Franceska Mann: la ballerina ebrea che uccise Schillinger

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L’Olocausto, i campi di concentramento, tutto ciò che il popolo ebraico ha in genere dovuto subire, viene sempre raccontato come se gli ebrei abbiano solo accettato la morte, come se siano stati solo delle vittime passive, ma non è così, perché molti di loro si sono ribellati e, tra questi, c’è Franceska Mann.

Perché tutti gli ebrei in quel campo sapevano che sarebbero morti, sapevano che quelle non erano docce, come sapevano che non sarebbero riusciti a uscire vivi dall’inferno che era Auschwitz, per questo, molti di loro, i più forti di cuore, hanno deciso di provare a combattere, a opporsi, a ribellarsi, perché bisognava ricordarsi che le SS non erano immortali.

In realtà in molti, nel corso della storia, si sono sempre chiesti perché gli ebrei non abbiano cercato di combattere in quel campo, poiché erano molti di più a livello di numero, ma la risposta è semplice: non sapevi cosa fare, ti trovi davanti a una situazione completamente nuova e terrificante. Molti di loro erano giovani, altri erano adulti ma non avevano mai affrontato la morte.

E, in quel campo, la morte non risparmiava neanche i più piccoli. Ma ora, ricordiamo chi invece è riuscita a reagire, chi ha usato il proprio corpo per uccidere uno stupratore prima che un nazista: Franceska Mann.

Franceska Mann: chi era

Nasce il 4 febbraio del 1917 a Varsavia, in Polonia, Franceska Mann era una ballerina polacca di origine ebraica che ha iniziato la sua carriera negli anni Trenta, dopo aver studiato nella scuola di Irena Prusicka. Il suo nome d’arte Lola Horovitz e subito, grazie al suo talento e alla sua bellezza, è divenuta una delle ballerine più famose di Varsavia di quei tempi.

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Fonte: twitter

Nel maggio del 1939 ha anche partecipato a una gara internazionale di danza a Bruxelles ed è riuscita a ottenere il quarto posto su 125. Delle voci, in più, dicono che fosse una ballerina in un night club; sembrava quindi avere una carriera brillante davanti, piena di successi e soprattutto di passione. Questo, però, prima della Germania nazista.

Qualche mese dopo la competizione che aveva iniziata a lanciarla definitivamente nel mondo della danza, Franceska Mann viene trasferita nel ghetto di Varsavia, dove si trovavano tutti gli ebrei. La ragazza cerca più volte di scappare, finché non le viene promessa, insieme ad altri 2500 ebrei, la libertà, dovevano solo andare all’Hotel Polski, per poi viaggiare fino all’America del Sud con passaporti stranieri.

Questa speranza, però, morì quando si venne a scoprire che dietro l’Hotel Polski c’era la Gestapo con dei collaborazionisti che fecero spostare tutti gli ebrei presenti, con l’inganno, ad Auschwitz. Franceska Mann inclusa.

L’ingresso di Franceska Mann ad Auschwitz

Aveva solo 26 anni quando fece il suo ingresso ad Auschwitz, quando scesero da quel treno per una «fermata», perché dovevano fare dei controlli prima di arrivare in Svizzera e, da lì, andare in Sud America. Dovevano assicurarsi che non fossero malati.

Tutte falsità, ovviamente, e, quando fecero scendere tutti i passeggeri iniziando a separare gli uomini dalle donne, Franceska Mann capì tutto. Ma lei non era una vittima, lei non sarebbe morta nelle docce, avrebbe lottato per vivere. E fu esattamente quello che fece, quando Josef Schillinger e Wilhelm Emmerich ordinarono a lei e alle altre donne di spogliarsi.

Secondo la storica Cynthia Southern, le due guardie guardavano, ammiravano la sua bellezza, o forse più che ammirare la volevano possedere, perché Schillinger era un sadico stupratore. Franceska, che era una donna molto sveglia, allora decise di usare questo contro di loro, improvvisando uno spogliarello e riuscendo a ferire in testa Schillinger, per poi prendergli la pistola e sparargli due colpi al ventre, uccidendolo.

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Illustrazione di Władysław Siwek, un sopravvissuto di Auschwitz

Ferì poi Wihelm Emmerich a una gamba, rendendolo zoppo a vita, e ispirando anche le altre donne a ribellarsi contro i due. Purtroppo, però, nessuna di quelle donne, Franceska Mann inclusa, riuscirono a sopravvivere a quella ribellione, poiché vennero tutte giustiziate.

Tuttavia, questa non è l’unica versione, poiché purtroppo non esistono delle testimonianze di quell’episodio ma solo la leggenda della ballerina che uccise una SS, leggenda che suonava nel silenzio atroce del campo. Quest’altra versione, quindi, vede le due SS ubriache dirigersi verso lo spogliatoio delle donne.

Franceska Mann, magra e bella, attira subito la loro attenzione e cercano di aggredirla poiché lei si rifiuta di cambiarsi di fronte a loro, finché i due nazisti non le strappano la biancheria di dosso. Ma questo gesto sarebbe costato la vita a uno dei due, poiché la Mann avrebbe sfilato la pistola e lo avrebbe ucciso.

Qualunque sia la versione, se si sia difesa o se abbia lei attaccato per prima, Franceska Mann resta una donna forte, astuta, intelligente, coraggiosa, che dovrebbe essere d’esempio per tutte le giovani che non riescono a reagire davanti alle cattiverie, davanti agli stupri, davanti alle violenze. Ognuno reagisce a modo proprio, ma combattere rende tutto sicuramente meno difficile.

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