
#RenziRispondi e #RenziDimettiti su Twitter: ma lui non risponde, né si dimette
Vi abbiamo già parlato di Matteo Renzi e della sua pseudo intervista con il principe ereditario Mohammed Bin Salman, intervista in cui aveva definito l’Arabia Saudita «il nuovo Rinascimento» e in cui aveva fatto tantissimi complimenti al Principe accusato di essere coinvolto nell’omicidio brutale di un giornalista del Washington Post che non parlava molto bene del suo paese. Il leader di Italia Viva aveva promesso di dare delle risposte non appena la crisi sarebbe finita, e adesso le persone cercano risposte.

Tralasciando il fatto che Matteo Renzi abbia fatto cadere il Governo Conte dicendo che non importava, né a lui né al suo partito, di avere delle poltrone (ma sono tornati come Ministri, Vice ministri e sottosegretari), tralasciando anche il fatto che a causa sua abbiamo il grande trio del 2010 al Governo, che abbiamo una sottosegretaria alla Cultura che non legge un libro da tre anni e non conosce la geografia o uno all’Istruzione che non distingue Topolino da Dante. Tralasciamo tutto questo, e passiamo subito a come non dia ancora delle risposte.
Parliamo, oggi, di tutte le persone che hanno chiesto a Matteo Renzi di rispondere, o di dimettersi, e soprattutto perché ancora non abbia risposto a nulla, sebbene i tempi siano scaduti (tuttavia, uno dei suoi colleghi e fan lo difende con tutte le sue energie, rispondendo su Twitter a giornalisti e politici che provano solo a giudicare o chiedere la verità su quegli eventi).
Matteo Renzi: le risposte e le dimissioni mancate

L’ex ministro del Sud e dirigente del PD, Peppe Provenzano, scrive: «Matteo Renzi aveva detto che dopo la crisi avrebbe chiarito i suoi rapporti con l’Arabia Saudita e il ‘grande principe ereditario’. Lui non ha ancora detto nulla, ma ci ha pensato Joe Biden. Chiarire ora non è solo questione di opportunità, ma di interesse nazionale», facendo riferimento alle accuse di coinvolgimento all’omicidio del giornalista del Washington Post nei confronti del principe ereditario dell’Arabia Saudita, intervistato e lodato da Matteo Renzi.
Anche Michele Bordo, stesso partito di Provenzano e anche vicepresidente dei deputati dem, pretende delle risposte da Matteo Renzi: «Renzi ci dica anche se è ancora convinto che in Arabia Saudita sia in atto un nuovo Rinascimento e che il principe ne sia addirittura l’interprete. Da quello che emerge in queste ore non mi pare proprio. Verificheremo se sia il caso di assumere una iniziativa parlamentare: dobbiamo chiarire questa vicenda. Si tratta di un tema di sicurezza nazionale ed è utile che un senatore della Repubblica, che ha avuto un ruolo importante nella nascita di questo governo, chiarisca realmente i suoi rapporti».
Idea condivisa anche dal dem Gianni Cuperlo, che su Facebook scrive: «Matteo Renzi aveva annunciato che, una volta archiviata la crisi di governo, avrebbe offerto le motivazioni di quella sua iniziativa. È opportuno che lo faccia. Se possibile presto». Ovviamente anche il Movimento Cinque Stelle fa sentire la propria opinione, che chiaramente non è per nulla positiva.
Gianluca Ferrara, capogruppo nella commissione esteri del Senato, scrive: «Roba degna del più buio Medioevo, altro che Rinascimento. Mentre lui [Matteo Renzi] andava in Arabia Saudita a tessere le lodi di un regime assassino, il governo di Giuseppe Conte e la Farnesina guidata da Luigi Di Maio bloccavano ogni vendita di armi verso quello stesso regime. Tra cui le bombe usate in Yemen che Renzi aveva deciso di vendere all’Arabia Saudita nel 2016».

