Finalmente le ragazze vittime di revenge porn sulla piattaforma GirlsDoPorn hanno ottenuto giustizia. Il mondo del porno può essere il modo per una ragazza di emanciparsi, ma allo stesso modo può essere la rovina di un’altra, che viene pubblicata senza consenso. Abbiamo parlato in un’altra occasione di questa situazione, in merito alla scandalo di Pornhub, ma questa volta parleremo di GirlsDoPorn, che tra l’altro non ha neanche più un profilo ufficiale sul sito pornografico più visitato al mondo.
Il villain di questa brutta storia ha un nome: Ruben Andre Garcia, l’uomo che ha rovinato la vita a tantissime ragazze. La procedura era uguale per tutte: rispondevano a un annuncio su Craiglist in cui si candidavano come modelle, andavano in un hotel e poi non potevano più andarsene finché non avevano avuto un rapporto sessuale. Tuttavia, a loro era promesso che il video sarebbe stato solo venduto a dei collezionisti australiani o della Nuova Zelanda, che non sarebbero mai stati pubblicati online. Ma ovviamente non è mai andata così.
Garcia è l’attore uomo che compariva nella gran parte dei video di GirlsDoPorn, quindi è lo stupratore. Non si vede mai il suo volto, è ma è uno dei tre cooperatori della piattaforma che adesso è stata denunciata da 22 donne che sono state costrette a fare sesso davanti a una videocamera. Nel 2019 Garcia e Wolfe, insieme all’associata Valerie Moser, sono stati accusati di traffico sessuale. Pratt invece è ancora un fuggitivo ma è nella lista dei più ricercato dell’FBI, con un compenso di 10.000 dollari.
«La negazione di Girls Do Porn di aver fatto tutto ciò non sono mai state credibili. I segni di sofferenza erano su tutti i video (tracce di lacrime sul make up, mobili davanti alle porte, lenzuola macchiate di sangue). Stiamo parlando di una società che ha usato nomi falsi, mail drop, telefoni usa e getta e che attentamente modificato il volto dell’attore maschile fuori dei video finali per nascondere la sua identità», ha detto Brian Hold, uno degli avvocati delle 22 donne.
Continua poi: «È davvero così sorprendente che un’azienda che ha operato come un’impresa criminale si sia rivelata effettivamente un’impresa criminale? L’unica cosa sorprendente è che aziende come Mindgeek hanno collaborato e tratto profitto da una società che ha operato in questo modo e ha continuato a farlo nonostante le ripetute denunce di attività criminali da parte delle vittime». Ma adesso l’incubo è finito, o meglio, le ragazze continueranno sempre a vivere quest’incubo ma almeno saranno risarcite per i danni morali e psicologici.
GirlsDoPorn: le vittime saranno risarcite con 18 milioni
«Nessuna casa di produzione pornografica legittima opera nel modo in cui ha fatto Girls Do Porn. Il loro caso non è emblematico dell’industria, è una serie di crimini odiosi che sono stati filmati e sfruttati per soldi», ha detto Alison Boden, CEO di Kink.com a Motherboard. GirlsDoPorn ricattava le ragazze. Le faceva andare con l’inganno, le faceva spogliare, prendeva i loro vestiti, i documenti, le bloccava nella stanza d’hotel costringendole a girare un porno. E poi inviava quel video a tutti i loro conoscenti, in modo che in poco tempo divenisse virale.
Una delle vittime racconta a Vice che «inviavano il link alle persone, trovando quelle giuste tra gli amici su Facebook [della vittima], tra i compaesani, o tra gli studenti dello stesso college… bastava mandarlo a un tizio che aveva frequentato le stesse superiori e il video diventava virale», e ancora oggi che hanno ottenuto giustizia sono perseguitate da quel video a causa dello schifo che è l’umanità, che invece di aiutare queste ragazze, spamma il video e cerca di rovinare loro la vita, ancora di più. Tuttavia, adesso per le ragazze ci sarà un po’ di pace.
Il Dipartimento di Giustizia Americano ha stabilito che le donne che hanno denunciato GirlsDoPorn saranno risarcite con 18 milioni di dollari, ovvero quanto gli stupratore hanno guadagnato con le loro sofferenze. Nel comunicato stampa leggiamo che «il giudice distrettuale degli Stati Uniti Janis L. Sammartino ha stabilito che tutti i diritti sui video e sulle immagini prodotti nel caso del traffico sessuale GirlsDoPorn e GirlsDoToys vengano assegnati alle centinaia di vittime che sono presenti nei filmati pubblicati sui siti Web per adulti. Oltre a concedere i diritti dei video e delle immagini alle vittime, il giudice Sammartino ha ordinato a Garcia di pagare alle vittime circa 18 milioni di dollari».
Aggiungono poi che «il giudice Sammartino ha emesso la sentenza come parte di un ordine di restituzione nell’ambito dell’accusa di Ruben Andre Garcia, un attore e produttore di film per adulti che è stato condannato a 20 anni di carcere per aver cospirato con i proprietari dell’adult GirlsDoPorn (GDP) e GirlsDoToys (GDT) siti web per reclutare giovani donne da far apparire nei video di sesso usando la forza, la frode e la coercizione».
La storia ovviamente non finisce qui. Non finisce qui perché nonostante quei video non siano più su Pornhub, continuano a essere pubblicati sui vari social, da Twitter a Reddit, e non importa quante volte vengano eliminati, verranno comunque ripubblicati. La storia non finisce qui perché è la mentalità e il mondo a dover cambiare. Un mondo in cui c’è un movimento convinto che le donne siano privilegiate perché possono entrare gratis in discoteca, ma che poi si trovano a pensare al suicidio perché un uomo le ha stuprate e ha condiviso il video online.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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