Tampon Tax: anche la Gran Bretagna la elimina

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Oggi apriamo la giornata con una lieta notizia: la Gran Bretagna ha deciso di abolire la tampon tax, ovvero la tassa aggiuntiva che veniva fatta pagare sugli assorbenti, come se fossero un bene di lusso, e che in Italia invece ancora paghiamo (è stata ridotta solo su alcuni assorbenti che però già costavano tantissimo in quanto ecologici, quindi in poche parole non è stato risolto nulla, è stato fatto solo per darci un contentino).

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Fonte: twitter

Dopo che a fine dello scorso anno la Scozia è ufficialmente divenuto il primo paese al mondo a rendere gratuiti tutti i prodotti legati alle mestruazioni con un voto unanime al Parlamento, anche la Gran Bretagna fa un passo avanti, come avevano già anticipato lo scorso anno. Monica Lennon, deputata che ha presentato il disegno di legge scozzese, prima di votare aveva affermato che «non saremo gli ultimi a farlo ma abbiamo la possibilità di essere i primi».

Noi in Italia, invece, ancora abbiamo paura a pronunciare assorbenti (che comunque sono tassati più dei tartufi). Proprio qualche settimana fa molti uomini, ma anche donne (spiegatemi come!) si scandalizzavano per la pubblicità di Nuvenia in cui il sangue mestruale veniva fatto vedere… rosso, esattamente così com’è. Intanto poi le stesse persone andavano a guardare film horror e spatter in cui saltano teste e non si scandalizzano, ma sia mai parlare di mestruazioni. Ottimo lavoro Nuvenia, che dispiacere, italiani.

Per cui, mentre in Gran Bretagna e in Scozia si fa un passo avanti, in Italia siamo ancora fin troppo indietro, a partire dalla mentalità. Perché, in fin dei conti, è quella che deve cambiare e soprattutto maturare. Nel momento in cui avremo una maturità e capiremo che le mestruazioni così come il sangue mestruale sono una cosa più che normale e che non si comanda, forse capiremo anche perché l’abolizione, o meglio l’abbassamento al 4% come beni di prima necessità, della tampon tax (equivalente al 22%, come un bene di lusso e insomma, ma che lusso?) è un diritto e non un favore.

Tampon Tax: anche la Gran Bretagna dice addio

«Sono orgoglioso di poter mantenere oggi la nostra promessa di eliminare la tassa sugli assorbenti. I prodotti sanitari sono essenziale, quindi è giusto che non siano soggetti a Iva. Abbiamo già distribuito prodotti sanitari gratuiti nelle scuole, nei college e negli ospedale e questo impegno ci fa fare un ulteriore passo in avanti per rendere disponibili e alla portata di tutte le donne».

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Fonte: twitter

Sono queste le parole che ha detto il Cancelliere delle scacchiere Rishi Sunak, che aveva promesso di eliminare la tampon tax a marzo scorso in occasione della finanziaria che sarebbe entrata in vigore dal 1° gennaio 2021. Che dire, non sembra vero, ma qualche politico è capace di mantenere delle promesse. E pensate che comunque in Gran Bretagna la tampon tax si trovava già al minimo! Complimenti donne inglesi, adesso siete libere di vivere il vostro ciclo mestruale senza spendere un occhio della testa!

Riguardo Tampon Tax, ovvero il movimento diffuso in tutto il mondo che mira proprio a eliminare del tutto o almeno a ridurre al minimo questa fastidiosa e insensata tassa su un bene di prima necessità e non di lusso perché, credeteci, sanguinare e avere i dolori mestruali è tutto tranne che un lusso, è partito proprio dalla Gran Bretagna, più precisamente da una ragazza di 21 anni che nel 2015 ha creato una petizione online.

Oggi 27enne, Laura Coryton è fiera del suo Paese e soprattutto manda un messaggio alle donne, facendo capire che l’abolizione della Tampon Tax è una «sfida al messaggio negativo che mandava sulle donne». Ai tempi, nel 2015, la petizione online aveva raggiunto 250mila firme ma comunque non erano bastate per eliminare la tassa, nonostante la grande passione con cui la labourista Stella Creasy avesse presentato la causa.

Oggi, però, è solo un brutto ricordo. Il Tesoro britannico ha confermato che l’abolizione dell’IVA sulla tampon tax farà risparmiare alle donne inglesi circa 40 sterline nel corso della loro vita, con un taglio di 7 centesimi su una confezione di 20 assorbenti e 5 centesimi su 12. Ovviamente poi ci sono tanti altri modi per risparmiare del tutto sugli assorbenti e proteggere anche l’ambiente, come le coppette mestruali e gli assorbenti lavabili, ma deve essere una scelta della donna in base alle sue comodità.

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Fonte: change.org

Insomma, la Gran Bretagna si unisce ad alcuni paesi degli USA, al Canada, alla Colombia, al Libano, al Sudafrica, al Kenya, alla Rwuanda, all’India e alla Malaysia, mentre in Italia ancora si discute se le donne meritino o no di risparmiare su qualcosa che non scelgono e che, in fin dei conti, serve anche per portare avanti la specie. E quest’esempio lo faccio solo perché per molti la donna non è altro che un modo per procreare. Poveri noi, e povera mentalità!

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