Telegram: la cybercriminalità è in aumento secondo un rapporto

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Il Financial Times ha redatto un report con il gruppo di cyber intelligence Cyberint su come la cybercriminalità su Telegram sta crescendo enormemente. D’altronde non siamo troppo stupiti. Da una parte ci sono revenge porn e pedopornografia, dall’altra pirateria di film, musica o riviste, dall’altra ancora la vendita di Green Pass o addirittura gruppi che organizzano delle rivoluzioni violente contro dei politici. Non ci sconvolge più di tanto che la cybercriminalità sull’applicazione di messaggistica più frequentata da chi vuole un posto sicuro per le azioni illegali sia aumentata.

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Fonte: Pexels

I canali illegali vengono segnalati, eliminati e poi ricreati in men che non si dica, in poco meno di un’ora si ripopolano come se le persone non abbiano altro da fare che entrare in questi gruppi o canali in cui ragazzine, spesso minorenni, spesso anche bambine, vengono sessualizzate, insultate e degradate nei modi peggiori, modi che, nel 2021, non dovrebbero proprio esistere. Eppure, non è così. Eppure, su quei gruppi e canali su Telegram continuano a esistere e sono lo schifo dell’umanità, il peggio che un uomo può dare di sé.

Ma non solo, non dimentichiamoci neanche che Telegram è sotto indagine in Germania a causa dei gruppi neonazisti e antisemiti che non vengono bloccati sulla piattaforma di messaggistica poiché «Telegram non sarà parte di questa censura politicaQuesto va contro i principi dei nostri fondatori . Mentre blocchiamo bot e canali legati al terrorismo (ad esempio legati all’ ISIS), non bloccheremo nessuno che esprime pacificamente altre opinioni». In poche parole tutto è consentito su Telegram, che lo si faccia con rispetto e senza rispetto.

Se da una parte Telegram è una delle applicazioni di messaggistica migliori del momento, sempre in costante aggiornamento e con tante novità che la rendono superiore alle rivali come Whatsapp, dall’altra parte della moneta è una delle peggiori per come gli sviluppatori e i team che ci sono dietro continuino imperterriti a difendere anche i gruppi e canali peggiori e più disumani che fanno parte della community. Vediamo quindi com’è la situazione al momento.

Telegram: la cybercriminalità è in aumento

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Telegram è l’applicazione di messaggistica preferita dai criminali informatici poiché è criptata ed è anche molto semplice da utilizzare, tanto che, secondo un’indagine del Financial Times con il gruppo di cyber intelligence Cyberint, c’è stato «un aumento del 100% dell’utilizzo di Telegram da parte dei criminali informatici». Il Financial Times sottolinea anche che questo aumento è avvenuto soprattutto dopo che gli utenti si sono spostati da Whatsapp per il cambio della policy sulla privacy.

Facciamo un piccolo recap: Whatsapp fece sapere a tutti gli utenti che ci sarebbe stata piccola modifica sulla policy sulla privacy, tuttavia non tutti furono soddisfatti e infatti portarono Mark Zuckerberg ad aumentare la data di scadenza per accettare la nuova politica, in modo che tutti avessero il tempo di informarsi senza dover migrare su altre applicazioni come Telegram o Signal.

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«WhatsApp si fonda su un concetto semplice: tutto ciò che condividi con familiari e amici rimane tra voi. Questo significa che continueremo a proteggere le tue conversazioni personali con la crittografia end-to-end. Grazie a questa misura di sicurezza, né WhatsApp né Facebook possono vedere i tuoi messaggi privati», scrissero in un post. Ma questo non bastò a non perdere utenti.

Ed è per questo che la gran parte dei cybercriminali si è trasferita su un’unica applicazione di messaggistica, ovvero Telegram. Pensate che il numero di volte che le parole “Email:pass” e “Combo” sono state usate nell’applicazione nell’ultimo anno, è quadruplicato. Alcuni archivi di dati circolanti nell’applicazione contengono dalle 300.000 alle 600.000 email e combinazioni di password per servizi di email e di videogiochi.

Tal Samra, analista di cyberminacce di Cybering, ha affermato che «il sistema di messaggi criptato sta diventando sempre più popolare per le attività fraudolente e la vendita di dati rubati, poiché risulta più conveniente da utilizzare del dark web.» Nonostante ciò Telegram ha comunque fatto sapere di aver eliminato tantissimi canali con dei dati con email e password dopo il rapporto del Financial Times, affermato che «ha una politica per la rimozione dei dati personali condivisi senza consenso» e che ha una «forza sempre crescente di moderatori professionisti».

Insomma, hanno rassicurato che, nonostante il rapporto, Telegram è un posto sicuro. Ma ci vogliamo credere? Sappiamo come operano quando delle ragazze si trovano nude e non consenzienti all’interno di canali, oppure vogliamo prendere in considerazione quante sex worker di OnlyFans si trovano le loro foto, che in genere si pagano, in canali gratuiti? No, eh?

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