Giornata delle Gattare: celebrazione di un’icona culturale tra realtà e stereotipo
Il 19 aprile si celebra la Giornata delle Cat Lady, o meglio delle gattare, un’occasione speciale che ci invita a riflettere sull’evoluzione di una delle figure più iconiche, amate e a volte fraintese della cultura pop e della società: la “gattara pazza”. Dietro l’immagine caricaturale della donna solitaria circondata da decine di gatti si nasconde una realtà molto più sfaccettata e interessante, fatta di affetto, dedizione e spesso anche di un profondo impegno sociale.
Gattare: dallo stereotipo alla realtà
Quando sentiamo parlare di gattare, la mente corre subito a immagini comiche o grottesche: una donna anziana, spettinata, con vestiti trasandati, che vive isolata con una dozzina di gatti. Questo stereotipo è stato consolidato e alimentato da film, serie TV e meme, trasformando una passione innocua (e spesso ammirevole) in motivo di scherno. Ma le “gattare” sono molto più di una macchietta televisiva.
Nel tempo, la figura ha assunto anche connotazioni più profonde. Alcune rappresentazioni la mostrano come una donna indipendente, sensibile, capace di creare un legame profondo con i suoi animali domestici. Spesso, dietro questa immagine si nasconde un grande senso di empatia e un’attenzione particolare verso il benessere animale, che può tradursi in attività di volontariato, cura dei gatti randagi o addirittura lotte per i diritti degli animali.
Gattare al cinema e in TV: tra ironia e umanità
La gattara pazza è stata per decenni un personaggio ricorrente nell’immaginario cinematografico e televisivo. A volte è una comparsa comica, altre volte è parte integrante della trama. In molti casi, si tratta di donne eccentriche, ai margini della società, il cui legame con i gatti simboleggia una forma di rifugio emotivo.
Uno degli esempi più noti e caricaturali è sicuramente quello della Signora Pazza dei Gatti di The Simpsons, che appare in vari episodi lanciando gatti a caso e urlando frasi incomprensibili. Ma ci sono anche rappresentazioni più dolci e comprensibili, come Angela Martin di The Office, che ama i suoi gatti in modo quasi ossessivo, ma coerente con il suo carattere rigido e introverso. Oppure Ellen Ripley in Alien, il cui legame con il gatto Jonesy rappresenta un raro momento di tenerezza in un contesto di terrore e isolamento.

Tutti questi personaggi, per quanto diversi, mostrano come il legame tra una donna e i suoi gatti sia spesso usato per rivelare lati nascosti della personalità: vulnerabilità, desiderio di protezione, senso di responsabilità, o anche semplicemente amore incondizionato.
Le gattare nella vita vera
Nella realtà, le gattare non sono solo persone che amano i gatti: sono spesso veri e propri pilastri delle comunità locali. In molte città, ci sono donne (e anche uomini) che dedicano buona parte del loro tempo libero – e talvolta anche delle proprie risorse economiche – alla cura dei gatti randagi. Si occupano di nutrirli, di portarli dal veterinario, di sterilizzarli per evitare il sovraffollamento, e talvolta cercano loro una casa.
Queste persone operano spesso nel silenzio e senza ricevere riconoscimenti, mossi solo dalla passione e da un profondo senso di responsabilità. Alcune di loro collaborano con rifugi, associazioni animaliste o persino con le autorità locali per contrastare il randagismo e garantire una vita dignitosa ai felini abbandonati. Il loro lavoro, seppure invisibile ai più, ha un impatto concreto sulla salute pubblica e sul benessere degli animali.
Un nuovo sguardo: rivalutare il termine gattare pazze
Negli ultimi anni, il termine gattare pazze ha iniziato a essere rivendicato con orgoglio da molte donne. Anziché considerarlo un insulto, è diventato un’etichetta da indossare con ironia e affetto. Le gattare moderne si definiscono così per scelta, e non hanno alcun problema a mostrarsi online con i loro amici pelosi, trasformando la passione per i gatti in una parte essenziale della propria identità.
Sui social network, sono nate vere e proprie community dove le amanti dei gatti si scambiano consigli, esperienze e foto. Alcune di loro sono diventate influencer, con migliaia di follower che seguono con entusiasmo la vita quotidiana dei loro mici. Il risultato? Una figura che prima veniva ridicolizzata è ora considerata cool, creativa e ispiratrice.
Una giornata per celebrare l’amore felino
La Giornata delle gattare non è solo una festa per chi ama i gatti, ma anche un’occasione per riconoscere e valorizzare l’impegno di tutte quelle persone che ogni giorno si prendono cura degli animali con dedizione, gentilezza e tanto amore. È il momento ideale per abbattere i pregiudizi, sfatare i miti e riconoscere che, dietro ogni gattara, c’è una storia che merita di essere ascoltata.
In fondo, che male c’è ad amare profondamente creature così affascinanti, indipendenti e misteriose come i gatti? Se questo significa essere una gattara, allora oggi più che mai vale la pena festeggiare con orgoglio questa identità.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty