A cosa serve e come usare il Trigger Warning su Twitter

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Spesso, in particolare per chi frequenta abitualmente Twitter, ci si trova davanti scritte come “TW //” o “Trigger Warning”, e ci chiediamo «cosa diamine significa?». Il Trigger Warning è una sorta di avviso per le persone più sensibili in modo da evitare che possano leggere cose che potrebbero in qualche modo ferirle, insomma, è una sorta di “smettila di leggere”. È utile? Certo che sì, ma bisogna saperlo usare nel modo giusto e soprattutto non esagerare.

In primis, dovete sapere che su Twitter è possibile silenziare le parole che non vogliamo leggere, che siano spoiler su una serie tv o semplicemente un argomento che non ci piace o anche un trend che riteniamo fastidioso (c’è stato il periodo del “se puoi rispondere a questo tweet allora…” o in questi giorni non fanno altro che parlare del doppio like, chi non vuole leggere cose a riguardo, basta che muti le parole).

Come si fa a mutare le parole? Non è complesso, dovete ovviamente andare sulla pagina di impostazioni e privacy e poi su Silenziamento e blocco. Dovete poi cliccare su parole silenziate e, infine, aggiungere e salvare tutte quelle che vi infastidiscono. Problema risolto, senza neanche dover aspettarsi che qualcuno pensi a voi. Quando qualcuno scriverà quella parola il tweet sarà censurato, per voi, e spetterà solo a voi decidere se leggere o no quel tweet che contiene una parola che avete silenziato.

Tuttavia, se non volete fare questo passaggio, in questo articolo vedremo come usare il Trigger Warning, i pro dell’usarlo e anche i contro, perché, come in ogni cosa, su Twitter c’è chi lo usa anche per postare una foto di capelli e c’è che invece non lo utilizza per niente (e scopriremo il perché di questa decisione, per cui prima di considerarlo insensibile, arrivate alla fine dell’articolo).

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TW, Trigger Warning: come usarlo nel modo giusto

Per spiegare come usare un TW/Twitter Warning, il modo migliore è quello di fare un esempio. Ammettiamo che voleste scrivere qualcosa sul bullismo, un argomento che tocca molte persone e magari che lo stanno vivendo ancora in questo momento. Quello che dovrete scrivere è:

  • TW // Bullismo
  • Trigger Warning // Bullismo
  • Questo tweet parla di bullismo (è un’alternativa, ma impiega diversi caratteri)

In questo modo il tweet verrà o censurato per tutte le persone che hanno silenziato la parola bullismo oppure chi se lo troverà nella home del social si accorgerà ancora prima di leggere il tweet di non volerlo leggere, in qualsiasi caso sarà l*i a prendersi la responsabilità delle proprie azioni e voi avrete in qualche modo aiutato qualcuno di molto sensibile.

Il sistema del silenziamento delle parole che abbiamo citato prima non funziona però se scrivete in un determinato modo. Non dovete censurare la parola. Se scrivete, ad esempio, TW // bull*smo, non funziona. Allo stesso modo se scrivete TW//bullismo o TW//bull*smo, poiché il sistema non riconosce l’asterisco e lo spazio e quindi la parola e il tweet sarà visibile anche a chi ha silenziato.

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Perché è importante usare il Trigger Warning

Lo abbiamo parzialmente già detto: usare il Trigger Warning è importante per evitare che persone sensibili o magari traumatizzate si ritrovino davanti immagini, tweet o storie che potrebbero minare alla propria sensibilità. Serve quindi per evitare di ferire i sentimenti di qualcuno e ormai nel 2020 è una cosa che, online, succede molto spesso perché non si dà il giusto peso alle parole.

In genere il Trigger Warning si utilizza proprio per i disturbi mentali o alimentari, come suicidio, autolesionismo, body shaming, anoressia, bulimia, peso, immagini nsfw e spesso anche con il cibo, perché, in qualche modo, chi ha un disturbo alimentare può stare male guardandolo. Tuttavia molto spesso si tende a utilizzarlo anche per, ad esempio, capelli o foto di animali.

Proprio per questo motivo esistono molte persone che ritengono che il Trigger Warning, sebbene esista da anni ma su Twitter o più in generale in Italia sia approdato solo recentemente, sia andato troppo oltre e soprattutto che le persone dovrebbero imparare ad affrontare i propri problemi e le proprie fobie senza scapparci o nascondersi dietro un TW. Questa però dovrebbe essere una decisione presa dal singolo e che non dovrebbe dipendere da qualcun altro.

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Il Trigger Warning è nocivo?

Come abbiamo appena scritto, esistono diverse persone che ritengono questo Trigger Warning nocivo, poiché non aiuta in nessun modo le persone che, ad esempio, vanno in terapia e a cui viene insegnato ad affrontare i propri problemi. In più, in particolare le persone più adulte, cercano di far comprendere che la vita non si combatte con il trigger warning, qualcuno lo dice in modo più aggressivo e altri in modo più educato, ma il succo del discorso è questo.

Un’utente di Twitter molto popolare e spesso presa di mira e giudicata per i suoi Tweet, Barbie Xanax, anche famosa per i suoi video su youtube, ha scritto un thread proprio ieri in cui spiega che il Twitter Warning «può avere anche senso quando si va nell’esplicito di alcuni argomenti», altrimenti «i giornali e tg dovrebbero essere un intero trigger warning, evitare temi delicati non li risolve ma li nasconde».

In più, ritiene che «il concetto di trigger warning annulla tutto il lavoro che invece si fa in terapia che consiste nel non tenersi tutto dentro ma anzi tirare fuori con gli affetti quello che ci fa male o che ci ha traumatizzati in passato» e attacco poi il modo in cui Twitter e più in generale internet applica il concetto di trigger warning è molto sbagliato e lo definisce proprio «stupidità pura» poiché:

«Visto che ognuno può essere triggerato anche da cose neutre come la non risposta immediata su whatsapp che potrebbe triggerare inconsciamente un trauma da abbandono e quindi ferirlo/a. Credere che i traumi siano legati solo al tema è una superficialità e ignoranza. Spesso quando qualcosa è molto doloroso “spostiamo” l’attenzione su altro, qualcosa di innocuo oppure abbiamo necessità di parlarne con altri con lo stesso trauma (pensate ai gruppi di ascolto).

Il trigger warning oltre ad essere qualcosa di intraducibile nella vita reale e un ostacolo per informazione di tg o giornali diventa a tutti gli effetti un modo per mettere sotto il tappeto temi delicati. Certi temi non andrebbero segnati e nascosti ma anzi resi il meno tabù possibili, normalizzati e discussi con più limpidezza possibile così da far capire alle vittime:
– non sei sola, altri hanno subito lo stesso e puoi parlarne 
– queste sono delle info se puoi chiedi aiuto

Come lo applichiamo poi alla cultura? Studiare la 2ª guerra mondiale si può? La vita di Van Gogh e i suoi problemi mentali? La vita di Alan Turing è TW? E Freud lo studiamo o gli piazziamo sopra un’etichetta? de Sade lo bandiamo? Se non anticipa un contenuto estremamente esplicito è solo un atto performativo come tanti altri sul web, atto che ha il solo scopo di autodipingersi sensibili, altruisti, per dare l’idea di una moralità più alta e delicata rispetto alla massa che vi segue».

Ma non è la sola a pensarla così, ecco alcuni tweet di persone che ritengono che il Trigger Warning non sia una cosa positiva, ma negativa.

Voi cosa ne pensate? L’uso del TW è corretto o dovrebbe essere limitato?

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