Morgan anche contro l’Eurovision (e non solo)

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Non è una novità che Morgan non sopporti tutto ciò che è mainstream o moderno, diciamo che è un personaggio che ha una propria idea su determinati argomenti e persone e non cambia idea solo perché piace a tutti, e infatti ha avuto l’audacia di bocciare letteralmente tutto l’Eurovision. Da Mahmood e Blanco ad Achille Lauro, dai presentatori ai commentatori.

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Morgan si è dato da fare già all’ultima edizione di Sanremo, dopo esser divenuto un grande meme con quel “Bugo? Che succede?” quando ha completamente cambiato il testo della canzone ed è stato squalificato dall’edizione 2020 del festival della Musica Italiana. Il 2020 infatti, che molti ricordano per la pandemia, è iniziato proprio con uno dei momenti più alti, con quella frecciatina in diretta nazionale e totalmente inaspettata.

Ma quando è stato escluso dai 26 big in gara a Sanremo 2021… Non l’ha fatta passare liscia ad Amadeus. Fece un post dicendo che «all’indomani dell’annuncio della mia esclusione dalla gara del festival di Sanremo, che battezzeremo ‘il pacco di Natale’, o “la balla di Mozart’, per via della goliardica motivazione annessa ufficiosamente, ovvero per “scelta artistica”, che scatena grande ilarità in quanto parole proferite da chi artista non lo è ma soprattutto non accompagnate da alcuna motivazione nel merito delle canzoni che sono state proposte, anche se ciò è logico perché tale commissione innanzi tutto non ha competenze in ambito musicale quindi non potrebbe argomentare ma soprattutto perché credo che le canzoni non siano state ascoltate».

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Poi ovviamente ha continuato anche nelle storie, affermando di essere a Sanremo «per lavoro e non certo per vacanza» e che qualcuno non l’ha fatto entrare a Sanremo Giovani, dove avrebbe dovuto fare il giudice. Continua poi anche con un messaggio ad Amadeus, pieno di insulti e parole non molto carine. E, dopo Sanremo, adesso se la prende anche con l’Eurovision e con i cantanti che vengono da tutta l’Europa.

Morgan contro l’Eurovision

Ovviamente Morgan non sta seguendo l’Eurovision, in quanto ritiene che «sia più scena che sostanza. Tutta l’Italia della comunicazione si ferma perché c’è l’Eurovision Song Contest? E allora io non mi fermo e non lo guardo; io lavoro e non mi fermo, solo perché c’è l’Eurovision…». Lo ha detto dopo la sua lezione-spettacolo a Roma su Umberto Bindi, al Conservatorio di Santa Cecilia, organizzata dal Club Tenco assieme al concerto serale nella capitale all’Officina Pasolini, in occasione del 90esimo anniversario di nascita del cantautore.

Secondo Morgan, Mahmood e Blanco, che rappresentano l’Italia, e Achille Lauro, che invece rappresenta San Marino, sarebbero «la nuova Trinità, ma io non mi sento rappresentato da loro e non credo di essere l’unico». Secondo lui, la “trinità” non dovrebbe essere composta dai contemporanei: «Escludendo me stesso? Purtroppo sono tutti morti, sarebbero Fabrizio De André e Franco Battiato morti fisicamente e Ivano Fossati che è vivo ma è morto artisticamente». E Francesco De Gregori «è ancora un ragazzo!».

Ma non solo… Per Morgan non vanno bene neanche i presentatori e i commentatori: «Mika non è italiano, Laura Pausini non padroneggia il linguaggio e Cattelan è moscio… quanto a Malgioglio è inqualificabile. Ma che scelte sono? Questa sarebbe la ‘vetrina’ dell’Italia? Mi ricordano la barzelletta con il cieco, il muto, il sordo…».

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Secondo Morgan, oggi è necessario «istruire questa nuova generazione completamente digiuna di musica interessante, nata in cattività con brani monosillabici fatti con tre accordi e una cassa che spacca il cervello. Siccome il talento nell’essere umano esiste, stento a credere che non ci sia più. Probabilmente, sono i riferimenti culturali ad essere sbagliati. Umberto Bindi andrebbe somministrato fra gli elementi culturali da assorbire, assieme ad altri come Fabrizio De Andrè, Franco Battiato, Bob Dylan. Quello di Bindi è un passaggio fondamentale per il mondo della canzone e non può assolutamente essere trascurato, deve essere conosciuto per non restare nell’ignoranza musicale».

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