Gli scandalosi 60 CFU: tirocinio, esami, costo, prova finale e tante, tante, urla

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È stato pubblicato nella serata di lunedì, in un assordante silenzio generale, il DPCM 60 CFU, che regola il futuro di tantissimi giovani che hanno il sogno dell’insegnamento. Un sogno che coltivano sin da bambini, sin da adolescenti, e che hanno continuato a innaffiare con innumerevoli esami, con un percorso triennale e uno magistrale biennale, ma che il governo italiano, con tanta ignoranza e menefreghismo, ha deciso di distruggere. Perché dopo tutto il sudore, gli sforzi e i soldi, si aggiungono altri innumerevoli esami e un tirocinio di almeno 180 ore, con una prova finale. E se pensate che dopo questo percorso poi almeno potrete lavorare… Preparatevi ad altri concorsi e prove.

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Questo decreto ha tre nomi, e più colpevoli. Iniziamo con l’ex ministro Bianchi, ministro dell’Istruzione del governo tecnico di Mario Draghi, che ha ideato per primo questi 60 CFU. Dopo i 24 CFU, pensavamo che peggio non sarebbe potuta andare. I vari rappresentati studenteschi così come il Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU) avevano in più occasioni messo in dubbio la validità dei 24 CFU e soprattutto sottolineato le varie criticità, ma è evidente che, per un ministero che dice più e più volte di ascoltare le richieste degli studenti, manchi fin troppo la comunicazione con chi le università le vive ogni giorno.

I governi tecnici comunque sono abbastanza famosi per fare dei DPCM che poi i governi non tecnici hanno, come dire, il compito di non mandare avanti. Eppure, e qui nominiamo gli altri due colpevoli, il Ministro dell’Istruzione e del merito (vi ricordo che lo scrivo volontariamente in minuscolo in quanto questo governo non ha alcun merito e di certo con tutti i suicidi di studenti e universitari in Italia non possiamo permetterci di parlare di merito) Giuseppe Valditara e la Ministra della Ricerca e dell’Università, Anna Maria Bernini, prettamente conosciuta per le sue foto, per le sfilate, ma di certo non per come sta aiutando gli studenti.

La parte delle critiche e dei commenti, finisce qui (forse), e vorrei proprio fare una riflessione sul tirocinio. Il tirocinio, meglio conosciuto come lavoro gratuito, può seriamente essere fondamentale per la carriera dell’insegnamento. Il problema, però, è come il tirocinio è stato descritto in questo DPCM. Principalmente, lo vedremo dopo, nella tabella leggiamo osservazione. Ma chi dobbiamo osservare? Gli insegnanti decrepiti che non vedono l’ora di andare in pensione e che sono anche il motivo principale per cui c’è bisogno di una riforma della scuola? Poi, che comunque rischiamo di pagare €2500 per andare nelle scuole a osservare, fa ridere e piangere.

Abbiamo osservato abbastanza i docenti delle scuole superiori, e molti di noi ne stanno ancora curando le ferite. Perché molti di noi hanno deciso di diventare insegnanti nel momento in cui si sono trovati o un insegnante capace di svolgere il proprio lavoro, tramandando la proprio passione e la propria conoscenza, ma anche per colpa di docenti incompetenti e disumani. Hanno deciso di diventare insegnanti per le future generazioni, per gli adolescenti che hanno bisogno di punti di riferimento e non di docenti con manie di protagonismo ed egocentrici. Ma è evidente che in Italia, un futuro come insegnante, possono averlo solo alcune persone.

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Il costo

I numeri che dobbiamo ricordare sono €2500, €2000 e €150. Vediamo cosa significano. «I costi massimi, pari a euro 2.500, di iscrizione ai percorsi di formazione iniziale, corrispondenti a non meno di sessanta CFU o CFA, sono posti a carico dei partecipanti»: la prima cifra è quindi destinata a chi ha concluso il proprio percorso di studi e si trovava in attesa di una risposta da questo Governo che però ha tardato di ben un anno l’uscita di un decreto che poi è comunque stato pubblicato indecentemente senza minimamente ascoltare gli studenti.

«I costi massimi, pari a euro 2.000, di iscrizione ai percorsi di formazione iniziale sono posti a carico degli studenti che sono regolarmente iscritti ai corsi di studio per il conseguimento dei titoli»: la seconda cifra, invece, è per chi sta ancora studiando (solo studenti magistrali, non si potrà più conseguire il percorso per l’insegnamento in triennale) e che dovrà probabilmente aggiungere un semestre in più al proprio percorso di studi, rischiando di prendersi la targhetta del fuoricorso e ovviamente pagando ulteriori tasse in più, solo per poter svolgere questi 60 CFU.

Infine, se ciò non bastasse, c’è l’ultima cifra: €150, che è quella destinata alla prova finale, perché come se già spendere dei soldi per sostenere degli esami che comunque puoi frequentare in università pagando le tasse che già son costose per molti, devi pagare anche per sostenere l’esame. Ovviamente, è tutto a carico dei partecipanti, dei futuri insegnanti che €2000 e €2500 non li vedranno forse mai nella propria carriera, perché al momento non c’è neanche la possibilità di avere il Diritto allo Studio, e quindi una borsa di studio.

Il tirocinio

Già da quando sono uscite le prime notizie sui 60 CFU, sapevamo che ci sarebbe stato un tirocinio, e che avrebbe occupato la gran parte dei CFU. In realtà, si parla di 20 CFU, e un CFU «è pari ad almeno 12 ore», questo significa che per 15 CFU di tirocinio diretto, ci vuole un impegno gratuito di almeno 180 ore. Ora, considerando che questo tirocinio verrà svolto in contemporanea con le lezioni e magari anche sostenendo degli esami, quindi bisognerebbe comunque avere il tempo di studiare, sarebbe utile comprendere in che modo degli studenti, o dei lavoratori (ricordiamo che alcune delle persone che dovranno sostenere i 60 CFU hanno già esperienza nell’insegnamento), dovrebbero vivere.

