60 CFU, come allontanare dall’insegnamento. L’insegnante dovrebbe essere uno dei mestieri più importanti: forma le nuove generazione, le istruisce e magari insegna anche loro a riconoscere delle notizie false da quelle vere, ma non solo. Se sei un bravo docente, il tuo studente studierà con piacere e sarà anche felice; se invece ti hanno insegnato a umiliare i tuoi studenti se sono un po’ ribelli, otterrai l’effetto contrario. Ma al momento diventare un docente è quasi impossibile, in quanto il governo, che aveva promesso il DPCM 60 CFU a fine 2022, si è completamente dimenticato di molti laureati (e la novità dov’è?).
Come si diventa oggi docenti? Ne abbiamo parlato lo scorso giugno, ma proviamo a fare un riassunto. «Approvata questa notte dal Senato la modifica al DL 36, nell’ambito della formazione docenti, con cui abbiamo stabilito che il tirocinio rappresenterà il 30% dei 60 crediti complessivi, quindi 20 crediti (12 ore per ogni credito)», disse l’ex ministro dell’istruzione Bianchi alla Camera. Il decreto fu approvato con 179 voti a favore, 22 contrari e nessuna astensione e sarà (perché ancora dopo mesi non è avvenuto nulla) gestito dalle singole università e si concluderà con una prova scritta e una lezione simulata. Il concorso poi sarà così composto:
- una prova scritta con più quesiti a risposta aperta volta all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché sulle metodologie e le tecniche della didattica generale e disciplinare, sull’informatica e sulla lingua inglese;
- prova orale: nella quale si accertano, oltre alle conoscenze disciplinari, le competenze didattiche e le capacità e l’attitudine all’insegnamento anche attraverso un test specifico;
- valutazione dei titoli;
- graduatoria di merito, in base ai punteggi ottenuti nella prova scritta, nella prova orale e nella valutazione dei titoli, nel limite dei posti messi a bando (quindi la GM comprende i soli vincitori).
A ciò si aggiunge anche l’anno in prova: per superare questo periodo, bisognerà svolgere servizio almeno per 180 giorni, di cui 120 in attività didattiche, e in più ci sarà un test finale e una valutazione del dirigente scolastico che sarà ascoltato dal comitato per la valutazione dei docenti, sulla base dell’istruttoria di un docente tutor. Se non lo si supera, può essere ripetuto una sola volta. Se lo si supera, il docente lavorerà nella stessa scuola. O almeno, così dovrebbe essere. Perché ancora non abbiamo alcuna certezza.
Che fine hanno fatto i 60 CFU?
«Per ora i 24 CFU sono stati chiusi in tutte le Università. La decretazione dei 60 CFU non è ancora uscita. In questo momento non c’è nessun canale di formazione per gli studenti che si laureano e vogliono diventare insegnanti», ha detto Mariano Venanzi, docente di discipline scientifiche dell’Università Tor Vergata di Roma, intervistato Orizzonte Scuola a margine del Convegno nazionale ANFIS dal titolo “Formazione iniziale degli insegnanti di scuola secondaria: la transizione dai 24 ai 60 CFU/CFU”.
Il docente fa l’esempio dell’università in cui insegna, dove «abbiamo avuto circa 1000 studenti che gratuitamente hanno avuto accesso ai 24 CFU, per i nostri laureati in questo momento è veramente un danno. Non c’è un canale di formazione. C’è una lunga tradizione: è cresciuta una buona comunità di docenti preparati a livello universitario per assolvere a questi compiti». Ma per adesso non abbiamo ancora un DPCM, non sappiamo come sarà e cosa dovranno fare gli studenti per accedervi.
Dal DPCM ci si aspetta infatti che si definisca la struttura dell’offerta formativa, di cui sappiamo che almeno 10 saranno di area pedagogica, comprendente attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA (di cui ogni CFU/CFA equivale a non meno di 12 ore in classe), ma dovrebbero anche comunicare le modalità di svolgimento della prova finale del percorso universitario e accademico, comprendente la prova scritta e orale e di cui al momento si sa poco e nulla.
Un’avvilente presa per i fondelli.
— 𝑖𝑙𝑎 (@aspiesdiary) January 3, 2023
Se non ho capito male chi ha i 24 può partecipare comunque ai concorsi ed integrare i 30 solo dopo averlo passato. Cioè vinci un corso e devi ANCORA dare esami. Un sacrificio col sangue no?!
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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