Perché non ha senso attaccare Fedez per i suoi testi passati

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La persona del momento, negli ultimi giorni, è Fedez, che al concertone del Primo Maggio ha elencato tutte le frasi omofobe pronunciate o scritte da alcuni leghisti. Matteo Salvini, invece di provare a smentire o almeno distaccarsi da quelle persone del suo partito, ha preferito attaccare il cantante per un cappellino della Nike, altri invece hanno preferito riprendere vecchi testi delle sue canzoni, di tempi morti e sepolti. Vediamo perché non ha senso attaccare Fedez per i vecchi testi delle sue canzoni.

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La foto di Fedez con i testi delle sue canzoni che sta girando sul web

Dirò delle cose un po’ ovvie, ma se devo dirle, evidentemente ce n’è il bisogno. In primis, dieci anni fa non c’era la mentalità che c’è oggi. Dieci anni fa, purtroppo, era normale chiamare una persona omosessuale con la f-word, in particolare se sei un rapper agli inizi e devi cercare di emergere. È sbagliato? È sbagliato. Lo era ai tempi come lo è ancora oggi, tuttavia fortunatamente si cresce, si matura, si cambia opinione e si comincia a lottare per le giuste cause. Solo perché una persona fa un errore, o più di uno, all’inizio della sua carriera, non significa che debba essere segnato a vita.

In più sottolineiamo che Fedez aveva circa 20 anni quando ha pubblicato le canzoni per cui oggi viene incriminato. Oggi i ventenni, ma anche i più giovani, hanno più consapevolezza e rispetto nei confronti delle minoranze rispetto a un decennio fa, come a un ventennio o a un secolo fa. Le persone che stanno attaccando Fedez per i suoi testi sono mica le stesse persone che hanno ritenuto inutile distruggere le statue o «cancellare» alcune persone perché «erano altri tempi e dobbiamo contestualizzare»?

Bene, anche i testi di Fedez vanno contestualizzati, e soprattutto vanno considerate anche le situazioni successive a quelle canzoni in cui, magari, lui ha già chiesto scusa (ed è una cosa che non molti fanno!). Tra l’altro, davvero ai sostenitori della Lega va spiegato come una persona possa cambiare opinione? Fedez aveva 20 anni, era all’inizio della sua carriera e cercava di far parlare di sé, ma qual è la scusante di Matteo Salvini quando nel 2009 cantava «Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i terremotati. O colerosi, terremotati, voi con il sapone non vi siete mai lavati», a 36 anni e già in politica, mentre oggi è un amante della bella Napoli?

I testi incriminati di Fedez

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Fonte: twitter

Partiamo da quello di Tiziano Ferro, che è quello più utilizzato per attaccare il cantante. La canzone si chiama Tutto il contrario, e già il titolo ci fa comprendere che, forse, e dico forse, il testo non va preso alla lettera. Un po’ come Irene dei Pinguini Tattici Nucleari, che Salvini attaccò a Sanremo 2020 ma che recita «non fidarti dei testi delle mie canzoni, soprattutto di quelli da parafrasare». In ogni caso, Fedez, in Tutto il contrario, cavalcando l’onda del momento, ovvero il coming out di Tiziano Ferro, afferma:

«Mi interessa che Tiziano Ferro abbia fatto outing. Ora so che ha mangiato più wurstel che crauti. Si era presentato in modo strano con Cristicchi: ‘Ciao sono Tiziano, non è che me lo ficchi?’»

Che siano delle parole orribili e sicuramente avrebbe potuto evitarle, siamo tutti d’accordo. Peccato per il titolo della canzone (e per il resto del contenuto che fa vedere quanto la canzone reciti tutto il contrario) e per il fatto che, nel 2019, Fedez si sia già scusato con Tiziano: «Sono estraneo all’omofobia, mi spiace per quella canzone, l’ho scritta dieci anni fa: a 19 anni ci si esprime con termini e toni completamente diversi», in più ha anche spiegato il testo della sua canzone.

«Mi stupisce un po’ il tempismo di questa dichiarazione, nel senso che questa è una canzone scritta quando io avevo 19 anni, ero senza casa discografica, non avevo un pubblico e mettevo le mie canzoni online. Mi fa quindi strano dover rendere conto di una cosa che ho scritto dieci anni fa, anche perché a 19 anni siamo tutti persone diverse e ci esprimiamo con toni completamente diversi.

All’inizio di quella canzone io dico che mi interessa il coming out di Tiziano Ferro proprio con l’intento di dire che per le preferenze sessuali di un artista sono accessorie rispetto al giudizio che do all’artista. Penso di aver dimostrato in questi anni che io e l’omofobia viaggiamo in parallelo e non ci incontriamo mai (…) Quindi non riesco a capire il senso di questa polemica oggi e adesso».

La storia poi finì lì, dopo un paio di polemiche in cui Fedez non comprendeva come il suo nome, e solo il suo nome poiché anche Fabri Fibra aveva scritto dei testi contro Tiziano Ferro con cui poi ha anche duettato, potesse essere ancora associato ai termini bullo e omofobo, ma non solo, perché anche nel 2019 Fedez era carichissimo e disse a Tiziano «quella canzone l’hai già ascoltata quando uscì 10 anni fa, tanto che il tuo produttore Michele Canova mi disse che ti strappò anche un sorriso». Vennero fuori poi altre polemiche, ma è tutta un’altra storia.

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Fonte: twitter

Ma continuiamo con le altre canzoni. Faccio Brutto, canzone del 2013 e che recita «Ho un odio represso verso tutte le persone gay», ma basterebbe una lezione di analisi del testo o anche leggere tutto il testo (solo che, a chi lo critica, non conviene!) per comprendere che in Faccio Brutto Fedez sta facendo una sorta di parodia del rapper, tra droga, carcere e omofobia, i soliti luoghi comuni con cui il rapper medio viene etichettato.

Andando ancora più indietro abbiamo Canzone da gay, del 2009, quando Fedez aveva 17 anni. Lo abbiamo già detto, a 17 anni, in particolare due decenni fa, non pensavi a lottare contro le discriminazioni, non pensavi che le parole potessero ferire qualcuno, e soprattutto se eri un rapper in un mondo in cui insultare le minoranze ti faceva sfondare, non pensavi alle altre persone (e, sia chiaro, non stiamo giustificando un atteggiamento del genere, semplicemente troviamo insulso etichettare una persona per errori del passato). Un’altra canzone per cui possiamo applicare lo stesso discorso è Ti porto con me.

Infine, concludiamo con una canzone recente, Le feste di Pablo in collaborazione con CARA e fu proprio lei a spiegare in un’intervista il significato della canzone o meglio che il personaggio nel pezzo è «la figura a cui tutti sicuramente pensano al primo ascolto. Una figura di certo controversa, ma che non è posta centralmente al significato del brano. È emblematica. Rappresenta il paradosso per eccellenza».

Insomma, cari giornali, politici o persone qualunque che tentano di attaccare Fedez per dei testi di un decennio fa o per altri già ampiamente spiegati, forse basterebbe informarsi ed evitare di scrivere fake news. Soprattutto, ricordiamo che, fortunatamente, si può cambiare idea e si può maturare. Solo che non tutti riescono a farlo, e a dimostrarlo.

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