Elon Musk vs Jeff Bezos: scontro stellare fra miliardari

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Continua la guerra fredda (o meglio stellare) fra Elon Musk e Jeff Bezos che, con le loro società SpaceX e Blue Origin, si stanno contenendo un contratto con la NASA per quanto concerne la missione Artemis, ovvero il programma che ha come obiettivo principale quello di far atterrare nuovamente degli astronauti americani sulla Luna. La NASA ha scelto come associazione SpaceX e, di tutta risposta, l’azienda di Bezos ha deciso di procedere per vie legali in modo da far riesaminare la decisione. E qui si apre ufficialmente lo scontro fra i due miliardi.

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Elon Musk e Jeff Bezos nel 2004

Tra i due uomini non c’è mai stata una grande amicizia, anzi, tutto il contrario, tuttavia il business stellare ha solo fatto aumentare l’astio che l’uno prova nei confronti dell’altro. Sembra quasi una sfida fra due bambini ricchi per chi riesce prima a mandare qualcuno sulla Luna. Inizialmente la NASA aveva proposto una doppia assegnazione per il progetto, tuttavia, a causa della riduzione dei budget, è stato possibile collaborare solo con una delle due società, e a vincere fu SpaceX di Elon Musk.

Tra l’altro, inizialmente a competere con SpaceX e l’azienda di Jeff Bezos, Blue Origin, c’era anche Dynetics, che però si è fatta indietro e ha deciso di non tirare fuori gli artigli (non troppo, almeno) come ha fatto il fondatore di Amazon. La società di Bezos aveva il budget più alto di tutti, 579 milioni di dollari, Dynetics ne aveva a disposizione 253 milioni, mentre Elon Musk era quello con un budget inferiore, “solo” 153 milioni di dollari. Tuttavia il suo progetto è risultato, più volte, quello migliore fra i tre. Più volte perché Jeff Bezos più volte si è appellato alla NASA per far riesaminare la scelta.

La prima battaglia di Jeff Bezos contro Elon Musk

Abbiamo detto che inizialmente la NASA aveva proposto di assegnare il progetto a due aziende, tuttavia a causa di un calo di budget ha potuto accettarne solo uno, ovvero quello di Elon Musk, questo quindi ha significare lasciare a secco le altre due aziende. In seguito a questa decisione prima Blue Origin e poi Dynetics hanno protestato. La seconda scrisse che «Dynetics crede fermamente che il nostro design HLS offra un grande potenziale per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del programma HLS della NASA e riteniamo che il piano iniziale della NASA per una competizione continua rimanga l’approccio migliore per garantire il successo del programma».

La NASA però ha spiegato che il prototipo di Dynetics era il peggiore fra i tre dal punto di vista tecnica ed era anche il più costoso, per cui è finito all’ultimo posto della classifica. Blue Origin, l’azienda di Jeff Bezos, ha invece affermato pubblicamente che il costo della sua offerta (5,99 miliardi di dollari) è superiore a quella di SpaceX ma inferiore a quella di Dynetics. A riguardo dissero che

«il costo totale per selezionare sia il National Team che SpaceX per contratti a prezzo fisso e basati su traguardi è inferiore a 9 miliardi di dollari, circa la metà di quanto richiesto dalla NASA nel budget del piano Artemis di Settembre 2020 e solo il 10% del costo totale di Artemis».

Blue Origin

Ovviamente Elon Musk, che non riesce proprio a tenersene una e che sicuramente non è la persona più politicamente corretta, non è riuscito a stare in silenzio neanche questa volta e ha lanciato una (grande) frecciatina a Jeff Bezos e alla sua azienda. Sotto il tweet di un articolo del NYT in cui leggiamo che «SCOOP: Blue Origin di Jeff Bezos presenta una protesta contro l’assegnazione da parte della NASA del contratto del lander lunare a SpaceX di Elon Musk», lui risponde:

La lettera di Bezos alla NASA

Sul sito di Blue Origin Jeff Bezos ha scritto una lunga lettera aperta alla NASA, parlando direttamente all’amministratore della NASA, Bill Nelson, con lo scopo di «ripristinare la concorrenza per il programma Human Landing System ricucendo il deficit di bilancio a breve termine della NASA», sottolineando che il sistema della sua società è il più sicuro grazie al sistema di salvataggio degli astronauti e soprattutto utilizza idrogeno e ossigeno come propellenti, mentre SpaceX usa metano e ossigeno. Ecco alcune parti interessanti della lettera:

Blue Origin si impegna a costruire un futuro in cui milioni di persone vivano e lavorino nello spazio a beneficio della Terra. Siamo convinti che, per far avanzare il futuro dell’America nello spazio, la NASA debba ora rapidamente e sicuramente tornare sulla Luna. La NASA ha l’opportunità di ispirare una nuova generazione di scienziati, ingegneri ed esploratori.

