Matteo Salvini su Mestre dimostra solo insensibilità e ignoranza

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Nella giornata del 3 ottobre, un bus è precipitato vicino alla stazione ferroviaria di Mestre (Venezia), e hanno perso la vita 21 persone. Alla guida del bus c’era Alberto Rizzotto, quarantenne, morto insieme agli altri passeggeri di cui il più giovane è una bambina di pochi mesi, di origine tedesca. Nel pullman, infatti, erano presenti persone di diversa nazionalità, che volevano probabilmente godersi una vacanza che però è finita in una strage. E come al solito, Matteo Salvini dimostra la sua insensibilità di fronte alle morti di persone che non sono italiane.

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«All’ospedale dell’Angelo di Mestre la situazione da mercoledì sera è invariata: sei i feriti trasferiti dal luogo dell’incidente, quattro in condizioni gravi ricoverati in rianimazione. Si tratta di tre uomini e una donna. Tutti stranieri, per la maggior parte di nazionalità ucraina, uno solo è tedesco. Dall’ora dell’apocalisse non ci siamo mai fermati», ha affermato ieri mattina Giulio Giuliani, responsabile comunicazione dell’Ulss Serenissima di Venezia. Nell’ospedale di Padova, oltre alle piccola di 3 anni, è ricoverata anche una donna di 50 anni, anche lei in gravissime condizioni. Questi sono i nomi delle vittime:

  • Annette Pearly Arendse, del 1965, sudafricana
  • Maria Fernanda Arnaud Maciel, del 1967, portoghese
  • Antonela Bakovic, del 1997, croata 
  • Anne Eleen Berger, del 1991, croata
  • Serhii Beskorovainov, del 1953, cinese con cittadinanza ucraina
  • Tetiana Beskorovainova, del 1954, moldava con cittadinanza ucraina
  • Gualter Augusto Carvalhido Maio, del 1965, portoghese
  • Charlotte Nima Frommerherz, del 2022, tedesca
  • Siddharta Jonathan Grasse, del 1995, tedesco
  • Vasyl Lomakin, del 1953, ucraino
  • Daria Lomakina, del 2013, ucraina
  • Anastasiia Morozova, del 2011, ucraina
  • Yuliia Niemova, del 1993, ucraina
  • Aurora Maria Ogrezeanu, del 2015, romena
  • Georgiana Elena Ogrezeanu, del 2010, romena
  • Mihaela Loredana Ogrezeanu, del 1981, romena
  • Mircea Gabriel Ogrezeanu, del 1978, romeno
  • Iryna Pashchenko, del 1993, ucraina
  • Liubov Shyshkarova, del 1993, ucraino
  • Dmytro Sierov, del 1990, ucraino
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Ma dopo aver pianto le vittime, si deve cominciare a pensare a chi sono i colpevoli. Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, amici e sostenitori della Polizia stradale, ha denunciato come «da quello che abbiamo potuto accertare attraverso i nostri referenti era un guard-rail a unica onda altezza metro e non tripla, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate. Dipende dall’angolatura che prende, un guard-rail così può contenere un’auto, ma un bus del genere è difficile che possa essere contenuto e lo dimostrano anche altri incidenti simili. Andrebbero cambiati, sarebbe il nostro auspicio, ma i costi sono altissimi». E Matteo Salvini, invece?

Le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini

E mentre dei familiari piangono i propri cari, mentre delle vite sono state spezzate, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini vuole togliersi tutte le possibili colpe, dicendo che «non è un problema di guardrail», e anche che «è presto per dare commenti», aggiungendo che «qualcuno mi dice che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione e in un momento in cui si dice che tutto deve essere elettrico uno spunto di riflessione è il caso di farlo». Quindi sarebbero state le batterie elettriche a non trattenere il bus per strada? Non è stato il guardrail?

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Fa pensare, soprattutto considerando come lo stesso Salvini aveva parlato del suo lavoro sul nuovo codice della strada sottolineando che «eventi come questi non sono imputabili a velocità e distrazione». Per il leghista, «conto che il bilancio non sia ancora più pesante, lo stiamo seguendo da ieri», ricordando anche che «sulle strade italiane ogni anno perdiamo più di 3mila vite, quindi abbiamo approvato delle nuove norme che ora sono all’esame del Parlamento e spero che diventino legge entro Natale». Non fatemi parlare.

A parlare però, è anche l’ad di La Linea, che non è certamente della stessa opinione di Matteo Salvini: «C’è una telecamera fissa di cui i vigili hanno scaricato le immagini e si vede il pullman che procedeva molto lentamente. Noi poi abbiamo anche i sistemi di rilevamento satellitare mentre la ‘scatola nera’ del bus ce l’ha il magistrato». In più, c’è «una telecamera fissa sopra il cavalcavia di cui ha visto solo frammenti di immagine: si vede l’autobus che a una velocità minima si appoggia su un guard rail che purtroppo non è un guard rail ma una ringhiera».

Altri fanno proprio notare a Matteo Salvini come sia un avvoltoio: «Sono sbigottito dalle parole di Salvini. Speculare sui 21 morti di Mestre per riesumare la sua battaglia contro l’elettrico è indecente e crudele, negando senza elementi cause legate alle manutenzioni delle infrastrutture di cui peraltro è ministro. Un avvoltoio, non un ministro». E anche online le persone fanno notare come il ministro sia, al solito, insensibile:

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