Era il 23 dicembre 2020. Un’insegnante di 44 anni stava viaggiando insieme alla madre e al padre malato per festeggiare il Natale insieme alla propria famiglia. Tuttavia, il padre si sente male e decidono di fare una pausa all’autogrill di Fiano Romano. È qui che la docente vede Matteo Renzi, con scorta, e un altro personaggio a lei ignoto, anche lui monito di scorta. Allora filma un video, e scatta delle foto, e poi invia il video alla trasmissione televisiva “Report”, che aprì un’inchiesta: l’uomo incognito era Marco Mancini, ai tempi agente segreto e dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, adesso in pensione. La 44enne ora rischia 4 anni di reclusione.
Ha scattato 13 foto e 2 video, e poi le ha inviate alla trasmissione Report in quanto riteneva che, vedendo un senatore della Repubblica italiana in compagnia di un signore munito di scorta, entrambi che chiacchieravano lontani dagli autisti e dagli addetti alla sicurezza, era quasi un suo dovere documentare l’incontro. Quindi nessun complotto, nessun pedinamento tantomeno la donna è una spia dell’Intelligence come si è detto di lei. Semplicemente una cittadina che riconosce uno dei politici più famosi d’Italia con un altro individuo che però non conosce, ma che sembra essere qualcuno di importante.
In più, ricordiamo quello che succedeva alla fine di dicembre 2020: ci troviamo con il Covid-19, ma anche con la crisi di governo, quella di cui Renzi va tanto fiero in quanto è stato proprio il suo partito a fare cadere il Conte II, per cui il leader di Italia Viva è letteralmente sotto ogni riflettore, tutti si chiedono se lo farà oppure no, se cambieremo governo oppure no, e tutto sotto Natale, in pandemia, con le persone che rischiano di passare un Natale senza poter stare con i propri cari (era possibile spostarsi solo entro una determinata data), e in questa situazione Matteo Renzi incontra Marco Mancini.
Chi è Marco Mancini? È un ex agente segreto, noto principalmente per il caso Abu Omar e per lo scandalo Telecom-Sismi. Entrambi i casi sono abbastanza complessi, e non mi sento abbastanza informata per darvi delle informazioni a riguardo, ma posso dirvi che è stato dirigente del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), cioè il dipartimento che si occupa di coordinare le attività dei servizi segreti italiani. L’uomo è andato in pensione lo scorso anno, scegliendo un prepensionamento. Ma i riflettori nei suoi confronti non si sono ancora spenti a causa della storia con Renzi.
Renzi-Mancini: l’insegnante che li ha filmati rischia 4 anni
Accusata di diffusione di riprese e registrazioni fraudolente, questo è il reato contestato alla professoressa che quel 23 dicembre filmò e fotografò Matteo Renzi all’autogrill di Fiano Romano filmando il suo incontro con Marco Mancini. La donna, tuttavia, in un’intervista con l’Adnkronos fa sapere di essere pronta a parlare con il senatore. «Sono una persona semplice, una mamma ed una appassionata insegnante di sostegno che ogni giorno si adopera, con umiltà, al fianco di tanti ragazzi meravigliosi che hanno qualche difficoltà in più nel seguire i percorsi scolastici. Non ho mai avuto alcun contatto, di nessun tipo, con i servizi segreti», ha detto.
«Persino le mie letture sono ben lontane dalla narrativa di spionaggio. Sono solo una cittadina che ama interessarsi, come insegnava don Lorenzo Milani, dei fatti che riguardano tutti noi», e infatti due anni fa scelse id fare quelle foto e quel video proprio perché ritenesse che fosse «un contesto tanto inusuale fra l’ex premier, che ho immediatamente riconosciuto, ed altro soggetto munito di scorta istituzionale. Ho pensato che fosse un episodio che potesse avere rilievo giornalistico. Dato il clamore che ha avuto la vicenda, evidentemente non sbagliavo», e come darle torto?
Osserva poi: «Penso che ogni cittadino debba sentirsi partecipe di una condivisa funzione di controllo nei confronti di chi esercita responsabilità pubbliche, nella nostra democrazia. È un dovere civile non un atto criminale». Il suo legale poi aggiunge che la donna è disposta a incontra Renzi, riconoscendo «la sua alta funzione pubblica, in quanto ex premier ed esponente di primo piano della politica italiana», ma gli parlerebbe «dei problemi della scuola, tematica a cui entrambi siamo fortemente sensibili».
Sempre l’avvocato, Giulio Vasaturo, afferma che «va decisamente escluso, senza timore di smentita, che qualcuno possa aver opposto il segreto di Stato sul rapporto fra la mia assistita ed i servizi di informazione e sicurezza giacché tale asserito collegamento, ipotizzato esclusivamente dal senatore Matteo Renzi, era ed è del tutto inesistente. La mia assistita ha già ampiamente chiarito la propria posizione innanzi l’Autorità Giudiziaria, dimostrando in maniera anche documentale e, quindi, incontrovertibile la casualità della sua presenza presso l’autogrill di Fiano Romano e, ovviamente, la sua assoluta estraneità ad apparati di Intelligence».