Ecco perché Blue Origin ha risposto all’urgente richiesta della NASA di sviluppare un Sistema di Atterraggio Umano. Abbiamo costruito il Team Nazionale – con quattro partner principali e più di 200 piccoli e medi fornitori in 47 Stati – per concentrarci sulla progettazione, costruzione e gestione di un sistema di volo su cui la nazione poteva contare. La NASA ha investito oltre mezzo miliardo di dollari nella Squadra Nazionale nel 2020-21, e abbiamo fatto bene. Il team sviluppò e ridusse al rischio un progetto sicuro ed efficiente che avrebbe potuto raggiungere un atterraggio umano nel 2024.

Il nostro approccio è progettato per essere sostenibile per le missioni lunari ripetute e, soprattutto, per mantenere i nostri astronauti al sicuro. Abbiamo creato un sistema di atterraggio lunare del XXI secolo ispirato all’architettura ben caratterizzata di Apollo – un’architettura con molti benefici. Uno dei suoi importanti vantaggi è che dà priorità alla sicurezza. Come riconosciuto dalla NASA, il progetto del National Team offre un “approccio completo agli aborti e alle contingenze [che] pone una priorità sulla sicurezza dell’equipaggio in tutte le fasi della missione.”

[…]

Eppure, nonostante questi benefici e all’ultimo minuto, il Source Selection Official si è allontanato dalla spesso dichiarata strategia di approvvigionamento dell’Agenzia. Invece di investire in due lander lunari concorrenti come originariamente previsto, l’Agenzia ha scelto di conferire a Spacex un vantaggio pluriennale e multimiliardario.

[…]

Invece di questo approccio unico, la NASA dovrebbe abbracciare la sua strategia originale di concorrenza. La concorrenza impedirà a qualsiasi singola fonte di avere una leva insormontabile sulla NASA. Senza concorrenza, un breve periodo di tempo nel contratto, la NASA si troverà con opzioni limitate, come si tenta di negoziare le scadenze mancate, modifiche di progettazione, e superamenti dei costi. Senza concorrenza, le ambizioni lunari a breve e lungo termine della NASA saranno ritardate, alla fine costeranno di più e non serviranno l’interesse nazionale.

[…]

Blue Origin colmerà il deficit di fondi di bilancio HLS rinunciando a tutti i pagamenti in corso e nei prossimi due esercizi fiscali del governo fino a $ 2B per ottenere il programma di nuovo in pista in questo momento. Questa offerta non è un rinvio, ma una rinuncia definitiva e permanente a tali pagamenti. Questa offerta fornisce il tempo per le azioni di stanziamento del governo per recuperare.

Blue Origin, a proprie spese, contribuirà allo sviluppo e al lancio di una missione di ricerca in orbita terrestre bassa dell’elemento di discesa lunare per ritirare ulteriormente lo sviluppo e pianificare i rischi. Questa missione pathfinder è offerto in aggiunta al piano di base di eseguire un precursore uncrewed missione di atterraggio prima di rischiare eventuali astronauti sulla Luna. […]

Infine, Blue Origin accetterà un contratto a prezzo fisso per questo lavoro, coprirà qualsiasi superamento dei costi di sviluppo del sistema, e proteggerà la NASA dalle preoccupazioni di incremento dei costi dei partner.

