Dopo la Cina, anche la Russia sta cominciando a pensare di vietare il mining di criptovalute e, considerando che è uno dei posti dove più si mina, non è una buona notizia per il Bitcoin, che lo scorso anno hanno avuto sia un picco che un crollo mai avuto. Tornando alla Russia, il rapporto della banca popolare centrale russa riportato da Bloomberg fa intendere che l’istituto stia pensando di vietare l’uso e la creazione di tutte le criptovalute a livello nazionale. Al momento è ancora una bozza, per cui non si sa se la decisione sarà definitiva o se si farà un passo indietro.
Facciamo un passo indietro, parlando prima del Bitcoin, ovvero della moneta virtualeistituita nel 2009 da uno (o più) hacker sotto lo pseudonimoSatoshi Nakamoto. Come funziona? A differenza di tutte le altre valute, dell’euro, del dollaro, della sterlina, della kuna, il Bitcoin non è gestito da una Banca centrali che la distribuisce, ma è basato solamente su due principi: un «network di nodi» e «una forte crittografia». Per utilizzarlo basta creare un portafoglio o un conto virtuale e poi accedere ai siti che offrono il Bitcoin in cambio di denaro.
Nel corso del 2021 ci sono state diverse notizie riguardo il Bitcoin e le criptomonete, proprio perché sempre più persone si sono avvicinate a questo mondo. Pensate che, addirittura, c’è uno stato che ha deciso di rendere il Bitcoin moneta legale insieme al dollaro (per saperne di più: El Salvador: primo Paese al mondo a rendere il Bitcoin una valuta legale). Poi c’è anche Elon Musk, che potrebbe essere considerato l’influencer delle criptovalute, proprio perché un suo singolo tweet influenza tutto il mercato.
Riguardo la Cina, invece, è stata la People’s Bank of China insieme al comitato centrale del Partito e del Consiglio di Stato e dieci dipartimenti cinesi tra cui anche la Central Cyberspace Administration of China e il Ministero della Pubblica Sicurezza a rilasciare tramite un comunicato ufficiale la dichiarazione secondo cui i Bitcoin sono illegali nel territorio cinese a causa di nuove politiche e disposizione che stabiliscono che «le valute virtuali non hanno alcun corso legale», ponendo il divieto alle istituzioni finanziare di effettuare transizioni o attività di mining (per saperne di più: Bitcoin: in Cina sono illegali).
Russia: si va verso il divieto delle criptovalute
Sono 36 pagine di rapporto in cui la Russia vieterebbe tutte le emissioni e le operazioni di criptovaluta, impedendo anche alle banche di investirci e bloccando lo scambio con la valuta tradizionale. «La crescita vertiginosa e il valore di mercato della criptovaluta sono definiti principalmente dalla domanda speculativa per la crescita futura, che crea bolle», leggiamo nel rapporto. E ancora: «Le criptovalute hanno anche aspetti delle piramidi finanziarie, perché la loro crescita dei prezzi è in gran parte supportata dalla domanda da parte di nuovi operatori sul mercato».
L’Fsb, ovvero il servizio di sicurezza federale, ha fatto pressioni su Elvira Nabiullina, il capo della Banca Centrale, per imporre un divieto generale nei confronti delle criptomonete poiché i pagamenti sono difficili se non impossibili da rintracciare e sono sempre più comuni in Russia per donare a delle organizzazioni anti-regime, incluse le fonti dei media. In effetti la Russia è il terzo maggiore Paese al mondo che investe in criptovalute e in mining, secondo i dati condivisi dall’Università di Cambridge.
Intanto il presidente della Camera Bassa del Parlamento Vyacheslav Volodin ha dichiarato che la priorità nella sessione primaverile della Duma di Stato sarà quella di creare un quadro normativo. Prima che il divieto diventi ufficiale, ovviamente, deve divenire una legge. Questa notizia è rilevante per tutti i mercati, non solo quello del Bitcoin, proprio perché la Russia è una delle maggiori investitrici e quindi questo significherebbe avere una grandissima perdita in tantissime criptovalute.
In ogni caso, vi facciamo anche sapere che sono anni che la Banca Centrale Russa fa questa richiesta, ma il governo non ha mai accettato di bannare Bitcoin e tutte le altre criptomonete. Questa volta potrebbe essere diverso, ma potrebbe essere anche il contrario, per cui non ci resta che attendere e vedere come si evolve la situazione.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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