Polonia vs Bielorussia: la guerra al confine continua

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La Bielorussia continua ad attaccare la Polonia e l’Unione Europea mandando dei migranti, le uniche vittime di questa guerra che non hanno alcuna colpa. Questa situazione è molto complicata, proprio perché la Lukashenko, il dittatore bielorusso, ha deciso di combattere questa guerra contro la Polonia e l’Unione Europea (colpevoli di essere andati contro la sua dittatura) sulla pelle di persone innocente, dando loro delle promesse che poi non vengono rispettate. Da una parte quindi c’è un paese, la Bielorussia, che sfrutta questi migranti. Dall’altra la Polonia che li respinge.

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Immagine condivisa dal PiS, primo partito polacco
“Muri dietro le divise”

Purtroppo in questa situazione non si riesce ad andare contro a chi respinge. Certo, stiamo parlando di famiglie. Famiglie con bambini, gli stessi che diciamo che vanno protetti. Persone che vengono semplicemente sfruttate da un dittatore per attaccare e minare all’Unione Europea. Sono delle persone innocenti, che vorrebbero entrare in Europa. Ma allo stesso modo, facendoli entrare in Europa, in Polonia, si fa il gioco di Lukashenko, che già da mesi accoglie e poi respinge verso il territorio polacco tantissimi migranti e persone che richiedono l’asilo, soprattutto persone provenienti dal Medio Oriente.

Se c’è quindi un colpevole, questo è sicuramente Alexander Lukashenko, colui che promette ma poi non rispetta, colui che sfrutta famiglie per attaccare, colui che non accetta opinioni diverse dalla sua. Cosa dovrebbe fare l’Unione Europea? Cosa dovrebbe fare la Polonia? Il nostro lato umano ci dice di accogliere, ci dice che sono solo delle persone e meritano rispetto. Il lato perché che ragiona con la mente e non con il cuore, ci dice che è tutto un piano di un dittatore sociopatico. Questa storia è più complicata del previsto, e intanto delle persone stanno morendo.

Polonia vs Bielorussia: che succede?

Vi avevamo già parlato del muro polacco, annunciato dal ministro dell’Interno Mariusz Kaminski che ha affermato che le barriere di filo spinato alte 2 metri e mezzo ed erette ad agosto scorso dall’esercito saranno rinforzate con una barriera «solida», insieme a un sistema di sorveglianza e a dei rilevatori di movimento. Il muro sarà simile a quello che già esiste fra la Grecia e la Turchia, quindi alto 5 metri, e sarà realizzato con investimento pubblico, guidato dalla Guardia di frontiera e sotto il controllo dell’Ufficio centrale di anticorruzione.

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Un prete celebra una messa per i militari al confine
Fonte: Twitter

Insieme a ciò, vi avevamo anche parlato dell’appello firmato da dodici paesi europei (Danimarca, Ungheria, Austria, Cipro, Grecia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Slovacchia) in cui leggiamo che «noi vogliamo un’Europa libera dai migranti, un’Europa pura nel sangue e nel suolo; ma per difenderci dall’assalto dello straniero ci occorrono fondi cospicui che solo l’Europa stessa ci può garantire». Delle parole che ci hanno sconvolto e ci hanno davvero riportati nella Germania nazista, soprattutto per il concetto di Blut und Boden, sangue e suolo.

La situazione però è più complicata di così. Alexander Lukashenko, solo perché la Polonia (vi ricordiamo anche che l’ambasciata polacca aveva offerto rifugio all’atleta bielorussa alle Olimpiadi 2020) e l’Unione Europea hanno sostenuto gli attivisti bielorussi nella lotta contro di lui, questa volta ha spinto davvero tanti migranti contro i confini polacchi, e tutti in pochissimo tempo. Le immagini condivise sui social ci mettono i brividi perché sono pur sempre delle persone, sfruttate solo per attaccare.

Non sappiamo con precisione quante fossero le persone presenti, il Reuters parla di “centinaia“, il Guardian di “circa 500“, così come non si sanno le loro origini, sebbene si presuppone che la gran parte provenga dal Medio Oriente. Quello che sappiamo è che le persone si trovavano nella strada fra la cittadini bielorussa Bruzgi e quella polacca Kuźnica, e sono state accompagnate al confine dalle guardie della Bielorussia. Purtroppo però non si hanno troppo notizie a causa dello stato di emergenza al confine imposto dalla Polonia proprio in seguito ai tanti e troppi flussi migratori.

Il Guardian però offre delle testimonianze: sembrerebbe che i migranti sarebbero stati tratti in inganno dalla Bielorussia che avrebbe dato loro il visto e persino offerto dei voli per atterrare nella capitale, Minsk, con la promessa poi di portarli in Europa. Tuttavia, una volta che tutte quelle famiglie hanno raggiunto il confine, hanno trovato non solo il filo spinato ma anche tantissimi militari, circa 12mila, pronti a difendere il loro territorio.

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Fonte: Twitter

«Sigillare il confine polacco è il nostro interesse nazionale. Ma oggi sono in gioco la stabilità e la sicurezza dell’intera Ue. Questo attacco ibrido del regime di Lukashenko è rivolto a tutti noi. Non ci faremo intimidire e difenderemo la pace in Europa con i nostri partner della Nato e dell’Ue», ha scritto il primo ministro, Mateusz Morawiecki, sul suo profilo Twitter. Il ministero degli esteri polacco invece ha spiegato le sanzioni, che devono «essere immediatamente imposte a tutti gli individui e le entità coinvolti in questo orribile attacco ibrido».

Minsk invece respinge le accuse di Varsavia, scrivendo che il «ministero della difesa bielorusso ritiene infondate e non comprovate le accuse da parte polacca». Dalla parte della Polonia c’è però la Germania che chiede all’Unione Europea di intervenire poiché la Bielorussia sta usando i profughi come se fossero delle “armi” e soprattutto la «Polonia e la Germania non possono gestire questo da sole», ha detto il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer. «Dobbiamo aiutare il governo polacco a proteggere la sua frontiera esterna. Questo sarebbe compito della Commissione europea, faccio appello perché agisca. La invito ad agire», ha aggiunto.

Il ministro ha anche detto che non possiamo criticare la decisione della Polonia di erigere un confine, poiché «proteggono i confini esterni dell’Ue. Non con l’uso delle armi ovviamente, ma con altri mezzi disponibili». A rispondere c’è Ursula von der Leyen, che ha invitato gli Stati europei a dare il via libera a nuove sanzioni, sottolineando che «la strumentalizzazione dei migranti per scopi politici e inaccettabile». Vi lasciamo adesso alcuni video condivisi su Twitter, solo per farvi comprendere la triste situazione:

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