Nicola Frantoianni, sottosegretario di Sinistra italiana, invece: «Matteo Renzi aveva promesso di rispondere sui suoi rapporti con quel regime dopo la fine della crisi di governo, è arrivato quel momento. Ora chiarisca per trasparenza e per dovere di onestà nei confronti dei cittadini italiani». Infine, riportiamo anche le parole di Amnesty International, che giudica la scelta di Matteo Renzi, ma non solo. A parlare, Riccardo Noury, il portavoce:
«Certamente è inopportuno essere invitati in forum internazionali che sono emanazione diretta della monarchia saudita e tacere sul sistema di violazioni dei diritti umani», afferma, per poi aggiungere che bisognerebbe comprendere se, su una “scala di gravità“, è più censurabile il comportamento dei «governi italiani che hanno intrattenuto rapporti politici ufficiali con l’Arabia Saudita, inviato armi fino al 2019 a un paese in guerra con lo Yemen, partecipato al G20 virtuale».
Conclude affermando: «è stato fatto a gara a chi blandiva di più l’Arabia Saudita, dimenticando i blogger frustati in piazza, gli attivisti per i diritti umani in carcere, i difensori per i diritti delle donne ed i giornalisti sotto attacco». A difendere Matteo Renzi, comunque, c’è Ivan Scalfarotto. In primis a Brando Benifei che chiede, taggando il leader di Italia Viva, cosa ne pensasse della notizia sull’accusa del principe Mohammed bin Salman, in secundis a Daniele Viotti, che sottolinea che ormai la crisi è conclusa.
E che fissazione, Daniele…!
Domanda: ma ferma restando l’assoluta legittimità delle tue domande e di quelle eventuali dei giornali, avete anche intenzione di fare un po’ di politica, o tutta la vostra iniziativa si esaurisce nella critica a Renzi? Per sapere, eh.— Ivan Scalfarotto 🇮🇹🇪🇺 (@ivanscalfarotto) February 26, 2021
L’opinione su Twitter
Su Twitter, però, le persone hanno le idee molto chiare (ovviamente c’è sempre chi la pensa in modo diverso): Matteo Renzi deve dare delle risposte, oppure deve dimettersi.
Mentre Conte su richiesta di chissà chi si dimetteva Renzi, responsabile della crisi, era in Arabia Saudita a farsi gli affari suoi – a pagamento – nel regime che lapida le donne, impicca i gay e squarta i dissidenti.#renzirispondi#arabiaviva
— Cristina Correani (@Moonlightshad1) February 24, 2021
La crisi che lui stesso ha innescato si è conclusa, una poltrona da ministro il suo partito se l’è beccata, una da viceministro anche, e perfino una da sottosegretario.
Adesso è l’ora che lui chiarisca i suoi rapporti con l’Arabia Saudita.
Noi stiamo aspettando.#RenziRispondi— 𝐈𝐥𝐞𝐚𝐧𝐚 (@IleanaNoIlenia) February 25, 2021
#RenziRispondi è questo il neo rinascimento? Un parlamentare può essere “amico” di un assassino? https://t.co/1eMoKlxYxK
— Alessandra🌍🇪🇺 (@sale_tell) February 25, 2021
Che deve dire: a quanto si dice prende circa 80mila dollari l’anno #RenziRispondi pic.twitter.com/6QHWzVn35K
— Federico R. (@cocco_fede) February 24, 2021
Sui rapporti di Renzi con l’Arabia Saudita solo meloni scrisse un tweet, salvini e berlusconi mai pervenuti come del resto i compagnucci di partito di Italia ‘viva’ che straparlano di rispetto dei diritti e delle donne.#renzirispondi #arabiaviva
— Cristina Correani (@Moonlightshad1) February 24, 2021
Aspettiamo che @matteorenzi ci chiarisca i suoi rapporti con l’Arabia Saudita, magari in Parlamento. #Renzirispondi pic.twitter.com/PzcsSXCwDZ
— cristina pecchioli (@Pecchiolic) February 23, 2021
Il punto è che non c’è nulla da chiarire, c’è solo da dimettersi. Perché non esiste una sola democrazia al mondo in cui un senatore in carica possa essere pagato da chi guida una potenza straniera. #RenziDimettiti #Khashoggi pic.twitter.com/bCv0NmYlH2
— Abolizione del suffragio universale (@AUniversale) February 27, 2021
Il principe saudita #MohammedBinSalman ha autorizzato un’operazione per catturare e uccidere il giornalista dissidente #Khashoggi. Eppure Renzi, appartenente alla rete di think tank sauditi, esaltò il rinascimento saudita. Ora mi sa che dovrà dare spiegazioni #RenziDimettiti pic.twitter.com/kp9oQqyfKZ
— Maquelloemario (@mariomachille) February 27, 2021
Aspettavamo le spiegazioni di #Renzi dopo la crisi di Governo, ma sono arrivate quelle di #Biden.#Khashoggi #RenziRispondi #RenziDimettiti
— Antonio M. Fasulo (@fasulo_antonio) February 27, 2021
Renzi non deve spiegare cosa è andato a fare in Arabia Saudita. Quello lo sappiamo.
Renzi deve spiegare come facesse a non sapere che l’Arabia Saudita non c’entra niente col rinascimento, i lavoratori li massacra, le donne le reprime e i dissidenti li fa ammazzare#RenziDimettiti— la manina (@La_manina__) February 27, 2021
E voi, invece, cosa ne pensate?
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty