33 anni fa sono state scambiate in culla: la Regione Puglia dovrà risarcirle

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Saranno risarcite con mezzo milione di euro per la vita che le è stata rubata. Le 33enni Antonella e Lorena sono state scambiate nella culla nell’ospedale di Canosa, il 22 giugno di 33 anni fa. Poi, dieci anni fa, il dubbio serpeggiato grazie a delle foto di Facebook, e poi la conferma tramite il test del DNA e l’inizio delle battaglie legali da parte di entrambe le famiglia: nel caso di Antonella, la sentenza si è conclusa ad agosto con la pubblicazione di una sentenza quasi definitiva, per Lorena invece è ancora in corso.

Una storia del genere ci ricorda quello che accadde nel 1998 a Mazara del Vallo, quando due bambine nate lo stesso giorno, alla stessa ora e nello stesso ospedale, sono state per errore scambiate nella culla. In quel caso, però, i dubbi arrivarono dopo tre anni, e il test del DNA confermò quello che si temeva: le due bambine erano state scambiate. In quel caso, poiché le bambine erano piccole, furono seguite da psicologici e giudici per decidere se si sarebbero dovute scambiare o se avrebbero dovuto continuare a crescere con la famiglia a cui erano state per errore affidate.

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Melissa Foderà e Caterina Alagna nel giorno del loro 23esimo compleanno

In quel caso, si scelse di fare il meglio per le piccole: non avrebbero dovuto soffrire per una negligenza altrui, ma avrebbero avuto due mamme e due papà, crescendo insieme proprio come due sorelle. Le due si chiamano Melissa Foderà e Caterina Alagna, e la loro storia (un po’ romanzata) è stata raccontata in un film Rai del 2021, intitolato “Sorelle per sempre“. Per la sceneggiatura, scritta da Mauro Caporiccio, Andrea Porporati e Maria Porporati, hanno collaborato anche le famiglie Alagna, Foderà, Paladino e Marino.

Nel caso delle due ragazze pugliesi, però, la storia è diversa, in quanto entrambe lo hanno scoperto a 23 anni, quindi non erano bambine e per quanto sia stato difficile da credere, possono scegliere di propria spontanea volontà con quale famiglia continuare a vivere. Adesso, però, rimane solo il risarcimento dei danni per la vita che è stata rubata a entrambe.

Scambiate nella culla nel barese: la storia di Antonella e Lorena

Antonella riceverà mezzo milione di euro se la sentenza con cui il Tribunale civile di Trani ha condannato la Regione Puglia a risarcire lei e la sua vera famiglia per un totale di un milione diventerà esecutiva. La vicenda che l’ha coinvolta è iniziata il 22 giugno di 33 anni fa, quando nell’ospedale di Canosa è stato commesso un gravissimo errore: a due madri, Caterina e Loreta, ricoverate a distanza di mezz’ora e con le figlie nate con venti minuti di distanza, sono state scambiate le bambine, Antonella e Lorena. Quindi Antonella, figlia di Caterina, è finita a casa di Loreta, e Loreta, figlia di Lorena, è finita a casa di Caterina, e lì sono rimaste per 23 anni.

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Fonte: Pexels

Poi, secondo quanto testimoniato negli atti giudiziari (la Regione Puglia non è convinta da questa versione in quanto non ritenevano possibile che la famiglia venisse in possesso di foto di sconosciuti), nel 2012 Caterina ha visto su Facebook la foto dell’altra ragazza, e si è resa conto che assomigliava molto alla sua famiglia, senza però poter immaginare che si trattava di sua figlia. L’anno successivo c’è stato il test del DNA che ha stabilito che Antonella era al 99,99% imparentata con Caterina e suo marito, e quindi per 24 anni aveva vissuto la vita di un’altra persona.

La famiglia è stata seguita dagli avvocati Salvatore Pasquadibisceglie e Cecilia Tedone, con cui hanno presentato una richiesta di risarcimento da quasi 10 milioni al tribunale di Trani, mentre Lorena ha avviato un’altra causa da 5 milioni davanti ai giudici di Bari. Nel corso del processo è emersa «la condotta gravemente colposa dei sanitari, che ha compromesso sul nascere la relazione tra genitori e figlia e tra i due fratelli», quindi la Regione dovrà risarcire come «danno non patrimoniale da lesione del rapporto parentale» 516mila euro ad Antonella, 215mila ciascuno ai veri genitori e 81mila al fratello.

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Antonella, tra l’altro, ha vissuto un’infanzia molto traumatica e difficile, con la madre non biologia che l’ha abbandonata quanto era piccola e il padre che la maltrattava fino a farla finire in orfanotrofio. Poi è stata affidata a un’altra famiglia con cui è cresciuta fino alla maggiore età. Anche Lorena ha avuto un rapporto difficile con i genitori “adottivi”. Su La Repubblica leggiamo che a Canosa più di qualcuno abbia sussurrato dello scambio, e quindi l’errore sarebbe stato scoperto anni prima e nessuno ha fatto nulla per rimediare. Ma adesso ci sarà un capitolo fine in questa storia.

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