Mentre ieri vi abbiamo raccontato la storia di una ragazza pakistana costretta a scappare per evitare un matrimonio combinato, oggi vi raccontiamo quella di una coppia di ragazze indiane di religione musulmana, Adhila Nassrin e Fathima Noora, che la scorsa settimana hanno ricevuto un’ottima notizia: è stato loro riconosciuto il diritto di vivere apertamente la propria relazione nello stato di Kerala, nonostante le loro famiglie, conversatrici, continuano a opporti al loro amore.
Prima di raccontarvi questa storia, voglio sottolineare che Fathima Noora, una delle due ragazze, era stata persino rapita e costretta a una “terapia di conversione“. Per questo, facciamo una digressione su quest’argomento, di cui abbiamo parlato in diverse occasioni, in particolare per quanto concerne il Regno Unito con Boris Johnson che le ha vietate per tutte le persone della comunità… escluse le persone trans, che dovranno continuare a scappare da quest’atroce pratica.
Un esempio di terapie di conversione l’abbiamo visto in Italia con Alessandro, il ragazzo pazzo per Gesù, che si è dedicato a questa terapia dopo essersi accettato e amato per quel che era, ma quando la madre ha cominciato a pregare per lui ogni sera, a piangere, a dimostrare di essere delusa solo perché il figlio era omosessuale, ha deciso di sottoporcisi. Quando fece coming out, lei gli chiese: «ma c’è qualcuno che ti obbliga a essere così?». In Italia è ancora legale, e questo ne è la dimostrazione. Ma una madre ama il proprio figlio a prescindere da chi lui ami, e chi lui sia.
In altri Paesi, come l’Inghilterra (sebbene ci sia da chiarire questo passo indietro di Boris Johnson), ma anche la Spagna, si è deciso di vietare che delle persone vengano private della propria essenza da bigotti che vivono nel Seicento. In Spagna la legge che le abolisce vede le terapie di conversione come una serie offesa ma anche come un crimine, anche se fatta con il consenso della persona o del loro tutore (nel caso di un minore). Insieme alla Spagna, anche la Nuova Zelanda.
La storia di Adhila Nassrin e Fathima Noora
Martedì della scorsa settimana, l’Alta Corte del Kerala ha riunito la coppia lesbica formata da Adhila Nazrin, 22 anni, e Fathima Noora, 23, attraverso un verdetto storico, permettendo loro di vivere insieme. Adhila aveva presentato una petizione sull’habeas corpus sostenendo che i genitori di Fathima l’avevano rapita il 24 maggio e l’avevano costretta a “terapia di conversione”. L’Alta Corte, però, ha stabilito che non c’è alcuna illegalità nell’amore delle due ragazze.
«Dentro la camera, il giudice ci ha chiesto se volessimo vivere insieme. Abbiamo detto “sì”. E poi, l’ingiunzione del tribunale è stata a nostro favore», ha detto la più piccola delle due a TNIE, facendo un appello «a tutti coloro che affrontano un calvario simile, spero che la nostra vittoria dia l’esempio e dia loro la forza di combattere contro tutte le probabilità». «Quando ho pubblicato l’incubo che stavamo attraversando sui social media, ho ricevuto diversi messaggi da ragazze che affrontavano problemi simili dai loro familiari», ha concluso.
La più grande invece ha condiviso la propria gioia: «finalmente sono con Adhila. Sono felice. Ma sono anche stanca, fisicamente ed emotivamente. Ho bisogno di un po’ di riposo e devo sistemarmi». Adhila ha detto che lei e Fathima sono «stanche ed esauste. Le ultime settimane sono state frenetiche. Siamo state torturate emotivamente e fisicamente da entrambe le nostre famiglie». Adesso, però, programmano «di rimanere a Kochi per alcuni giorni. Poi ci trasferiremo in un nuovo posto e inizieremo la nostra vita».
Le due avevano una relazione sin dai tempi della scuola, e quando i familiari hanno scoperto della loro storia si sono opposti e hanno abusato di loro. Entrambe hanno ricevuto minacce di morte dalla loro stessa famiglia. Questa non è comunque stata la prima istanza in cui il tribunale ha consentito a una coppia lesbica di vivere insieme. Nel settembre 2018, l’Alta Corte del Kerala ha “rimesso in libertà” una coppia lesbica con sede nel sud del Kerala e ha permesso loro di vivere insieme.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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