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Il tirocinio, poi, sarà suddiviso in diretto e indiretto. Riassumendo, quello indiretto consiste nella «rielaborazione delle attività svolte, nel confronto con i colleghi in formazione, i tutor, i docenti del percorso» e creare un portfolio personale (non sto scherzando, hanno proprio scritto portfolio personale). Quello diretto invece è principalmente l’osservazione. Osservazione delle attività, osservazione delle dinamiche relazionali in classe, osservazione dello svolgimento delle lezioni…. E se sei fortunata puoi anche affiancare e collaborare «nella progettazione, realizzazione e verifica delle attività didattiche».

Il numero chiuso

Su questo c’è abbastanza disinformazione. I 60 CFU non avranno il numero chiuso. O meglio, non per forza. Questo perché il Ministero dell’Istruzione e del Merito si impegna a comunicare entro febbraio di ogni anno il fabbisogno di docenti per classi di concorso e alla luce di questo dato le singole università possono decidere autonomamente di inserire una selezione all’ingresso, garantendo comunque la copertura del fabbisogno a livello locale:

«Se il numero delle domande di ammissione ai percorsi di formazione iniziale per specifiche classi di concorso eccede il livello sostenibile individuato ai sensi del primo periodo, le università e le istituzioni AFAM possono programmare a livello locale l’accesso a tali percorsi con le modalità individuate dal decreto di cui al primo periodo.»

I corsi comunque dovrebbero partire da subito, dovrebbe essere una questione di giorni, e si concluderanno a maggio 2023, quindi ci informeremo meglio nei prossimi giorni.

Riconoscimenti

Ma se ho sostenuto già 24 CFU di didattica (tratto da una storia vera), posso far convalidare i 16 che mi servono per la mia classe di concorso? Più o meno. Non mi è ancora totalmente chiaro, ma nell’allegato B del decreto leggiamo che è «possibile il riconoscimento delle attività formative e dei rispettivi crediti formativi acquisiti nel corso degli studi universitari o accademici purché essi siano strettamente coerenti con gli obiettivi formativi del percorso di formazione», ma… «il numero dei crediti riconosciuti non può essere superiore a dodici nel caso delle attività formative relative alle scienze dell’educazione, alle didattiche disciplinari e alle attività formative relative alle competenze psico-socio-antropologiche e a quelle linguistiche e digitali considerate nel loro complesso».

Per quanto riguarda il tirocinio, invece, il numero di crediti non può superare cinque CFU. Per chi si sta chiedendo dei 24 CFU, penso che ormai sia chiaro che saranno riconosciuti, ma per chi ha ancora dei dubbi: «sono riconosciuti ventiquattro CFU o CFA conseguiti entro il 31 ottobre 2022 sulla base del previgente ordinamento, fermi restando almeno dieci CFU o CFA di tirocinio diretto». In più, se si ha diritto a fare solo 30 CFU, le cose cambiano ancora, ma per quello vi consigliamo di guardare le tabelle contenute all’interno del DPCM 60 CFU.

Prova finale

Abbiamo già visto che la prova finale avrà un costo di €150, ma in cosa consiste? Consisterà in una «prova scritta e in una lezione simulata». La prova scritta sarà una sintetica analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi, con l’obiettivo di «accertare le competenze acquisite dal tirocinante nell’attività svolta in gruppi-classe e nell’ambito della didattica disciplinare, con particolare riferimento alle attività di laboratorio nonché all’acquisizione delle conoscenze psicopedagogiche».

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La prova finale sarà superata se lo studente riuscirà a conseguire un punteggio pari almeno a 7/10 nella prova scritta, e a 7/10 nella lezione simulata. La commissione d’esame sarà invece composta da due docenti universitari o di scuole AFAM. Una volta conclusa la prova finale, si avrà l’abilitazione per una classe di concorso e quindi si potrà accedere ai concorsi per l’insegnamento.

Struttura

E ora, finalmente, arriviamo alla parte che forse più interessa: quali esami devono sostenere? Prima, però, sappiate che «è necessaria una percentuale minima di presenza alle attività formative pari al 70 per cento per ogni attività formativa». Quindi, buona fortuna con i vostri studi, le sovrapposizioni delle lezioni e anche con il lavoro. I dati che inseriremo sono quelli dei 60 CFU, ma nel decreto trovate anche gli altri:

  • Discipline di area pedagogica: 10 CFU (M-PED/01; M-PED/02; M-PED/04);
  • Tirocinio diretto: 15 CFU;
  • Tirocinio indiretto: 5 CFU;
  • Formazione inclusiva delle persone con BES: 3 CFU (M-PED/03);
  • Disciplina di area linguistico-digitale: 3 CFU (M-PED/03);
  • Disciplina psico-socio-antropologiche: 4 CFU (M-PSI/01; M-PSI/04; SPS/08; M-DEA/01);
  • Metodologie didattiche: introduzione ai modelli di mediazione didattica per la secondaria: 2 CFU (M-PED/03);
  • Didattiche delle discipline e metodologie delle discipline di riferimento (delle classi di concorso): 16 CFU;
  • Discipline relative all’acquisizione di competenze nell’ambito della legislazione scolastica: 2 CFU (IUS/09).

Che dire, felici Hunger Games, e possa la fortuna essere sempre a vostro favore (in quanto, è evidente, il governo non lo è).

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