Tantissime volte ci capita di sentir dire, da adulti o giovani ragazzi, «sì ma Mussolini ha anche fatto cose buone» o ancora «l’unico errore di Mussolini è stato allearsi con Hitler». Ma, studiando la storia, informandoci su fonti sicure, guardando il passato attraverso le pagine dei libri e le parole di chi ha vissuto davvero quel ventennio, siamo sicuri che sia così, che quello sia stato l’unico errore di Mussolini? Perché, oggettivamente, non sembra essere proprio così.
Benito Mussolini è morto anni fa, ma continua a vivere in tutti i suoi sostenitori, nel razzismo, nell’omofobia, in qualsiasi discriminazione nei confronti del più debole. Probabilmente, quel 25 aprile 1945, 76 anni fa, le persone che stavano vivendo quel presente così catastrofico chiedendosi cosa il futuro avrebbe detto di loro, come sarebbe stato il futuro, di figli e nipoti, non avrebbero mai potuto immaginare che nel 2021 ci sarebbero state delle persone che avrebbero detto «sì ma Mussolini ha fatto anche cose buone» come se, anche se avesse fatto davvero cose buone, potesse cancellare tutte le morti e la sofferenza che ha causato.
Chissà cosa avrebbero detto o pensato sapendo che stavano mettendo a rischio la propria vita per un futuro ingrato, per dei politici che, in diretta in più programmi o sui social network, si lamentano di essere in una dittatura solo perché il Presidente del Consiglio ha fatto nomi e cognomi sbugiardando un loro errore che ha messo a repentaglio tutti i sacrifici.
E chissà cosa avrebbero pensato le persone morte nei campi di concentramento del nostro 2020, anno in cui i cittadini si lamentavano di essere rinchiusi in casa propria, con tutti i lussi (ovviamente, ci sono le dovute eccezioni, sappiamo che la quarantena ha portato delle persone a morire e non vogliamo sminuire in alcun modo le loro morti, ci riferiamo solo alle persone tristi perché in piena pandemia gli viene chiesto di restare a casa).
Forse studiare, anche in questa Festa della Liberazione, non sarebbe un errore. Vedere come delle persone sono morte prima di urlare viva il duce o tutte quelle cattiverie che solo chi non ha studiato abbastanza può affermare. Noi vogliamo comunque darvi una mano, vedendo insieme quell’unico errore di Benito Mussolini. Essendo in realtà tanti errori, cercheremo di scrivere solo l’essenziale, se voleste informarvi, vi lasciamo altri link (ma io consiglio sempre i libri!).
L’unico errore di Benito Mussolini è stato allearsi con Hitler: ma anche…
Lo squadrismo
Dal 1919 il fascismo, guidato dal duce, utilizzò delle squadre d’azione armate per spaventare, punire e reprimere tutti gli avversari politici. Due delle vittime furono Piero Gobetti e Giovanni Amendola. Su Treccani leggiamo «in partic., il fenomeno politico-sociale verificatosi in Italia dal 1919 al 1924, consistente nella violenza armata esercitata da squadre contro le organizzazioni avverse e i loro aderenti, sotto la giustificazione di una presunta carenza dei poteri pubblici; […] si diffuse soprattutto con il fascismo, che a partire dalla fine del 1920 lo utilizzò sistematicamente come strumento di lotta politica, organizzando gruppi di attivisti in squadre d’azione fasciste, il cui compito principale fu quello di svolgere azioni repressive nei centri operai e contadini».
La marcia su Roma
Continuiamo con la marcia su Roma, quando quel 28 ottobre 1922 tutta la gang di Mussolini, dopo che lui aveva fatto un’ottima propaganda basata sull’empatia e sulla paura, sul dire agli italiani esattamente quello che volevano sentirsi dire, entra nella nostra bella Roma, distruggendo le sedi di alcuni giornali e minacciando di assediare i Ministeri. Il re, comunque, si rifiutò di firmare lo stato d’assedio proposto dal governo Facta e, pensate un po’, decise di affidare la guida del Paese al duce. Celebre è il suo discorso del bivacco:
«Avrei potuto fare di quest’aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto».
L’omicidio Matteotti
Ma come si può non citare l’omicidio di Giacomo Matteotti? Un omicidio avvenuto alla luce del giorno, e tutti sapevano cos’era successo, perché era successo e chi era il mandante dell’omicidio. Eppure nessuno ha fatto nulla, nessuno ha potuto far nulla. Giacomo Matteotti, politico, giornalista, antifascista e segretario del Partito Socialista Unitario fu prima rapito e poi ucciso da una squadra fascista per volontà di Benito Mussolini solo perché aveva avuto il coraggio di denunciare i brogli elettorali e le violenze del Partito Fascista. Altre fonti.
Lo scioglimento dei partiti politici (escluso uno)
Oggi ci lamentiamo sempre per quella storia dei nomi e cognomi in diretta nazionale o perché ci mettono un coprifuoco, ma nel 1926 Benito Mussolini, con il Regio Decreto n.1848 stabiliva «lo scioglimento di tutti i partiti, associazioni e organizzazioni che esplicano azione contraria al regime», quindi l’unico partito ammesso divenne il Partito Nazionale Fascista. Questo fu possibile grazie alle Leggi Fascistissime, in cui si stabilì anche che il primo ministro doveva rispondere solo al re d’Italia e non al parlamento, che tutte le associazioni cittadine sarebbero state sottoposte a controllo costante dalla polizia, che gli scioperi e sindacati (a esclusione di quello fascista) erano vietati. Altre fonti.
Le leggi razziali e la deportazione
Parliamo prima delle leggi razziali con cui Benito Mussolini, nel 1938, ha fatto escludere da scuole e università gli ebrei, vietando il matrimonio misto, agli ebrei di avere domestici ariani e con cui venivano anche preclusi alcuni mestieri. Non potevano essere giornalisti, notai, intellettuali, le scuole non potevano acquistare dei libri di testo in cui un ebreo aveva contribuito. E questo è niente, rispetto alla deportazione successiva alle leggi razziali, con cui 6806 ebrei italiani vennero deportati nei lager nazisti. Di queste quasi 7000 persone, 776 erano bambini minori di 14 anni. Documentario.
Questi sono solo cinque dei tanti errori di Benito Mussolini, ma dobbiamo per forza aggiungere anche la prigionia di Gramsci, il controllo dell’istruzione, la pena di morte, la soppressione della libertà di stampa, la strage di Marzabotto o quella di Sant’Anna di Stazzema e tanto, troppo, altro. Per cui, prima di pensare che Mussolini ha fatto anche cose buone, aprite un libro e studiate. Fatelo per voi stessi e per chi ha perso la vita in quel ventennio fascista.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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