce sulle responsabilità della tragedia di Tempe.

Una percentuale simile esprime scarsa fiducia nella possibilità che venga emessa una sentenza equa. In questo clima di crescente malcontento, il leader dell’opposizione Nikos Androulakis, esponente del partito di centrosinistra PASOK, ha annunciato l’intenzione di presentare una mozione di sfiducia contro il governo nei prossimi giorni. Tuttavia, considerando che Nuova Democrazia, il partito del primo ministro, dispone della maggioranza assoluta in parlamento, le possibilità che la mozione venga approvata restano ridotte.

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Manifestazione a Rio in supporto della Grecia
Fonte foto: @libo_libo su Twitter

La tragedia di Tempe non è solo un incidente isolato; è il sintomo di problemi sistemici che affliggono le infrastrutture e la governance del paese. La sicurezza dei cittadini dovrebbe essere una priorità assoluta, eppure le carenze strutturali e la negligenza continuano a mettere a rischio vite umane. Le manifestazioni di ieri sono un potente richiamo all’azione: non possiamo permettere che simili tragedie si ripetano.

La memoria delle 57 vittime di Tempe esige giustizia. Le autorità devono assumersi la responsabilità delle proprie mancanze e intraprendere riforme concrete per garantire la sicurezza dei cittadini. La voce dei manifestanti, in Grecia e nel mondo, non può essere ignorata: è un grido di dolore, ma anche una richiesta ineludibile di verità e giustizia.

Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty

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