Tuttavia, di risposta, il GAO, Government Accountability Office, ha ufficialmente rifiutato il ricorso di Blue Origin e Dynetics, confermando la vittoria di SpaceX. «Il GAO ha prima concluso che la NASA non ha violato la legge o il regolamento sugli appalti quando ha deciso di assegnare un solo premio. L’annuncio della NASA prevedeva che il numero di premi che l’agenzia avrebbe assegnato fosse soggetto all’importo dei finanziamenti disponibili per il programma

In più, «il bando si riservava il diritto di assegnare più premi, un solo premio o nessun premio. Nel raggiungere la sua decisione di aggiudicazione, la NASA ha concluso di disporre di fondi sufficienti solo per l’aggiudicazione di un contratto”. […] Il GAO ha poi concluso che la valutazione di tutte e tre le proposte era ragionevole e coerente con la legge sugli appalti applicabili, il regolamento e i termini dell’annuncio». A questo punto Dynetics si tira indietro, ma Jeff Bezos no.

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Fonte: Twitter

Blue Origin contro SpaceX

Continua quindi la guerra stellare fra Blue Origin e SpaceX, fra Jeff Bezos ed Elon Musk. Sul sito ufficiale di Blue Origin viene pubblicata un’infografica in cui si mostra la complessità del sistema di Space X, aggiungendo che «il rapporto evidenzia che questi problemi impediranno agli Stati Uniti di atterrare sulla Luna in modo sicuro e sostenibile. Confermiamo la nostra valutazione secondo cui SpaceX ha ricevuto un trattamento preferenziale […]». Elon Musk ovviamente ha risposto come… Elon Musk, con diversi tweet.

«16 voli sono estremamente improbabili. Il carico utile dell’astronave in orbita è di circa 150 tonnellate, quindi un massimo di 8 per riempire i serbatoi di 1200 tonnellate dell’astronave lunare. Senza alette e scudo termico, Starship è molto più leggera. Le gambe di atterraggio lunare non aggiungono molto (gravità 1/6). Potrebbe essere necessario solo 1/2 pieno, ovvero 4 voli cisterna», scrive Elon Musk in un primo tweet, rispondendo a Christian Davenport che riporta le parole di Blue Origin.

Continua poi: «Nota, dovrebbe essere “refill”, non refuel”. ~78% del propellente è ossigeno liquido, solo ~22% è carburante» e ancora: «Tuttavia, anche se si trattasse di 16 voli con attracco, questo non è un problema. SpaceX ha effettuato più di 16 voli orbitali nella prima metà del 2021 e ha attraccato con la Stazione (molto più difficile dell’attracco con la nostra stessa nave) più di 20 volta».

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Fonte: Blue Origin

Elon Musk: «Jeff Bezos ha lasciato Amazon per fare causa a SpaceX a tempo pieno»

Infine, l’ultima di Elon Musk è una vera e propria frecciatina a Jeff Bezos, sempre sotto un tweet di Christian Davenport che, qualche giorno fa, informa che il leader di Blue Origin ha ancora una volta chiesto di scartare il piano di SpaceX e lo ha fatto per vie legali, chiedendo un ulteriore riesamine. Musk ovviamente non perde l’occasione per rispondere: «È venuto fuori che Jeff Bezos ha lasciato Amazon per fare causa a SpaceX a tempo pieno».

Tra l’altro, nella vicenda è entrata anche Amazon, che ha presentato una lettera formale alla Federal Communications Commission chiedendo di sospendere l’autorizzazione per il nuovo lancio di satelliti Starlink. Nella lettera Amazon va contro SpaceX e la decisione di presentare due configurazioni per la seconda generazione di satelliti Starlink alla FCC. Gli avvocati di Amazon ritengono che la scelta sia contraria alle norme dell’agenzia e che SpaceX dovrebbe scegliere una sola configurazione orbitale come da progetto definitivo.

«Il nuovo approccio di SpaceX di richiedere due configurazioni che si escludono a vicenda è in contrasto sia con le regole della Commissione che con le politiche pubbliche e invitiamo la Commissione a respingere questo emendamento. Di conseguenza, la Commissione dovrebbe invitare SpaceX a ripresentare il suo emendamento dopo aver stabilito un’unica configurazione per il suo sistema Gen2

Mariah Dodson Shuman, consulente aziendale del progetto Kuiper di Amazon

Chissà quanto ancora durerà la battaglia di Jeff Bezos contro SpaceX ed Elon Musk, e soprattutto chissà se, prima o poi, riuscirà a vincere. Intanto sul web si divertono a commentare questa vicenda, formando anche dei team.

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