Sciopero degli scrittori di Hollywood: le proposte per metter fine allo sciopero

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Gli amministratori delegati di Hollywood hanno rilasciato i dettagli della proposta offerta agli sceneggiatori e scrittori che stanno aderendo allo sciopero, che parla di diversi punti fra cui l’intelligenza artificiale e i dati di visualizzazione. Le proposte sono state spiegate in un incontro con il leader della Writers Guild of America, e ancora non sappiamo se verranno accolte e quindi, dopo più di 100 giorni, se lo scioperò avrà fine e i lavoratori verranno rispettati. Probabilmente dovremo aspettare qualche giorno.

Facciamo un passo indietro per chi non avesse seguito la vicenda: tutto è iniziato da una dichiarazione dei sindacati poche ore prima della scadenza del loro contratto triennale a mezzanotte, dicendo di aver «votato all’unanimità per indire uno sciopero». L’Alliance of Motion Picture and Television Producers, che negozia per conto delle società di Hollywood, ha affermato in una dichiarazione che la sua offerta includeva «generosi aumenti di compenso per gli scrittori». L’organizzazione ha aggiunto di essere disposta a continuare a negoziare.

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Tre membri del cast di Modern Family sostengono lo sciopero degli sceneggiatori

Ma perché si sta scioperando? Principalmente si chiede che le aziende assumano programmi televisivi con un certo numero di scrittori per un determinato periodo di tempo «indipendentemente dal fatto che sia necessario o meno». I sindacati che rappresentano gli scrittori, i rami est e ovest della Writers Guild of America, hanno affermato che «il comportamento delle aziende ha creato una gig economy all’interno di una forza lavoro sindacale, e la loro posizione inamovibile in questa negoziazione ha tradito un impegno a svalutare ulteriormente il professione di scrittore».

L’ultimo sciopero degli scrittori, iniziato nel 2007 e terminato nel 2008, è durato 100 giorni. Come gli scrittori, i registi vogliono più soldi, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti residui (una sorta di royalty) dai servizi di streaming, che si sono rapidamente espansi all’estero. Prima dello streaming, scrittori e registi (e altri contributori creativi, inclusi gli attori) potevano ricevere pagamenti residui ogni volta che uno spettacolo veniva concesso in licenza, sia che si trattasse di syndication, un accordo internazionale o vendite di DVD. Nell’era dello streaming, poiché i servizi globali come Netflix e Amazon sono stati riluttanti a concedere in licenza le loro serie, quei bracci di distribuzione sono stati tagliati.

Le proposte per concludere lo sciopero

Carol Lombardini, presidente dell’AMPTP, ha affermato in una dichiarazione: «La nostra priorità è porre fine allo sciopero in modo che i membri di valore della comunità creativa possano tornare a ciò che sanno fare meglio e porre fine alle difficoltà che stanno vivendo così tante persone e aziende al servizio del settore». Dalle proposte è evidente che c’è stato un passo avanti da parte dell’AMPTP e soprattutto che si cominciare a riconoscere davvero il valore di questi lavoratori che non possono essere sostituiti dall’intelligenza artificiale. A maggio, infatti, l’AMPTP aveva solo offerto un incontro annuale per discutere gli sviluppi sul modo in cui l’intelligenza artificiale, senza spiegare come sarebbe stata regolamentata. Ma adesso qualcosa è cambiato.

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L’ultima proposta dell’AMPTP vieta che i contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale generativa siano considerati “materiale letterario” e include garanzie sul fatto che “il compenso, i crediti e i diritti separati degli scrittori non saranno influenzati dall’uso del materiale prodotto da GAI”. Per quanto riguarda la questione chiave dell’occupazione degli scrittori, l’offerta degli studios garantisce almeno 10 settimane di lavoro per tutti gli scrittori, con un aumento della tariffa settimanale del 43% per gli scrittori-produttori a 14.214 dollari a settimana. Le tariffe per gli scrittori dello staff e gli story editor aumenteranno del 31% a 6.959 dollari a settimana per gli scrittori dello staff e a 12.978 dollari a settimana per gli story editor.

Un’altra novità riguarda il rendere per la prima volta disponibile i dati sugli spettatori alla WGA sotto forma di “rapporti trimestrali riservati“, in cui sarà inclusa la quantità totale di ore visualizzate per ciascun titolo in streaming, in modo da “sviluppare proposte per ristrutturare l’attuale regime residuo SVOD in futuro“. Per quanto questo sia un grandissimo passo avanti dato che per anni gli studi cinematografici non hanno voluto condividere i numeri degli spettatori (e in particolare Netflix), c’è ancora qualcosa che non va.

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Ad esempio, la comunicazione lascia fuori una preoccupazione chiave per la WGA, in particolare nella sua offerta di consentire agli showrunner di selezionare due “scrittori di medio livello”, ovvero degli scrittori-produttori, da assegnare alla produzione e garantire almeno 20 settimane di lavoro. Altra problematica è quella sulle “mini room“, che assumono scrittori meno esperti per scrivere sceneggiature prima che uno spettacolo abbia il via libera e quindi non li mantengono assunti per la produzione. Questo indubbiamente non permette ai più giovani di fare esperienza.

Davis Slack, membro del consiglio di WGA West, ha scritto su Twitter: «Non solo queste proposte sono ancora inadeguate, ma sono anche un tentativo da parte dei padroni di dividere i nostri membri, sperando che inizieremo a discutere tra noi su quali parti possiamo e non possiamo convivere. Non cascateci». Per farvi un’idea, potete leggere la proposta completa qui.

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