Giornata europea del Capibara: la proposta al Parlamento Europeo

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Sono diventati alcuni degli animali più amati dell’ultimo periodo, forse solo i gatti fanno loro concorrenza: e quindi l’eurodeputata Anna Cinzia Bonfrisco ha proposto di istituire la Giornata europea del Capibara, non solo per celebrare questi carini roditori che hanno spopolato su TikTok (capibara ca-pi-ba-ra capibara capibara capibara, la canzone su di loro conta tantissimi video ed è ormai conosciuta ovunque), ma anche per sensibilizzare sulla tutela della biodiversità e su eventuali e possibili ripercussioni dell’introduzione di specie estranee.

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Per chi ancora non ha conosciuto questo animaletto, il capibara è un roditore molto grande originario del Sud America, ma che ormai abbiamo anche in Italia. A vederlo è molto simile ai porcellini d’India, solo che è molto più grande, quindi possiamo dire che sono dei cugini. In genere abita nelle savane e nelle foreste, in ogni caso sempre in habitat con specchi d’acqua, e non li si trova mai da soli: di solito sono in gruppi che arrivano anche a 100 individui. Purtroppo, anche questo simpatico animaletto talvolta è cacciato dall’uomo per la sua carne, la sua pelle e il grasso.

In arrivo la giornata europea del Capibara

L’onorevole Anna Cinzia Bonfrisco, membro dell’Intergruppo Animal Welfare e che ha pensato per prima alla giornata europea del Capibara, ha affermato: «Possiamo ammirare la bellezza di un animale, ma ciò non significa necessariamente che sia adatto al nostro ambiente. Le nutrie, ad esempio, furono introdotte in Europa, inclusa l’Italia, per la loro pelliccia. Ma una volta liberate o sfuggite in natura, queste creature hanno iniziato a minare gli argini dei fiumi, a consumare la vegetazione e a competere con la fauna autoctona, causando un vero e proprio squilibrio ecologico».

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Continua poi facendo altri esempi: «Gli scoiattoli grigi, originari del Nord America, sono stati introdotti in Europa come animali da compagnia. Tuttavia, grazie alla loro capacità di adattarsi, hanno iniziato a soppiantare gli scoiattoli rossi autoctoni, mettendo a rischio la sopravvivenza di questi ultimi. I procioni, caratteristici per la loro “maschera” nera attorno agli occhi, furono importati in Germania e in altri paesi europei come animali esotici da compagnia. Liberatisi in natura, hanno iniziato a predare uova di uccelli e piccoli vertebrati, alterando significativamente la catena alimentare locale».

E quindi perché si dovrebbe parlare dei capibara? Proprio per renderli dei testimonial (utilizzo il termine che il ministro dell’Istruzione ha utilizzato per descrivere le vittime di violenza di genere sopravvissute al proprio carnefice), o meglio per renderli «ambasciatori dell’educazione ambientale». «Attraverso l’educazione e la consapevolezza possiamo imparare dai nostri errori passati e guardare con speranza a un futuro in cui la biodiversità viene rispettata e protetta». E questo lo abbiamo visto anche di recente con il caso del granchio blu nel Mediterraneo, che ha sconvolto gli ecosistemi europei anche influenzando l’economia, tant’è che a Genova lo si mangia persino negli street food.

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