Varsavia: l’opposizione in piazza due settimane prima delle elezioni

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«Il cambiamento politico in meglio è inevitabile», ha detto Donald Tusk, leader dell’opposizione polacca in occasione della manifestazione che si è tenuta a Varsavia per aumentare le possibilità della sua coalizione politica di spodestare il governo conservatore del paese che sta governando da anni portando la Polonia a essere uno dei paesi più omofobi dell’Unione Europea (forse secondi solo all’Ungheria). «Nessuno può fermare questa forza; questo gigante si è risvegliato», ha affermato Tusk, decisamente positivo per le prossime elezioni. Ma ce la farà a vincere?

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Il problema omofobo in Polonia non è da sottovalutare e non lo è ormai da mesi, da più di un anno da quando è stata introdotta la Carta della Famiglia polacca che però prendeva in considerazione solo la famiglia eterosessuale. Si sono aggiunte poi tante situazioni, come, ad esempio, i vescovi che volevano guarire gli omosessuali tramite delle cliniche create ad hoc. Il colmo lo si è però raggiunto con le LGBT-Free zones.

Cosa sono le LGBT-Free zones? Sono delle città o addirittura comuni conservatori che hanno firmato delle dichiarazioni negli ultimi tre anni affermando di essere «liberi dall’ideologia LGBT» oppure semplicemente sostenendo il «matrimonio tradizionale», insomma, in altre parole, essendo degli omofobi. A riguardo si è anche espressa a marzo scorso Ursula von der Leyen, Presidente della commissione europea, che in un tweet ha scritto «Essere noi stessi non è un’ideologia. È un’identità. Nessuno può portarcelo via», allegando la bandiera LGBT.

In seguito a ciò, l’Unione Europea ha scelto di intervenire. «L’uguaglianza e il rispetto della dignità e dei diritti umani sono valori fondamentali dell’Ue, sanciti dall’articolo 2 del trattato dell’Unione europea. La Commissione utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per difendere questi valori», ha scritto l’esecutivo europeo annunciando l’avvio della procedura d’infrazione. «La Commissione sta avviando procedure di infrazione contro l’Ungheria e la Polonia in relazione all’uguaglianza e alla tutela dei diritti fondamentali», hanno scritto ancora.

Ma la situazione non è poi così migliorata. Jan Duda, presidente dell’assemblea regionale di Małopolska, ad esempio ha un’idea molto chiara sul non da farsi: «Alcuni barbari vogliono spogliarci dei fondi che sono cruciali per le nostre famiglie per vivere bene, ma questi sono soldi che ci meritiamo, non è una sorta di carità», ha detto il padre del Presidente, sostenuto anche dall’arcivescovo Marek Jędraszewski (è colui che in passato paragonò l’omosessualità alla peste nera). Altre regioni invece si sono arrese, come quelle di Swietokrzyskie, Podkarpacki, Lublin, Małopolskie.

Tuttavia, poi, la Corte guidata dalla giudice Julia Przylebska (è la stessa che ha reso illegale l’aborto), ha stabilito che alcuni regolamenti dell’Ue non sono compatibili con la Carta dello stato polacco. «Dichiarando che i trattati dell’Ue non sono compatibili con la legge polacca, il Tribunale Costituzionale illegittimo della Polonia ha messo il Paese sulla strada della Polexit», ha affermato Jeroen Lenaes, portavoce per la Giustizia del gruppo del Ppe nel Parlamento Europeo. «A maggior ragione dato che ha pronunciato il suo verdetto su richiesta del primo ministro Mateusz Morawiecki. È difficile credere alle autorità polacche e al Pis quando sostengono che non vogliono mettere fine all’appartenenza della Polonia all’Ue», ha aggiunto.

Riusciremo, però, dopo anni e anni di governo disastroso in cui non solo si è spinto verso una deriva omofobica, ma anche sessista e retrograda per quanto concerne la vita delle donne messa dietro a quelle del feto (in quanto diverse donne sono morte perché le è stato negato l’aborto), a mandare a casa le persone che hanno rovinato la Polonia? Considerando la deriva che ha preso l’Europa, includendo anche l’Italia che ha eletto Giorgia Meloni che si trova sulla stessa via del governo polacco e ungherese, Donald Tusk fa bene a essere positivo, o riceverà una grande batosta?

Donald Tusk spera per una Polonia migliore

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«Tutti quelli che vogliono una Polonia migliore si presenteranno. Qualcuno dirà che è uno slogan, ma tutti coloro che hanno la Polonia nel cuore dovrebbero voler dimostrare che ci credono e che ne hanno la forza», ha detto Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo e leader della principale coalizione di opposizione, durante un’intervista con l’emittente polacco TVN. Parlando della manifestazione, l’ha descritta come «una delle più grandi degli ultimi anni in Europa. Sarà uno dei più grandi eventi della politica polacca dalla riconquista dell’indipendenza».

Donald Tusk, al momento, ha l’obiettivo di divenire Primo Ministro, e la strada è ancora molto in salita, in quando c’è una grande campagna governativa contro il suo partito che lo ha descritto come un tirapiedi tedesco antipatriottico. I ministri del governo hanno spesso accusato Tusk di voler far entrare centinaia di migliaia di migranti, e il presidente del PiS Jarosław Kaczyński ha accusato Tusk di aver venduto il paese sia alla Germania che alla Russia. «Dobbiamo dire ‘No’ a Tusk», ha detto durante la campagna. «E se non capisce, lo ripeteremo in tedesco».

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Prima di questo governo, che comanda dal 2015, c’era proprio Tusk, che è stato Primo Ministro dal 2007 al 2014, per poi scegliere un incarico a livello europeo. Adesso è tornato per guidare quelle che ritiene siano le elezioni più importanti degli ultimi decenni e l’ultima possibilità di salvare la democrazia in Polonia. Tusk e la sua coalizione, nel frattempo, hanno sottolineato l’erosione democratica nel corso degli anni di governo PiS e hanno suggerito che questo voto è l’ultima possibilità per salvare la democrazia nel paese, oltre a salvaguardare i diritti delle donne e delle persone LGBTQ+.

Tuttavia, mentre la coalizione di Tusk e il partito al potere affermano entrambi di essere fiduciosi in un forte risultato elettorale, la maggior parte degli osservatori afferma che è molto difficile prevedere il risultato finale. Si ritiene che il PiS potrebbe ottenere più voti della Coalizione Civica di Tusk, soprattutto perché quest’ultimo avrà bisogno del sostegno di tutti i partiti di sinistra e della coalizione della Terza Via, che dovrebbe raggiungere almeno l’8%.

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