Daria Dugin aveva 30 anni ed era la figlia del cosiddetto “Rasputin” di Vladimir Putin, ovvero uno «uno degli artefici della guerra del tiranno russo in Ucraina» (così lo definisce il DailyMail). L’auto della ragazza sarebbe stata distrutta, mentre lei era alla guida, da un’autobomba alla periferia di Mosca. Si pensa, tuttavia, che il complotto fosse destinato al padre di lei, Alexander Dugin, 60enne. Il filmato apparentemente girato sulla scena del presunto attentato mostra il Land Cruiser Prado di Daria avvolto dalle fiamme sul ciglio della strada con almeno un camion dei pompieri presente.
Alexander Dugin è un politologo e filosofo russo, principale ideologo dell’eurasiatismo contemporaneo. Il suo pensiero viene considerato alla pari di quello fascista, in quanto avrebbe come obiettivo quello di una Russia radicalmente nuova, ultranazionalistica (sebbene non etnocentrica). La sua idea è esplicitata nel libro pubblicato nel 2009, “La quarta teoria politica“. È considerato un famigerato fascista, soprannominato “il cervello di Putin“.
La figlia Daria Dugin seguiva la strada del padre, tant’è che in un’intervista dello scorso maggio alla testata online geopolitika.ru aveva commentato l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, sposando tutte le posizioni del padre e del Cremlino. «La situazione in Ucraina è davvero un esempio di scontro di civiltà; può essere visto come uno scontro tra la civiltà globalista e quella eurasiatica. Dopo ‘la grande catastrofe geopolitica’ i territori dell’ex Paese unito sono diventati ‘confini’ (zone intermedie) – quegli spazi su cui è aumentata l’attenzione dei vicini, con la Nato e soprattutto gli Stati Uniti interessati a destabilizzare la situazione ai confini della Russia», aveva detto.
La donna aveva 30 anni, era laureata in filosofia all’Università Statale di Mosca e lo scorso giugno fu una delle persone sanzionate dal Regno Unito per avere espresso appoggio o promosso politiche favorevoli all’aggressione russa dell’Ucraina, in quanto «autore di alto profilo della disinformazione circa l’Ucraina e riguardo all’invasione russa dell’Ucraina su varie piattaforme online», e anche promotrice di politiche o iniziative di destabilizzazione dell’Ucraina per comprometterne o minacciarne “l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza“.
L’omicidio di Daria Dugin
Le autorità russe hanno aperto un procedimento penale per “omicidio” riguardante la morte di Daria Dugin, fanno sapere le agenzie russe citando il Comitato investigativo, che ipotizza la presenza di «un ordigno esplosivo» piazzato sull’automobile, una Toyota Land Cruise di proprietà del padre. «Un ordigno sarebbe esploso, dopo di che il Suv ha preso fuoco», si legge nel rapporto degli inquirenti, riportato da Ria Novosti. «La persona al volante è morta sul colpo», aggiungono.
Al momento non sono ancora state confermate le ipotesi di un attentato, ma Denis Pushilin, capo della Repubblica popolare di Donetsk, filo-Cremlino, nell’Ucraina orientale, ha già accusato di “terroristi ucraini” di aver “fatto saltare in aria” la figlia di Dugin. Ha scritto su Telegram: «I terroristi del regime ucraino, cercando di eliminare Alexander Dugin, hanno fatto saltare in aria sua figlia… In macchina. Beato ricordo di Daria, è una vera ragazza russa!».
Secondo il violinista russo Petr Lundstrem, Daria stava rincasando da un festival e aveva programmato di riportare indietro anche suo padre, che però l’avrebbe seguita su un’altra vettura. Akim Apachev, amico e tra gli ultimi ad aver parlato con la vittima nella serata di ieri, «è ovvio che quello contro Daria Dugina è stato un atto di terrorismo. Come è ovvio che da oggi non ci sono piu’ luoghi sicuri in Russia. L’unico modo per proteggere il Paese è distruggere il nostro nemico naturale seduto a Kiev, Dnepropetrovsk, Kharkov, Nikolaev, Odessa e in altre città russe».
«La sera del 20 agosto ho incontrato Daria e suo padre Aleksandr al festival ‘Tradizione‘, abbiamo subito iniziato a discutere dell’idea russa, dell’impero e della guerra culturale. Daria era sempre acuta e profonda nel suo atteggiamento», ha aggiunto. L’obiettivo della bomba, quindi, potrebbe essere stata sia il padre che la figlia, come fanno sapere degli emittenti russi. Per altri analisti, come Germano Dottori, «la scomparsa in circostanze drammatiche e sospette della figlia di Dugin fa pensare all’esistenza di un certo scontento nei confronti della politica estera russa in ambienti che sanno come farsi sentire».
L’emittente ortodossa Tsargrad Tv ritiene che Daria Dugin sia «stata uccisa in modo vile nel tentativo di far soffrire e intimidire il più possibile noi russi patrioti. nemico ha mostrato ancora una volta la sua essenza marcia e fetida. Compiendo un atto infernale, molto presto finirà lui stesso all’inferno e la brillante Daria, senza dubbio, sarà accolta in Cielo. Nonostante la sua giovane età, era una vera guerriera russa. Memoria eterna!». Qualsiasi sia la verità, verrà a galla. Nessuno, che sia una fascista russa o un innocente bambino ucraino, merita di morire.
🚨 Alexander #Dugin's daughter Darya has reportedly been killed in a car explosion. Her Land Cruiser Prado exploded near the village of Bolshiye Vyazyomy. According to preliminary reports, she died on the spot. #Russia pic.twitter.com/1wMkQ2VQIF
— Breaking News 24/7 (@Worldsource24) August 20, 2022
⭕️🇷🇺#Russia: Alexander #Dugin at the scene pic.twitter.com/WxrJKP8qyq
— World conflicts Monitoring Center (@WorldBreakingN9) August 20, 2022
L’attentato alla figlia di #Dugin dimostra quanto centrale sia questa figura. In Italia è amico personale di Salvini. È l’ideologo di Putin e teorizza la quarta Roma ovvero il superamento della democrazia in Europa. Cari analisti, studiate prima di andare in TV a dire sciocchezze
— Mauro Voerzio (@maurovoerzio) August 21, 2022
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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