Sono mesi che si parla dell’abolizione di jet privati, ma solo nelle ultime settimane, in particolare dopo che Unione Popolare l’ha inserito al punto dieci del paragrafo “Trasformare il sistema energetico e dei trasporti per attuare una vera riconversione ecologica”, se ne parla in modo più serio e anche per bocca di politici, che però spesso si limitano a ridicolizzare la richiesta e basta (sarà perché loro sono i primi a utilizzare i jet privati?
Molti esponenti della destra non credono nel cambiamento climatico e al riscaldamento globale. Un esempio è Matteo Salvini che nel 2019 ironizzò durante un comizio a Sassuolo: «Da quando hanno lanciato l’allarme del riscaldamento globale fa freddo, c’è la nebbia. Lo sto aspettando questo riscaldamento globale», disse. In un’intervista però non cambia idea: «Parlando di riscaldamento globale, siamo a metà maggio… io invoco il riscaldamento globale perché un freddo simile non c’è mai stato in Italia negli ultimi anni, siamo costretti a riaccendere il riscaldamento».
Eppure, soprattutto fra i giovani, non si fa che parlare di questo. Nell’ultimo periodo tantissimi attivisti hanno cominciato a bloccare strade e autostrade, a buttare torte o incollarsi su opere d’arte, tutto per far parlare del cambiamento climatico e di come la nostra terra stia chiedendo pietà. È in questo contesto che entra anche il tema dell’abolizione dei jet privati, tanto che persino delle pagine su Instagram, come jetdeiricchi, monitora la situazione dei ricchi italiani che si stancano a prendere un mezzo pubblico o ad andare in auto.
«Attraverso gli strumenti Open Data, seguiamo i percorsi dei jet privato più frequentemente utilizzati da alcuni tra gli uomini più ricchi d’Italia. Poi, calcoliamo le emissioni di CO2 dei viaggi e comunichiamo questi dati», spiegano sul loro profilo. Perché? «Per parlare di disuguaglianza climatica». «Pensiamo che sia fondamentale parlare del modo di vivere dei più ricchi e dell’impatto nefasto che ha sul clima e sul pianeta», «pensiamo che per continuare a vivere su questo pianeta sia necessario prendere posizione radicalmente contro l’aviazione privata di lusso».
Quello però di più sconvolgente, è che «il 10% della popolazione più ricca del mondo, emette circa il 52% dei gas a effetto serra. Tra questi, l’1% è responsabile del 15% delle emissioni globali», «poiché il tempo è poco, cambiare radicalmente le nostre abitudini di vita e consumo è necessario ma non è sufficiente». Per cui, se noi ci sforziamo di fare la raccolta differenziata, di andare in giro in bici, di comprare prodotti ecosostenibili, tutto è inutile se puoi una Kyle Jenner prende un jet per meno di 20 minuti di volo.
Secondo laBBC, i jet privati generalmente producono molte più emissioni per passeggero rispetto ai voli commerciali, contribuendo ulteriormente alla crisi climatica. «Un’enorme quantità di carburante viene utilizzata durante il decollo e l’atterraggio di un aereo, non importa quante persone ci siano a bordo. Quindi un mezzo di trasporto già inquinante (l’aviazione commerciale) diventa ancora peggiore (con jet privati)», ha detto alla BBC l’anno scorso la dottoressa Debbie Hopkins, esperta di decarbonizzazione dei trasporti all’Università di Oxford.
L’abolizione dei jet privati in Italia
«Stop all’utilizzo di jet privati e progressiva eliminazione dei viaggi aerei su tratte brevi coperte da adeguate linee ferroviarie», leggiamo nel programma di Unione Popolare. L’alleanza Verdi-Sinistra invece fa un lungo post, che chiaramente è stato deriso dalla destra e da chiunque non comprenda la gravità della situazione:
«L’1% della popolazione più ricca del pianeta inquina il doppio della metà più povera. È per questo che il prezzo dei capricci dei super ricchi lo paghiamo tutte e tutti, nonché le prossime generazioni. Lo vediamo ogni giorno sui social. Celebrità che ostentano il loro stile di vita ad alto impatto sul clima. Temperature caraibiche in case enormi d’inverno, inquinanti mega yacht per le vacanze d’estate. Jet privati per spostamenti brevi e superflui, come un aperitivo a Mikonos dalla Sardegna e ritorno, in 24 ore. Tonnellate e tonnellate di CO2 emesse quasi per gioco. Una follia».
Secondo Europa Verde e Si, per ridurre le emissioni e rispettare gli obiettivi fissati al 2030 «questa élite dovrebbe ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno 30 volte. Che dite, non sarà il caso di dargli una mano? Per questo sosteniamo che l’abolizione dell’utilizzo dei Jet Privati non può e non deve essere un tabù. Anzi, è una necessità. Per la salute del nostro Pianeta quanto di tutte e tutti noi». Ma subito sono piovute le critiche.
Ad esempio, il deputato di Iv Daniele Marattin ritiene che a breve sostituiranno “jet” con “proprietà”, «è solo questione di tempo, visti i soggetti», e poi fa una riflessione: «al 31/12/2021 risultano 133 jet privati registrati fiscalmente in Italia. Sicuramente abolendoli si risolve il problema dell’ambiente nel mondo». D’altronde, però, come sottilinea jetdeiricchi, non sorprende questo commento, considerando chi è il leader di Italia Viva.
«Facciamo quindi un tuffo nel lontano giugno 2018, quando Renzi viene invitato a Washington per fare un discorso a margine della celebrazione per l’anniversario dell’assassinio di Bob Kennedy. C’è un solo problema: il giorno prima deve partecipare a un’importante votazione in Senato e non ci sono voli di linea che gli permetterebbero di arrivare in tempo all’evento», scrivono in un post su Instagram. E cosa fa Matteo Renzi, a questo punto?
Decide di affittare il «Dassault Falcon 900, un bolide alato che brucia 17 litri di kerosene al minuto. La fondazione Open decide quindi di noleggiare l’aereo per la modica cifra di 135.000 euro per permettere al rottamatore di recarsi a Washington e fare il suo intervento, che durerà ben 143 secondi. Per quest’andata e ritorno Roma-Washington, Matteo Renzi ha emesso nell’atmosfera oltre 50 tonnellate di CO2, più di quanto inquinano diciotto persone in un anno intero per l’insieme dei loro trasporti».
In più, la società di analisi del settore aereo privato WINGX, solo nelle prime tre settimane di agosto in Italia sono state registrate quasi 5.300 partenze di jet privati, che non sono di certo poche. A ciò si aggiunge il report di Transport & Environment (T&E), un gruppo di organizzazioni non governative europee che promuovono la mobilità sostenibile, che fa sapere che in cinque ore un jet privato emette circa 10 dieci tonnellate di CO2, l’equivalente di quelle prodotte all’incirca da quattro persone in un anno per spostarsi. Davvero Italia Viva o la destra (a meno che non siano diventati la stessa cosa) non si rendono conto della gravità della situazione?
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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