La Francia verso l’inserimento del diritto all’aborto nella Costituzione

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L’Assemblea nazionale francese ha votato per l’inclusione del diritto all’aborto nella Costituzione. La Sinistra e la maggioranza avevano concordato lo scorso giovedì una formulazione comune per inserire tale diritto nella Costituzione, all’articolo 66: «La legge garantisce l’effettività e la parità di accesso al diritto all’interruzione volontaria di gravidanza». Quindi, mentre in Italia si cercano dei modi per dare dei diritti al feto ancor prima della nascita, togliendoli di fatti a una donna già in vita, in Francia si fanno dei passi avanti sul fronte dei diritti della donna.

Prima di parlare della Francia, ricordiamo quello che succede nella nostra Italia: Fratelli d’Italia in Liguria, in un Paese con fin troppi medici obiettori, ha fatto una proposta regionale, la 71, in cui si chiede che «presso ogni struttura in cui venga praticata l’interruzione volontaria della gravidanza è messo gratuitamente a disposizione, in prossimità del consultorio e/o del reparto di maternità oltre che adeguatamente segnalato al fine di renderlo agevolmente raggiungibile, un idoneo locale per le organizzazioni di volontariato che operino nel settore dell’aiuto alla vita nascente. L’assegnazione del locale ha durata biennale ed è rinnovabile».

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Cosa non va? In primis, il feto è definito come «figlio dalla vita nascosta e in pericolo», mentre la donna che già sta prendendo una decisione complessa viene definita come minacciata «dalla solitudine, dall’ignoranza, dalla povertà, dalla paura». In più, si sottolinea che «l’aiuto alla donna e la promozione della vita vogliono essere un obiettivo prioritario da perseguire anche a livello regionale», quindi una sorta di supporto alla già esistente legge nazionale 194.

La stessa Giorgia Meloni ha detto di non voler abolire la Legge 194, bensì di applicare meglio la parte sulla prevenzione, quindi «se una donna ritenesse di dovere abortire perché non ha alternative ma in realtà non vuole farlo, io in realtà credo che debba avere la possibilità di fare una scelta diversa. Non tolgo niente a nessuno: voglio aggiungere un diritto che a volte è mancato. Ci sono state donne che hanno abortito perché ritenevano di non avere alternative e che poi per questo non sono state felici. Non capisco quale sia il problema della sinistra e di chi fa polemica su una materia del genere».

E poi, nel primo giorno di legislatura, sono stati depositati tre disegni di legge, e l’obiettivo di tutti e tre è quello di ostacolare l’accesso all’aborto. La prima proposta arriva da Maurizio Gasparri che prevede il riconoscimento giuridico del feto attraverso la modifica dell’articolo 1 del Codice Civile (che stabilisce che «i diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita»); la seconda dello stesso prevede di istituire la “giornata della vita nascente”, riferendosi a una serie di associazioni cattoliche che fanno parte del movimento antiabortista italiano, come “Family Day-Difendiamo i nostri figli”, “CitizenGo” o “Giuristi per la vita” o che si occupano addirittura della sepoltura dei feti senza il consenso delle donne coinvolte.

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Infine, la terza proposta arriva dal leghista Massimiliano Romeo, e si intitola “Disposizioni per la tutela della famiglia e della vita nascente, per la conciliazione tra lavoro e famiglia e delega al Governo per la disciplina del fattore famiglia“, ed è una copia di quello presentato nel 2021 in cui diceva che  «il concepito è riconosciuto quale componente del nucleo familiare a tutti gli effetti». Mentre quindi in Italia siamo nelle mani di chi di diritti delle donne non ha mai neanche sentito parlare, in Francia si tenta di inserire il diritto all’aborto nella stessa Costituzione.

La Francia e la proposta per includere l’aborto nella Costituzione

Il testo, sostenuto dalla maggioranza, è stato inserito nel programma dell’Assemblea nazionale dai deputati de La France insoumise (LFI) nel quadro di una “nicchia parlamentare”, vale a dire una giornata che consente a un gruppo di minoranza di fissare il ordine del giorno in emiciclo. Inizialmente, oltre al diritto all’aborto, si voleva inserire anche quello alla contraccezione, tuttavia poi si è deciso di modificarlo incentrandosi proprio sull’aborto, per «impedire una regressione» come quella avvenuta negli Stati Uniti o in alcuni paesi europei.

Il ministro della Giustizia, Eric Dupond-Moretti, ha parlato di «un voto storico, un grande onore, una grande emozione» . Aveva già dato il suo sostegno a questo testo, definendolo «più che necessario in questi tempi turbolenti» . E ha deplorato un «piccolo gioco di ostruzionismo parlamentare» con «decine di emendamenti» presentati dagli oppositori del ddl.

Sul voto, il gruppo di estrema destra Rassemblement National di Marine Le Pen si è diviso in tre blocchi: 38 voti favorevoli, 23 contrari e 13 astenuti. La stessa spaccatura si è verificata all’interno del partito di destra Les Républicains (13 favorevoli, 7 contrari e 2 astenuti). Dopo il voto, i deputati di sinistra e del campo presidenziale si sono alzati due volte per applaudire, mentre LR e RN sono rimasti seduti.

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Già lo scorso febbraio l’Assemblea nazionale aveva deliberato la proroga del termine legale per ricorrere all’aborto da dodici a quattordici settimane di gravidanza. Il testo dell’epoca, redatto su iniziativa del deputato dell’opposizione Albane Gaillot (ex-LRM) ma sostenuto dalla maggioranza, mirava a rispondere alla mancanza di praticanti e alla graduale chiusura dei centri che praticano l’aborto. Aveva suscitato una forte opposizione da parte della destra.

A otto mesi dalla sua adozione, «ci sono luoghi in Francia dove le donne non vengono ancora accudite oltre le dodici settimane di gravidanza, e dove vengono reindirizzate a centri che applicano la legge» , denuncia in un articolo di World la dottoressa Laura Marin Marin, portavoce dell’Associazione nazionale dei centri per l’aborto e la contraccezione (Ancic), che riunisce gli operatori sanitari che praticano aborti. Secondo il Dipartimento di ricerca, studi, valutazione e statistica (Drees), nel 2021 in Francia sono state registrate 223.300 interruzioni volontarie di gravidanza.

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