La salute mentale è importante… anche in Erasmus!

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Una ragazza francese di 21 anni si è suicidata, impiccandosi, a Lecce, dove stava facendo la sua esperienza Erasmus. Nei giorni scorsi aveva raccontato di aver subito una violenza sessuale, nonostante non abbia formalizzato la denuncia. Questo tragico evento mette sotto i riflettori due fenomeni di cui purtroppo si parla troppo poco: la salute mentale mentre si è in Erasmus, e il post violenza sessuale. Si sarebbe potuto evitare il suicidio di una ragazza che, come si suol dire, era nel periodo più bello della sua vita? Cosa possiamo fare noi come società?

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Esiste una convinzione diffusa che durante l’esperienza Erasmus sia obbligatorio divertirsi, fare festa, bere, fumare, insomma, tutto tranne studiare e sentirsi tristi. Ma non diciamo sciocchezze. È del tutto accettabile provare tristezza, stress da esami o desiderare semplicemente piangere abbracciando un peluche, e sì, è perfettamente normale desiderare tornare a casa, dalla tua famiglia e dai tuoi amici, da quella che consideri normalità, anche dopo che hai desiderato di voler scappare da quella normalità. Anche dopo che hai desiderato con tutto il cuore quell’Erasmus.

Io sono stata in due Erasmus, nello stesso luogo, ma con persone diverse. Il primo Erasmus è stato difficile. Molto difficile. Non riuscivo a fare amicizia, mi sentivo estranea a tutti, sentivo di non appartenere a quel posto e soprattutto non mi sentivo a mio agio con me stessa, con gli altri e con la lingua. Avevo paura di ammetterlo, perché per tutti l’Erasmus deve essere un’esperienza magica che ti insegna a vivere. E in effetti per me è stato così: io in Erasmus ho capito che va bene essere tristi, anche mentre dovresti vivere il periodo migliore della tua vita.

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Questa storia sembra poi esser resa ancora più triste per il fatto che sembra che la ragazza sia stata vittima di una violenza sessuale, e non ha chiesto aiuto. Non ha denunciato, non si è rivolta a degli sportelli anti violenza, è rimasta immersa nei suoi pensieri e quei pensieri l’hanno divorata, portandola a metter fine alla sua vita. Non è possibile non empatizzare con questa giovanissima ragazza, ed è anche difficile riuscire a esprimere un’opinione, o dare una morale a una società che non è riuscita a farla sentire al sicuro, ma possiamo solo sperare che, ovunque lei si trovi ora, adesso ha trovato la pace che non siamo stati capaci di darle qui.

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La storia della studentessa Erasmus che si è tolta la vita a Lecce

A scoprire il corpo della giovane donna è stato il coinquilino, ma ogni sforzo per salvarle la vita è stato inutile. La studentessa francese, qui in Italia per il programma Erasmus, aveva appena 21 anni ed è stata ritrovata senza vita in un appartamento situato nel quartiere San Pio di Lecce, dove risiedeva. Molte incertezze circondano la tragica fine di questa giovane donna: secondo alcune voci, nei giorni precedenti alla sua morte aveva menzionato di essere stata vittima di una violenza sessuale, sebbene non avesse ufficialmente presentato denuncia. Le indagini sono attualmente condotte dalla polizia, che mantiene massima riservatezza e sta cercando di raccogliere prove per confermare le informazioni che sono emerse nelle ultime ore.

La tragedia è stata scoperta la sera del 22 ottobre, intorno alle 20, quando il coinquilino della giovane ha fatto la terribile scoperta: l’ha trovata senza vita nella sua stanza, sospesa da una corda legata a un’anta dell’armadio. L’ipotesi prevalente tra gli investigatori, basata anche sulla scoperta di un messaggio d’addio in cui la ragazza chiedeva scusa ai suoi genitori, è che la giovane di 21 anni abbia compiuto il gesto estremo del suicidio. Tuttavia, rimangono ancora numerosi dettagli oscuri da chiarire.

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Il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice ha affermato: «È con profondo dolore che la comunità accademica si stringe attorno alla famiglia, alle amiche e agli amici, ai compagni e alle compagne di corso della studentessa scomparsa tragicamente nelle scorse ore per questa ragione le manifestazioni pubbliche dell’Ateneo in programma nei prossimi giorni, a eccezione degli “open day” informativi per gli studenti delle scuole superiori, sono sospese e rinviate a data da destinarsi».

Anche ESN Lecce, organizzazione no-profit che si occupa di accogliere gli studenti internazionali in Italia e, nello specifico, a Lecce, ha scritto sul proprio profilo Instagram: «Con grande tristezza, abbiamo bisogno di condividere con voi il nostro dolore e la nostra sofferenza sulla morte di una cara amica della nostra comunità Erasmus. Ci uniamo con tutti i nostri cuori in supporto della famiglia e degli amici di chi sta vivendo questa dolorosa e tragica situazione». Chiaramente, l’organizzazione così come l’università non hanno colpe in questa tragedia.

Concludo sottolineando come sia importante sempre chiedere aiuto. Qualsiasi situazione tu stia vivendo, qualsiasi emozione tu stia provando, non sei sola. Non sei solo. Hai delle persone che possono aiutarti, che siano la tua famiglia, o dei perfetti sconosciuti. Che siano degli amici, o dei professionisti che vogliono semplicemente che tu stia bene. Vi lascio dei numeri che possono darvi una mano, qui in Italia:

  • 800 01 11 10 – Helpline Telefono Giallo: per prevenzione del disagio psichico e del suicidio
  • 118: emergenza sanitaria
  • 1522: numero antiviolenza e stalking
  • 199 284 284 – Telefono Amico: per chi ha bisogno di parlare e di sfogarsi
  • 06.3751.8282 – Telefono Rosa: dedicato alle persone che hanno subito violenza fisica, psicologica, economica, sessuale, mobbing e stalking
  • 800.713.713 – Gay Help Line: per i membri della comunità LGBT che hanno subito episodi di omofobia.

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