Poi spiega, ancora una volta, che da semplice cittadina è rimasta incuriosita da quell’incontro tanto da volerlo documentare, citando poi lo stesso Renzi, che ritiene che «ogni persona perbene ‘non deve aver paura di chi esercita funzioni di potere nel nostro Paese’ ma deve anzi adoperarsi attivamente per contribuire al controllo democratico dell’operato di chi detiene ruoli pubblici di altissimo rilievo», e proprio per questo la sua assistita ha ritenuto che quelle foto e quei video fossero di interesse pubblico e quindi giornalistico.
Aggiunge anche che la sua assistita non ha ascoltato nulla del colloquio fra i due, se non i saluti finali, tutto confermato dal tagliando autostradale «che conferma, se mai ve ne fosse il bisogno, gli orari e la direzione di marcia della vettura della mia assistita». «La mia assistita non ha alcun motivo di particolare ostilità nei riguardi del senatore Renzi e non ha tratto alcun beneficio, di alcun tipo, da questa vicenda che anzi ha causato e comporta una certa apprensione in questa cittadina, mamma ed insegnante esemplare che ispirato tutta la sua vita al valore della legalità», conclude.
E Matteo Renzi? Matteo Renzi si difende durante la presentazione del suo libro, Il Mostro, affermando che «‘sta storia dell’autogrill è meravigliosa. Utilizzerò i servizi qui per evitare che mettano il segreto di Stato sul Camogli». Fa sapere che ai tempi Mancini incontrò anche altre figure politiche, come Conte, Di Maio e Salvini, ma lui si dimenticò di quell’incontro e infatti arrivò in ritardo. «La ricostruzione che fa Report è cambiata quattro volte. Prima Mancini mi aspetta da mezz’ora anche un po’ spazientito, secondo la testimone. Lei lo ritiene una losca figura perché è vestito in giacca e cravatta», afferma.
«Ad un certo punto arriva la mia macchina. Viene da chiedersi: ma che ci fa la signora all’autogrill in pieno lockdown ad aspettare prima 40 minuti il mio arrivo e poi i successivi 40 del nostro incontro? La testimone è lì perché il padre si sente male. E qui dispiace. Mentre il padre della signora si sente male lei è lì con il suo telefonino a riprendere l’incontro tra questi loschi figuri, cioè io e Mancini.
Ma è il momento della ripartenza che è il più bello. La signora dice: ho visto chiaramente Renzi andare a destra in direzione Firenze e Mancini invece a sinistra, in direzione Roma. Se tu, uscendo dall’autogrill di Fiano Romano, vai a destra vai effettivamente verso Firenze. Ma se vai a sinistra, fai un frontale. Hanno tolto a Mancini la patente di agente segreto? Toglietegli la patente di guida, punto!».
Intanto su quella conversione è stato apposto il Segreto di Stato e la professoressa rischia 4 anni di reclusione per diffusione di riprese e registrazioni fraudolente, il cui reato si rifà all’articolo 617 septies del Codice Penale che punisce chi diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio e video «al fine di recare danno all’altrui reputazione» di incontri privati svolti in sua presenza o con la sua partecipazione. Tuttavia… Non è punibile chi lo esercita. In qualche modo la signora che ha mandato il video a Report è stata identificata, e subito si è resa disponibile a chiarire la sua posizione da cittadina che, casualmente, incontra un personaggio pubblico in autogrill, così come la sua estraneità ad apparati di intelligence.
Anche il direttore di Report, Sigfrido Ranucci, si è espresso sulla vicenda in un post su Facebook: «Apprendo che la Procura di Roma avrebbe preso i miei tabulati e quelli del collega Giorgio Mottola, con il solo scopo di arrivare alla fonte giornalistica, alla professoressa che ha ripreso l’incontro all’autogrill, con il fine di portarla a processo. Taccio in memoria di un grande paese, in memoria di tutti coloro che hanno dato la loro vita in nome delle libertà ma a questo punto è legittimo chiedersi: “Cosa c’era di così inconfessabile e terribile in quel colloquio di 40 minuti tra Renzi e Mancini?” Talmente pauroso da calpestare ogni libertà?».
In un paese normale si guarda il contenuto tra #Renzi e Mancini all'autogrill invece rischia il processo la professoressa e #Report
— Walter Galleni (@Waltergalleni34) November 26, 2022
La libertà di stampa esiste più in Italia? Perché certi "politici" non possono essere toccati?#Renzifaischifo#iostoconReport
Immaginate cosa avrebbe scatenato l’incontro di #Conte in un #autogrill con #Mancini. #Renzi avrebbe gridato per mesi al complotto dai banchi del governo e la stampa lo avrebbe crocifisso, invece è finito tutto a #babbi e vino. #Ranucci #Report
— Alequickly (@AMorichelli) November 26, 2022
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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