Due giorni fa la Commissione europea ha presentato una proposta sulla trasparenza e sul targeting della pubblicità politica in modo da tutelare l’integrità delle elezioni e il dibattito democritico aperto. «Secondo le norme proposte, ogni messaggio pubblicitario di natura politica dovrebbe essere chiaramente qualificato come tale e contenere informazioni riguardanti, ad esempio, chi l’ha finanziato e quanto è costato», leggiamo sul sito ufficiale dell’Unione Europea.
Per la Commissione Europea, «le tecniche di targeting politico e di amplificazione dovrebbero essere spiegate pubblicamente e con un livello di dettaglio inedito, e sarebbero vietate quando si utilizzano dati personali sensibili senza il consenso esplicito dell’interessato», per questo ha proposto di «aggiornare le attuali norme dell’UE relative ai “cittadini mobili” dell’UE e al loro diritto di voto alle elezioni europee e comunali, nonché ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee».
Si tratta quindi di un obbligo di trasparenza, in modo che tutti i cittadini sappiano delle inserzioni politico, tramite una segnalazione da parte delle piattaforme digitali. Questo serve ovviamente per rispondere alle problematiche denunciate da diversi anni, tuttavia questo potrebbe non servire, poiché, come fanno sapere gli esperti, molti partiti utilizzano delle strutture opache proprio per nascondere i veri promotori. Vedremo quindi se questa proposta sarà davvero un successo, o solo un mero tentativo.
La proposta della Commissione Europea per le pubblicità
Questa proposta mira a rendere possibile per i cittadini di comprendere se stanno guardando dei contenuti politici a pagamento o no, e dovrebbero anche essere in grado di partecipare a dibattiti aperti, senza alcuna disinformazione, interferenza e manipolazione. «I cittadini dovrebbero essere in grado di vedere chiaramente chi ha sponsorizzato uno spot politico e perché», leggiamo ancora sul sito ufficiale. Vengono poi esposte le misure previste dalla proposta della Commissione Europea:
- Ambito: tra i messaggi pubblicitari di natura politica rientreranno quegli spot realizzati da un personaggio politico, a suo favore o per suo conto, nonché i cosiddetti messaggi pubblicitari di sensibilizzazione che possono influenzare l’esito di elezioni o referendum, un processo legislativo o normativo o ancora un comportamento di voto.
- Avvertenze sulla trasparenza: la pubblicità politica a pagamento deve essere chiaramente qualificata come tale e fornire una serie di informazioni fondamentali. Tra queste devono figurare in modo ben visibile il nome dello sponsor e un avviso di trasparenza facilmente reperibile.
- Condizioni rigorose per il targeting e l’amplificazione: saranno vietate le tecniche di targeting politico e di amplificazione che utilizzano o deducono dati personali sensibili quali l’origine etnica, le convinzioni religiose o l’orientamento sessuale. Tali tecniche saranno autorizzate solo previo consenso esplicito della persona interessata. Il targeting potrebbe essere autorizzato anche nell’ambito delle attività legittime di fondazioni, associazioni o organismi senza scopo di lucro con finalità politiche, filosofiche, religiose o sindacali, quando è diretto ai rispettivi membri.
- Sanzioni pecuniarie in caso di infrazioni: gli Stati membri saranno tenuti a introdurre sanzioni pecuniarie efficaci, proporzionate e dissuasive in caso di violazione delle norme sulla trasparenza della pubblicità politica.
Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, ha affermato: «Le elezioni non devono essere una gara tra chi usa metodi ambigui e non trasparenti. I cittadini devono sapere perché guardano uno spot pubblicitario, chi l’ha finanziato, quanto è costato e quali criteri di microtargeting sono stati utilizzati. Le nuove tecnologie dovrebbero essere strumenti di emancipazione, non di manipolazione. Questa ambiziosa proposta porterà un livello di trasparenza senza precedenti alle campagne politiche e limiterà le tecniche ambigue di targeting».
Il Commissario per la Giustizia, Didier Reynders, invece, ritiene che la società «dinamica e funzionale» merita delle «elezioni eque e trasparenti». Per questo ritiene necessario «sostenere una partecipazione inclusiva ed equa alle elezioni del Parlamento europeo del 2024 e alle elezioni comunali in tutta l’UE. Con la proposta sulla pubblicità politica rendiamo sicuro l’uso dei dati personali nel contesto del targeting politico, tutelando il processo democratico. Insieme, portiamo avanti la nostra azione comune per la democrazia».
Per sapere più informazioni a riguardo, potete leggere qui.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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