Amber McLaughlin è la prima donna trans a essere giustiziata negli USA

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Le condanne a morte sono un problema serio: lo sono in Iran, come lo sono anche negli Stati Uniti. Il Missouri, ad esempio, ha eseguito la prima esecuzione nota negli Stati Uniti di una persona apertamente transgender martedì, e la vittima (perché nel momento in cui uccidi per pena di morte una persona, diventa automaticamente vittima e tu carnefice) si chiama Amber McLaughlin ed è stata condannata per un femminicidio del 2003. La donna aveva chiesto clemenza al governatore, ma è stata uccisa per iniezione letale.

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Sottolineiamo una cosa: non siamo in alcun modo dalla parte di Amber McLaughlin, non vogliamo in alcun modo mancare di rispetto alla donna e alla famiglia della donna che l’ha uccisa, tuttavia allo stesso tempo non riteniamo che l’assassina (come chiunque altro) meriti di morire. Se uccidi qualcuno perché ha ucciso qualcuno, non sei più di tanto diverso da lui. Occhio per occhio, dente per dente è una procedura medievale che nel 2023 non dovrebbe esistere più in alcun paese civile.

Sebbene, secondo i dati della World coalition against the death penalty, ovvero la coalizione contro la pena di morte, 142 paesi abbiano abolito questa condanna e nel 2019 i dati si sono abbassati rispetto agli ultimi 10 anni, ancora 20 paesi hanno deciso di ricorrere a questa pena, e persino in Europa c’è un Paese (la Bielorussia) che continua a utilizzare questa barbara pratica. Riguardo quest’ultimo il Consiglio invita ad abolirla poiché «crudele e inumana». Scrivono allo stato europeo:

«Il Consiglio d’Europa e l’UE esortano ancora una volta la Bielorussia, unico paese europeo che ancora esegue condanne a morte, ad abolire la pena capitale e a unirsi alla grande maggioranza di nazioni che hanno abbandonato definitivamente questa pratica crudele e inumana. Invitiamo inoltre gli Stati osservatori del Consiglio d’Europa che non hanno ancora abolito la pena di morte a promuovere un dibattito aperto sugli ostacoli che bloccano il loro cammino verso l’abolizione».

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Amber McLaughlin: la prima donna trans a essere condannata a morte

«Amber McLaughlin è stata dichiarata morta alle 18:51», ha detto il Dipartimento penitenziario del Missouri in una dichiarazione scritta. La donna nella sua ultima dichiarazione ha detto di essere dispiaciuta «per quello che ho fatto. Sono una persona amorevole e premurosa». La sua esecuzione è la prima del 2023 ma anche la prima a riguardare una donna trans, e in generale le pene di morte nei confronti delle donne sono molto rare.

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Amber McLaughlin, 49 anni, e i suoi avvocati avevano presentato una petizione al governatore repubblicano Mike Parson per la grazia, chiedendogli di commutare la sua condanna a morte, in quanto la giuria non è riuscita a concordare sulla pena di morte e Amber McLaughlin ha mostrato un vero rimorso, oltre al fatto che ha lottato con una disabilità intellettiva, problemi di salute mentale e una storia di traumi infantili. Tuttavia, l’ufficio di Parson ha annunciato che l’esecuzione sarebbe andata avanti come previsto, in quanto la famiglia di Beverly Guenther, la vittima, merita pace.

Il difensore pubblico federale di McLaughlin Larry Komp e l’ufficio del governatore ha detto che Amber McLaughlin – elencata nei documenti del tribunale come Scott McLaughlin – non aveva avviato un cambio di nome legale o una transizione e come persona condannata a morte, è stata tenuta al Potosi Correctional Center vicino a St. Louis, che ospitava detenuti maschi. La donna era stata condannata per l’omicidio di Beverly Guenther nel novembre del 2003, secondo i documenti del tribunale.

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Beverly e Amber avevano avuto una relazione, ma dopo che si erano lasciate era divenuta molto violenta, tanto che Beverly aveva ricevuto un ordine di protezione contro McLaughin, che era anche stata arrestata per aver derubato la casa di Guenther. Diverse settimane dopo, mentre l’ordine era in vigore, McLaughlin ha aspettato Guenther fuori dal posto di lavoro della vittima, e l’ha pugnalata e violentata, come sostenuto dai pubblici ministeri al processo, indicando in parte schizzi di sangue nel parcheggio e nel camion di Guenther.

La richiesta di clemenza si era concentrata sulla sua infanzia e sugli abusi che aveva subito per mano dei genitori adottivi, sulla depressione che l’aveva travolta e sulla disforia di genere. Una petizione online aveva appoggiato la richiesta di grazia, definendo l’esecuzione come “incostituzionale” e “un grave abuso del potere giudiziario“. La McLaughlin è stata “abbandonata” da sua madre e collocata nel sistema di affidamento, e in una famiglia, secondo la petizione, le sono state “spinte le feci in faccia”.

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